Buondì amici dell'Italian Indie Comics Award! Oggi abbiamo il piacere di parlarvi di Planet X opera in sviluppo dalla mente e matite degli esordienti Giovanni Tafuro e Michele Ferrara che parteciperà alla categoria "migliore proposta editoriale" aperta a tutti fumetti che devono ancora essere proposti agli editori o che puntano ad un finanziamento attraverso il crowdfunding per andare avanti.
 
Giovanni Tafuro  ha 24 anni e viene da Nola, in provincia di Napoli. Ha iniziato a disegnare da piccolissimo, plagiato come tutti i suoi coetanei dall’anime di DragonBall che davano all'epoca su JTV, perchè voleva disegnare da sè le avventure di Goku e compagni e la sua passione per il disegno partì poco dopo, grazie a sua madre, pittrice amatoriale. Ella infatti lo spronò a portare i suoi primi disegni a scuola dove ricevette dei giudizi molto positivi dai compagni che lo convinsero presto che quella era la sua strada. Da allora non ha più smesso di disegnare e raccontare storie e dopo il liceo ha deciso di specializzarsi andando a studiare alla Scuola di Comix di Napoli, dove ha conosciuto il mondo del fumetto occidentale (prima di quello leggeva solo manga e spulciava qualche Tex di suo nonno). Attualmente è il disegno è diventato la sua vita, 9 ore al giorno le passa a disegnare e scrivere, soprattutto grazie all'appoggio dei suoi genitori che credono in lui e con pazienza lo aiutano nel portare avanti il proprio sogno.

Michele Ferrara ha 24 anni ed è residente a Sarno(SA) da qualche anno. Sin da piccolo gli piaceva molto disegnare, rappresentando praticamente tutto quello che aveva sott'occhio con continuità, successivamente però questa passione si è affievolita ed ora disegna quasi solo su Solid Works per via dell’ingegneria meccanica. La sua passione per i fumetti è nata durante il liceo, dove principalmente leggeva Saint Seiya, per poi espandersi ad inglobare tutto il medium, partendo dalle origini e ripercorrendo a tappe tutte le opere fondamentali integrandolo con autori vicini al suo pensiero. Ora legge principalmente fumetti d’autore di ogni nazionalità, spesso provenienti dal circuito underground e sconosciuti. Durante il liceo è nata anche la sua amicizia con Giovanni, grazie alla passione che entrambi hanno per il cinema, che li ha portati ben presto ad una collaborazione artistica basata sul creare assieme soggetti, sceneggiature e name per le loro storie, di cui Planet X è il primo prodotto concreto.

Di seguito la trama di Planet X:
 
Futuro Remoto. Su un pianeta desertico, giunge con un atterraggio di fortuna, la navetta d’esplorazione della Charon, enorme nave spaziale cittadina ormai alla deriva nello spazio. Sono solo una decina i sopravvissuti, tra i quali il Capitano Russell, l’ingegnere astrofisico Oshii ed il geologo Ford… Inizia così Planet X , serie ispirata ai capolavori di fantascienza come “Blade Runner”, “Gattaca” e “Dark City” , che ci porterà in una galassia remota, attraverso gli occhi di diversi protagonisti uniti da un capriccio del destino ad assistere alla disfatta o alla rinascita di una società sull’orlo del collasso.
 
