Amici dell'Italian Indie Comics Award, un saluto a tutti quanti! Oggi parleremo del divertente Norby - Il Norberto Innamorato di Marco 'Daeron' Ventura!
 
Marco Ventura, in arte Daeron, è un 29enne sceneggiatore di fumetti originario di Torino. La passione per la scrittura e la creazione delle sue storie nasce da piuttosto lontano: fin da bambino amava inventarsi storie e creare infinite avventure con i suoi giocattoli e crescendo ha indirizzato per bene questa passione con i risultato che vediamo ora. Dopo una laurea in Storia del Cinema (il suo primo grande amore) ha frequentato la Scuola Internazionale di Comics proprio a Torino, e da quel momento si è lanciato completamente nel mondo del fumetto, strizzando l’occhio soprattutto al lato “indipendente” di questo mondo. Ha inoltre frequentato un corso di sceneggiatura curato da Manfredi Toraldo, Massimiliano Valentini e Claudio Chiaverotti. Da quel momento ha iniziato a produrre storie su storie su storie, fondando anche una sua etichetta di fumetto indie (la MDV Autoproduzioni) per poi successivamente sposare la causa dell’associazione culturale ManFont, con la quale oramai pubblica la maggior dei suoi lavori autoprodotti. Per quanto riguarda le sue ispirazioni artistiche ammette di averne tante. A livello di fumetto comico adora Leo Ortonlani, poichè Rat-Man a suo avviso ha dei livelli di comicità inarrivabili ed è una costante fonte di ispirazione. Nel lato più serio del fumetto ama invece Neil Gaiman, il cui stile fiabesco è un continuo cercare di far meglio, e confessa che dopo la lettura di ogni suo fumetto o di ogni suo romanzo si trova sempre ad esclamare “Cavoli Neil, come ci sei riuscito anche stavolta?”. È per lui difficile inoltre scegliere i suoi fumetti preferiti e quelli che si sente di citare in questa sede sono: Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, La saga di Peperon de' Paperoni di Don Rosa, la prima serie di Paperinik New Adventures, Ken Parker, Dylan Dog (fino al numero 100) ed infine The Order of The Stick di Richard Burlew.

Ecco di seguito la trama di Norby - Il Norberto Innamorato:
 
Tutta la vicenda del Norberto Innamorato nasce dal fatto che Norby è geloso (ma non lo ammetterà mai...) del veterinario della città, che sta conquistando il cuore di Anna, la sua padroncina. Il nostro gattone allora decide di sabotare con grande malvagità tutti i loro appuntamenti. Finché però il karma amoroso avrà la sua rivincita, nel momento in cui il cuore di Norby sarà letteralmente rubato da una gattina in fuga da un misterioso inseguitore... E il nostro eroe dovrà davvero superare una serie di prove quasi cavalleresche per salvarla prima e “conquistarla” poi! Il tutto insieme al suo inseparabile amico Virgil, labrador poco vedente, ma molto saggio, che finisce sempre per tirarlo fuori da guai!

Norby non è un semplice fumetto ma ormai è una vera e propria autorità nel mondo dell’autoproduzione. Sicuramente una delle saghe più longeve in questo lato dell’editoria, una serie che riesce a continuare con grande successo grazie all’amore e la fedeltà dei suoi assidui sostenitori. In questo nuovo volume vedremo Norby alle prese con l’amore (sia nel senso di lui innamorato ma anche vittima dell’amore altrui!), vivendo sempre il tutto nel suo modo così singolare ed un pelo sfortunato che tanto si addice al gattone. Ritroviamo quindi in questo fumetto il solito grande lavoro di Daerion, capace di scrivere un’opera dalle tinte abbastanza classiche ma che intrattiene e diverte grazie alla completa follia del gattone protagonista e all'infinita fantasia dell'autore, che è sempre pronto a stupire il lettore dando a d ogni sua opera un tocco speciale ed inaspettato. Il Norberto Innamortato è quindi un’opera che dopo tutti questi anni è capace di reinventarsi e divertire, sapendo gestire la solita formula, ma aggiungendo alla narrazione quegli elementi essenziali per un successo assicurato e farlo apprezzare da qualunque tipo di pubblico.
 