Planet X è un'opera che richiama durante tutto il suo svolgimento una certa narrativa fantascientifica nata negli anni 50-60 e sviluppatasi successivamente a livello cinematografico e fumettistico negli anni 70-80. Parliamo quindi di una storia che ci fa rivivere i classici del genere, mantenendone intatta sia la componente narrativa che grafica e per gli amanti di un certo tipo di fumetto la cosa sarà evidente fin dal primo impatto con i suoi disegni. La ciurma della Charon infatti è rappresentata in un modo realistico ed espressivo, tendente al realista, decisamente in disuso nell'attuale mondo del fumetto ma che fa sempre la sua bella figura se utilizzato assieme ad un uso sapiente delle inquadrature e degli spazi come in questo caso. Le ambientazioni inoltre da tutto questo ne escono rafforzate, dando subito una vivida e netta impressione al lettore che riuscirà facilmente ad immedesimarsi nei nostri esploratori spaziali vivendo assieme a loro i pericoli ed i drammi portati da questo pianeta sconosciuto.
La storia di Planet X però non sarà sviluppata solo sul pianeta misterioso che compare nel titolo, ma avrà molte anime ed ambientazioni, legate ai diversi protagonisti di questa epopea la cui storia si intreccerà man mano che la narrazione procede. Già nel secondo capitolo troveremo quindi un cambio di location, con la nuova storia che sarà ambientata in una metropoli cyberpunk e prenderà una piega Noir/Sci-fy, a dimostrazione che il duo di autori non vuole rimanere sempre sullo stesso terreno ma raccontare una storia corale, eterogenea e ben strutturata che saprà stupire chiunque vorrà mettersi a seguirla. Secondo le programmi dei due autori i primi capitoli della storia saranno a disposizione online nel loro blog (in cui è già disponibile il primo da cui abbiamo tratto le immagini per questa news) per poi cercare di portarla, una volta completa al 100%, da qualche editore per farla valutare e produrre nel caso piacesse.. o autoprodurla loro con l'aiuto del pubblico nel caso invece che l'accoglienza non sia positiva. In qualsiasi dei due casi comunque vi consigliamo di dare almeno un'occhiata alla storia e continuare a seguire questo duo di autori facendovi rapire, come successo a noi, dalle atmosfere sci-fy vecchio stampo di quest'opera che cerca coraggiosamente di omaggiare al proprio interno un intero genere.

Ecco infine l’intervista a Giovanni e Michele:

Benvenuti, siete pronti per la nostra intervista?

Giovanni:  Vai, Spara! No, non intendevo con un’arma…AAAH!!!
Michele:  Sì, dopo ore di meditazione Zen, posso dire di essere pronto.


Qual’è il tuo maggiore riferimento artistico?  Quali sono le tue opere a fumetti preferite? 

Giovanni: Il mio maggiore riferimento artistico dal lato letterario è sempre stato Stephen King con il suo affascinante modo di narrare , mentre per il lato fumettistico per anni è stato Jorge Zaffino. Tra i miei fumetti preferiti non può mancare Winterworld di Jorge Zaffino e Charles Dixon, albo che ho in duplice copia, una sempre sotto il braccio da sbirciare ed un’altra rigorosamente da collezione. Un altro fumetto che ho sempre sotto il naso per trarne ispirazione è il Costantine di Si Spencer e Sean Gordon Murphy.
Altre opere che ritengo importanti citare sono L’Incal di Jodorowsky e Moebius,  Hellboy del grande Mignola, Elias il Maledetto di Sylviane e Mastantuono, Sanctuary di Fumimura e Ikegami e molti numeri del buon Dylan Dog, menzione d’onore per “Il Volo Dello Struzzo” di Marcheselli, Sclavi, Freghieri, mio albo di Dylan preferito.

Michele:  Non so chi mi abbia ispirato effettivamente, ma posso dirvi cosa mi piace e dunque da cosa prendo spunto. Le mie principali passioni sono la musica, il cinema, l’animazione e i fumetti. Per quanto riguarda la musica, sì, essa per me è fondamentale nel ricevere l’ispirazione quotidiana e posso dirvi con molta tranquillità che amo il prog, inteso come macrogenere e quindi ogni sottoprodotto del progressive dal sinfonico, eclettico, d’avanguardia, psichedelico, allo space e così via. Ovviamente i testi metafisici, fantastici, teatrali e folkloristici dei King Crimson, Genesis, Ping Floyd, ELP, Yes influiscono nella costruzione dell’immaginario sia visivo che narrativo. Per quanto riguarda il cinema la cosa è molto più ampia in quanto il medium è simile al fumetto e per questo avere un’ispirazione tangibile è più frequente. Amo Kubrick e 2001 è il mio film preferito, subito dopo seguono Tarkovskij, Béla Tarr, Bergman, Ron Fricke e Peter Greenaway. Come vedete sono tutti degli esteti con una propria e singolare visione del mondo. L’animazione di riferimento è quasi esclusivamente giapponese e come non citare Mamoru Oshii e i suoi Tenshi no Tamago e Ghost in the Shell? Subito a seguire abbiamo Masaaki Yuasa, il geniale duo Ryutaro Nakamura e Chiaki J. Konaka (genio ineguagliato in Texhnolyze) e Kenji Nakamura. Ora posso finalmente dirvi i miei autori e fumetti preferiti…. Autori orientali: Keiichi Koike, Tsutomu Nihei, Kago Shintaro, Suehiro Maruo, i Nishioka Kyoudai, Atsushi Kaneko e di recente l’ex pittore Yuichi Yokoyama. Autori occidentali: Neil Gaiman, Grant Morrison, Alan Moore, Mazzucchelli, Moebius e Jodorowsky. I miei fumetti preferiti: Ultra Heaven, Asterios Polyp, Blame!, Sandman, Batman: Arkham Asylum, Il garage Ermetico, Ghost in the shell, Homunculus, Eden: It’s an endless world, Uno scontro accidentale…. di Shintaro Kago. Purtroppo non sempre queste ispirazioni vanno di pari passo con ciò che esige il fumetto che stai portando avanti, quindi si cerca in altro, suppongo. Ad esempio, dal momento in cui amo la fantascienza e la nostra storia è proprio di fantascienza, molte idee provengono da il Neuromante di William Gibson o dai romanzi di Philip K. Dick.