Tutto questo però non sarebbe mai stato possibile senza Jessica Ferrero, storica disegnatrice di Norby, che anche in questo volume ha dato il suo meglio, realizzando con molta cura e tanto cuore l’amatissimo gattone ed il suo mondo strampalato. Diplomatasi al Liceo Artistico Ego Bianchi di Cuneo, successivamente ha conseguito un diploma in Fumetto Illustrazione e Cinema d’animazione presso l’Accademia Pictor di Torino per poi partire con la sua collaborazione con Marco già nel 2011 con l'uscita di Norberto Cuor di Gattone. Oltre a questo lei e Marco hanno collaborato insieme per ben sei storie diverse, tutte disponibili per Manfont e di certo continueranno a sorprenderci anche in futuro.

Infine ecco l’intervista a Daeron:

Daeron, è un piacere intervistarti! Allora, che ne dici, rispondiamo ad un po' di domande... pronto?

Ciao Alex, il piacere è tutto mio! Ho già un po' d'ansia per le domande ma... sono prontissimo!

Con che stile preferisci disegnare? Quali tecniche usi ?

Anche se non so disegnare (nonostante avessi una nonna pittrice...) ho comunque dei meccanismi di lavoro che ho sviluppato nel tempo per scrivere... Innanzitutto parto sempre riempiendo un sacco di quaderni. Tutte le prime bozze di ogni mio lavoro hanno origine qui, nel caos anarchico delle scritte che compongono questi agglomerati di carta. Poi continuo a computer con almeno due fasi di riscrittura, cercando di limare e migliorare sempre e comunque laddove è possibile. Fino a che non mi dico “basta”. Sono un perfezionista, ma del resto ce lo si può aspettare da una Vergine. Se posso realizzare il lettering dei miei fumetti ancora meglio, altra possibilità di aggiustare i dialoghi!

Cosa significa per te fare fumetti? Che cosa differenzia per te i fumetti da tutto il resto?

Il fumetto è probabilmente il più potente linguaggio scritto moderno, dove immagini e testo si fondono e si completano a vicenda. Dato che viviamo nella cosiddetta “civiltà dell'immagine”, trovo che questo tipo di rappresentazione sia discretamente perfetta, anche perché è a completa disposizione dei due autori. Forse l'unica cosa che si avvicina a questo modo di intendere la cosa può essere il cinema d'animazione.
Fare fumetti, scrivere storie, è un modo per tirare fuori quello che ho dentro e, egoisticamente, per conoscermi anche meglio. Non sono un autore da denuncia sociale, ma preferirei piuttosto somigliare ad un “bardo” (mia classe preferita di Dungeons & Dragons!), ovvero qualcuno che possa far sognare con le proprie storie. E perché no, che possa aiutare gli altri anche a scoprire lati di sé che non conoscono. Ovviamente, mi piacerebbe essere così. Ancora non lo sono minimamente, ed è il motivo per cui cerco di migliorarmi sempre in questo aspetto.
Cos'è che ti piace del tuo lavoro come fumettista? E cosa no? Raccontaci una cosa che ami e una cosa che odi del mondo dei fumetti e del tuo lavoro.

La cosa che amo di più: il non avere “limiti”. Con il fumetto puoi fare davvero di tutto! Gli unici limiti sono la fantasia e, semmai, la bravura di un disegnatore nel trasportare questa fantasia su carta.
Una cosa che odio di questo mio lavoro... Beh, sicuramente il momento in cui l'ispirazione esce a fare due passi e tu rimani da solo con un sacco di idee che non funzionano. Ecco, il riuscire a tirare fuori qualcosa di buono in questi momenti è davvero difficile (gli editori di solito non aspettano, a meno che tu non ti chiami George R. Martin, per dire).
Com’è nata la tua opera? Quali sono i tuoi piani per essa?

Il Norberto Innamorato è l'ultimo volume della serie di Norby, mentre il primo è datato 2010. Ma la genesi delle avventure del malefico gattone nero risale ancora a prima, ovvero a quando frequentavo la Scuola Internazionale di Comics. Norby infatti era nato come... “Compito a casa”! L'insegnante di allora, il disneyano Massimiliano Valentini, ci assegnò infatti come esercizio quello di scrivere un soggetto comico.
E non sapendo da dove cominciare... Vidi il vero Norby gironzolarmi davanti, buttarsi a pancia in su e miagolare senza pietà. Decisi che quel gattone, che nella realtà si chiamava Amedeo, era perfetto per una storia a fumetti! Dopo la scuola contattai la mia amica Jessica Ferrero per dare un volto alle mie storie, e da allora è diventata vera disegnatrice ufficiale norbesca. Il resto è storia felina. Oggi di Norby esistono tre libri di cui uno, il Norbybus, è la raccolta delle prime tre storie ormai introvabili, mentre il secondo è lo spin-off con le avventure di Norby da cucciolo, intitolato “Little Norby – Keep Calm and Purrr”. Insieme a Jessica stiamo realizzando un nuovo libro di Little Norby previsto per il prossimo Treviso Comic Book Festival, mentre nel 2017 uscirà una nuova storia con Norby adulto. Ma questa è ancora in fase di pre-scrittura. Insomma, si continua a spron battuto!
Cosa ami del mondo dell’autoproduzione? Perché cominciare proprio con l’autoproduzione?

Il mondo dell'autoproduzione... Beh, è il futuro per quel che riguarda la creazione di nuovi talenti. Ed è, almeno qui in Italia, anche l'unica maniera che ha un autore per cominciare a far circolare il proprio nome. Dato che sostanzialmente non esistono più le riviste contenitore come una volta (o perlomeno, ne sono sopravvissute pochissime) e che c'è stato nel frattempo il boom di internet (blog prima e social network poi), per un autore alle prime armi diventa strada quasi obbligatoria. Ed è un bene, perché autoprodursi significa responsabilizzarsi e sguinzagliare il proprio talento. E di talento, dai numerosi lavori che vedo qui in Italia, ce n'è davvero parecchio! E come tale va alimentato, cercando di supportare quanto più possibile queste realtà. Non solo dal punto di vista del lettore, ma anche con festival a tema e con una copertura mediatica adeguata.

Perché cominciare proprio con un'autoproduzione? Nel mio caso, e per uno sceneggiatore vale doppio, perché è una delle poche maniere che si hanno ormai per emergere. E vale dai webcomics ai prodotti cartacei eh?! Io l'ho capito in una piovosa giornata di Lucca Comics. Era l'1 novembre del 2010, ed ero tornato con le pive nel sacco dopo un'estenuante sessione di incontri con gli editor che furono uno più disastroso dell'altro. Qualcuno mi trattò davvero a pesci in faccia. Mi fermai nella Self Area per curiosare e acquistare qualcosa, e rimasi colpito da uno stand pieno di fumetti bellissimi. Era il Crazy Camper, e io ne approfittai allora per parlare un po' con il boss del collettivo, Tommaso Destefanis, davvero un bravissimo scrittore e sceneggiatore. Uno di quelli che per scelta non si è davvero mai piegato ad alcune logiche editoriali preferendo rimanere quindi nel mondo del fumetto indie. Insomma, uno di quelli per cui non esiste il grigio, ma solo il bianco e nero. Come nei suoi fumetti.

Bene, Tommaso vide un po' di miei lavori e molto semplicemente mi disse: “Marco, hai delle belle idee. Ma perché non ti produci tu un fumetto? Guardati intorno, guarda quante cose belle possono uscire da un'autoproduzione e che ci sono in questa zona. Secondo me, puoi farcela”. Fu una folgorazione. E fu probabilmente l'unica persona in tutta quella Lucca che mi diede davvero un consiglio e che credette nelle mie idee. Mi aggrappai a quell'idea con tutto me stesso e l'anno successivo esordii quindi con Norberto Cuor di Gattone, mio primo fumetto e primo episodio della saga di Norby. E da lì cominciò davvero tutto.