Con che stile preferisci disegnare Giovanni? Quali tecniche usi ? 

Giovanni: Di base potremmo dire che ho uno stile di disegno tendente al realismo, con un inchiostrazione che varia in base all’atmosfera richiesta dalla trama narrata. Jorge Zaffino con il suo stile mi ha subito catturato e profondamente plagiato, ma essendo uno stile di base pittorico non ho potuto ancora apprendere abbastanza da farlo mio, così in questi ultimi tempi ho deciso di rivolgermi verso uno stile a linea chiara che più mi riesce naturale ed ho cominciato a studiare artisti come Moebius e Otomo, come principali, seguiti dagli italianissimi Brindisi e Mastantuono. 

Cosa significa per voi fare fumetti? Che cosa differenzia per voi i fumetti da tutto il resto? 

Giovanni: Fare fumetti per me significa narrare storie attraverso la mia personale visione del mondo rispecchiata nei miei disegni e nel mio modo di sceneggiare. Il Fumetto inteso come media, si differenzia dagli altri proprio nel suo essere una fusione degli stessi, potendo essere una fusione del Cinema (Sceneggiatura, Montaggio), della Pittura (lato visivo) e della Scrittura (Poesia e Narrazione).

Michele: La differenza sostanziale di questa arte rispetto ad una molta vicina ad essa, ovvero il cinema, sta nel fatto che hai più libertà ed è tutto frutto del tuo lavoro, mentre il regista ha bisogno di una troupe per portare al termine la sua idea. Inoltre fare fumetti è molto più immediato, semplice e non hai limiti di budget, ma allo stesso modo puoi creare il tuo mondo, esprimere le tue idee, la tua arte! Comunque sia, preferisco (anche se di poco) il cinema. 
Cosa che vi piace del vostro lavoro come fumettisti? E cosa no? Raccontateci una cosa che amate ed una cosa che odiate del mondo dei fumetti e del vostro lavoro. 

Giovanni: Del fare fumetti amo il lato creativo dell’atto, pensare una storia, scriverla, disegnarne i particolari, i personaggi, le ambientazioni e creare un mondo a se stante. Se devo pensare a una cosa che non mi piace, trovando proprio il pelo nell’uovo, direi il restare per ore fermo a congelarmi letteralmente nei mesi invernali.

Michele: La cosa che mi piace è pensare a qualche storia, ma quella che mi piace di più è che poi è Giovanni a realizzarla! Invece odio la scarsa attenzione ,sia da parte del pubblico e sia dagli editori, che viene data ad autori che magari non sono mainstream e quindi non portano tanti soldi da poterli pubblicare o avere una maggiore pubblicità. Purtroppo questo si traduce in una standardizzazione del processo creativo e il fumetto ne risente molto, specialmente i manga degli ultimi anni.

Cosa ne pensate del mondo dell'autoproduzione?

Giovanni e Michele: Il mondo dell’autoproduzione è un mondo difficile, così tanto che in realtà nemmeno noi sappiamo come funzioni in toto.  D’altro canto può essere affascinante gestire tutta la produzione ed entrare in contatto con altre autoproduzioni, inoltre è più facile gestire il proprio ritmo piuttosto che averne uno autoimposto. In generale pensiamo sia uno dei pochi modi per lanciarsi nel mondo del fumetto; gli altri che ci vengono in mente sono la vittoria di determinati contest o sperare che una casa editrice sia interessata al nostro lavoro. Ovviamente ci rendiamo conto che molto spesso le opere autoprodotte sono lette da una nicchia di lettori, ma ci siamo lanciati lo stesso a capofitto nel progetto speranzosi verso questo modus operandi e curiosi di sapere dove ci porterà.

Com’è nata la vostra opera?  Quali sono i vostri piani per essa? 