 

Ti rivedi in qualche tuo personaggio? In che modo?

Mi rivedo in moltissimi dei miei personaggi. Anche in quelli più "insospettabili". Ormai dopo diversi anni mi sono rassegnato al fatto che i protagonisti delle mie storie sono sempre sfaccettature della mia personalità. E se non posso cambiare la loro personalità (quando mi confronto con personaggi già esistenti e non inventati da me) allora li inserisco in situazioni a me congeniali. Nel bene e nel male, tra l'altro! Del resto, per me scrivere è anche molto "terapeutico", mi aiuta a tirare fuori cose di me stesso che magari non farei. O perlomeno, non lo farei coscientemente..

È una serie molto longeva, straordinariamente per un autoprodotto. Cosa ti fa spinge a continuare con questa grandissima passione?

E' vero, è molto longeva. E di questo vado particolarmente orgoglioso! Sarò banale ma la passione è alimentata da due fattori: l'entusiasmo che i lettori di Norby hanno per le sue storie in primis e poi la soddisfazione economica derivante dal fatto che comunque i volumi vendono abbastanza da ripagarsi sia le spese sia in parte il tempo necessario alla realizzazione (perché non sembra, ma se uno calcolasse con una tabella stile avvocati il tempo speso alla realizzazione totale di una storia, dovrebbe chiedere aiuto ai computer della NASA...). E poi c'è un fatto fondamentale, di cui posso ringraziare la ManFont: essendo un'autoproduzione, io posso davvero far fare quello che voglio a Norby. Rispettando il personaggio, certo, ma nessuno mi obbligherà mai a snaturarlo o a renderlo sempre uguale a se stesso. Una delle cose che più mi piace è per esempio vedere l'evoluzione del personaggio, dal primo mitico "Norberto Cuor di Gattone" al recentissimo "Il Norberto Innamorato". Lo stile di scrittura cambia, si cerca di migliorare sempre di più e si cerca di inserire tutta una serie di piccolezze che si potranno apprezzare andando avanti con la serie.
Oltre ad un fatto non banale: i disegni di Jessica diventano via via sempre più belli! E la sua straordinaria capacità di cogliere le buffe espressioni di Norby sempre migliore. Insomma, io cambio ma Norby cambia con me. E' un rapporto indissolubile che spero non si spezzerà mai.

Quanto tempo impieghi per creare uno dei tuoi albi? Come crei le tue storie?

Le tempistiche sono davvero variabili. In molti mi dicono che sono mediamente "veloce" nello scrivere e piuttosto vulcanico, ma io spero sempre di non incappare nei terribili "blocchi", che ti costringono a stare anche intere giornate su una stessa pagina. Se parliamo poi di livello globale, con annessi anche i disegni, colorazioni, impaginazione, ecc... I tempi si allungano molto! Per fare un esempio: mediamente un libro di Norby richiede sugli 8 mesi di lavoro con le nostre tempistiche. C'è da dire che se potessi dedicarmi esclusivamente a Norby (e parlo anche di Jessica e Liana, per esempio) le tempistiche sarebbero più brevi... Ma tutti noi gestiamo un sacco di cose in contemporanea!

Le mie storie le creo... Prendendo spunto dalla realtà. Norby per esempio era un gatto realmente esistente e lo spunto principale all'inizio era osservarlo e immaginarlo in situazioni buffe, come se lui avesse davvero una vita alternativa nei momenti in cui non era "osservato". Poi questo concetto si è ovviamente esteso e propagato, dando a Norby lo status di vero e proprio "eroe" e immergendolo in tante situazioni diverse.In generale, le mie storie partono sempre da uno spunto. Che sia interno o esterno a me cambia poco. E' come un sassolino che si getta in uno stagno. L'onda d'urto che genera nell'acqua è inizialmente piccolissima ma poi diventa sempre più grande. Mantenendo però sempre la stessa origine. Un'idea è esattamente così. E più l'idea è forte, così come più il sasso è grande, maggiore sarà la sua propagazione
Ci parli di più di questo meraviglioso gatto che ha fatto iniziare questa storia fantastica?