Giovanni: Io e Michele dai tempi del liceo abbiamo sempre provato a scrivere, creare e narrare storie e dopo tutti questi anni passati a scrivere giusto per il piacere di farlo, abbiamo deciso di creare qualcosa di consistente e di finito che fosse la nostra opera prima per metterci alla prova con qualcosa di concreto, così è nato X , prima come esperimento di poche pagine , poi come qualcosa di più ampio. Con esso abbiamo voluto sbizzarrirci e creare qualcosa di leggero con il quale avremmo potuto sperimentare, così abbiamo deciso di fare una storia di fantascienza, genere che amiamo, proprio perché, come i romanzi d’avventura di un tempo, ci permette di esplorare zone creative nelle quali non avevamo mai approdato. Così abbiamo preso spunto dalle nostre opere preferite del Cinema, in primis Blade Runner, e letterarie, sia fumetti (Ghost in the Shell) che romanzi (Asimov, Gibson e Philip K.Dick), per narrare una storia che fosse nostra.

Michele: Abbiamo impostato il fumetto come se fosse un film dell’epoca, in cui più dell’effetto speciale vero e proprio si centrava l’attenzione dello spettatore su ciò che accadeva a schermo e sull’emozione che si voleva trasmettere ad esso. Inoltre abbiamo cercato di scrivere una storia che comprendesse più stili narrativi, dal Noir alla Space Opera, e ci siamo particolarmente divertiti nello scriverla citando le opere che ci hanno più colpito, nel tentativo di rimanere coerenti tra i vari capitoli e le centinaia di pagine di sceneggiatura.

Giovanni: Per quanto riguarda la nostra opera comunque abbiamo già 4 capitoli di sceneggiatura pronti, compreso il primo che è finito, ed avendo più di 30 pagine per ognuno direi che siamo a buon punto! In un primo momento avevamo deciso di concluderla con il 5° capitolo, poi nel corso della scrittura abbiamo aggiunto nella lista altri capitoli introspettivi riguardanti alcuni personaggi importanti per la trama per cui andremo più lunghi del previsto.. 

Ci avete parlato della vostra passione per la fantascienza d'autore e di come questa abbia avuto notevoli influenze nel vostro operato, ma cosa vi piace veramente di questo genere?

Giovanni: Cosa mi piace della Fantascienza? Direi la libertà nel narrare che si ha con essa, dai racconti d’avventura, agli horror ai Polizieschi, tutti accomunati da questo senso di sconosciuto ed infinito che permea ogni tema trattante lo spazio. La sensazione che oltre il nostro pianeta ci sia qualcos’altro di immenso ed infinitamente complesso, mi ha da sempre affascinato, così ho cominciato ad esplorare questo genere letterario ed immergermi in esso quando ho iniziato personalmente a scriverci una storia .

Michele: Direi che il motivo principale per cui  posso affermare che la fantascienza sia uno dei miei generi preferiti è perchè apprezzo molto l’opportunità che essa dà di rappresentare la realtà in modo diverso, secondo i tuoi pensieri più reconditi, un po’ come succede per il surrealismo.  Certo, non è solo la fantascienza a fare ciò, ma anche il fantasy ed altri generi; però la fantascienza propone quel futuro “possibile” che ci tiene più ancorati al nostro mondo, piuttosto che fuggire nell’immaginario. Non trovo altrettanto gratificante rappresentare la realtà da un punto di vista comune ed è altrettanto difficile non scadere nella banalità o nel mainstream più spudorato. Inoltre, citando Fellini, concluderei con “L’unico vero realista è il visionario”.

Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award? 

Giovanni: Amo la mia opera perché grazie ad essa ho un motivo per mettermi alla prova in un genere, la fantascienza, che mi ha sempre affascinato, per questo in essa ho impegnato tutto me stesso per rendere al meglio tutte le idee che mi passano per la testa e spero che questa mia passione per essa possa essere percepita anche dall’esterno.
 
 Michele: Cosa amo della mia opera? Praticamente il fatto che è mia, cosa altro sennò? Non c’è bisogno di fare pubblicità, la mia opera sa parlare da sola.


Ringraziandovi per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: salutate il vostro pubblico!

Giovanni: Ringrazio sinceramente voi per averci dato questa grande possibilità! Un saluto a tutti, staff e lettori! Io intanto torno a disegnare e materializzare idee, che ne ho ancora per molto!

Michele: I'll see you on the dark side of the moon.

 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso maggio, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!