Si chiamava Amedeo nella realtà e purtroppo se n'è andato quest'inverno. Era un gattone nero superamorevole e coccolone, che al massimo della sua stazza pesava quasi undici chili. Ed era sempre estremamente buffo essendo ogni tanto un po' goffo a causa della sua mole. lo si vede nella quasi totalità di meme presenti sulla pagina facebook di Norby. Che sono fatti prendendo spunto da lui e dalle sue "compari", Crimilde e Niccolò.
Anche loro sono diventare personaggi di Norby, Crimilde infatti è la perfida gatta zitella "Brunilde" che cerca sempre di accasarsi a Norby. Mentre la combattiva Niccolò (che nella realtà è una femmina) è diventata Obi Kat Ke Miao, leader del fronte di liberazione dei Pesci Rossi.
Cosa ami della tua opera? Perché i nostri lettori dovrebbero votarla al nostro Award?

Perché... Banalmente, è fatta con il cuore. Realizzata sacrificando molto del proprio tempo per un sogno che si chiama fumetto. Sia io che Jessica facciamo anche altro nella vita perché il fumetto non è ancora un lavoro a tempo pieno, e quindi dobbiamo veramente barcamenarci tra mille impegni.
Il tutto senza dimenticare il lavoro di Massimo Cavenaghi, Sharon Marino e Sara Antonellini (i tre coloristi) oltre che di Liana Recchione, storica copertinista della saga norbesca!
Tutti loro hanno davvero fatto un lavoro eccellente, e sono felice che abbiano davvero permesso a questa storia di fare il salto di qualità. Storia che poi penso che riesca a strappare anche qualche risata, e perché no, anche qualche momento di tenerezza. Rileggendola a distanza di mesi ancora mi piace, e per come sono fatto... Significa che funziona molto bene. Non sono bravo a farmi pubblicità (mio enorme difetto), quindi spero che possa davvero piacere per quello che è.


Ringraziandoti per la disponibilità nel rispondere a questa intervista: saluta il tuo pubblico!

Grazie a tutti per l'attenzione! Speriamo di incontrarci tra le pagine di un fumetto, prima o poi. Con o senza gatti! Meow!
 
 
Che cos'è l'IICA?

L'Italian Indie Comics Award è un concorso nato per promuovere le autoproduzioni partecipanti e cercare di far conoscere loro ed i loro autori ad un pubblico più vasto, stabilendo nel frattempo quali sono le migliori per diverse categorie di genere e di stile (qui l'elenco completo e tutti i dettagli) in maniera da mettere le opere più meritevoli in risalto secondo divisioni il più possibili omogenee e pertinenti. Il concorso è strutturato in due fasi: la prima di rassegna, che si sta svolgendo attualmente, per presentare le opere partecipanti e la seconda di voto pubblico, che sarà effettuata verso giugno, dove tutti gli interessati saranno chiamati a votare ed esprimere le proprie preferenze (tale voto pubblico si unirà a quello della giuria di settore per dar vita al giudizio finale per ogni categoria).

Questa rassegna quindi è un'occasione di festa dove poter ammirare e commentare gli autori partecipanti, rammentando che sono esordienti, molte volte autodidatti, e che in quanto tali non sono perfetti, ma hanno tantissima voglia di mettersi in gioco, crescere e migliorare. Ci auguriamo quindi che possiate leggere le loro opere ed apprezzare i loro sforzi in quanto tali, promuovendo quelle opere che considerate meritevoli dando loro il vostro supporto. La maggior parte di loro lavora solo per passione nutrendosi dei commenti del proprio pubblico ed anche un piccolo parere positivo può fare la differenza e sostenerli nel loro sogno, non deludiamoli!