Durante il NipPop 2016, che vedeva come tema portante la fantascienza e il Giappone, ha avuto modo d'intervenire in più conferenze Atsuko Asano, scrittrice di light novel chiamata in causa per il suo lavoro sulla serie No 6, da cui è stato tratto anche un anime.
Io e Stradivarius abbiamo avuto l'onore di porre alcune domande all'entusiasta scrittrice, come potete vedere e leggere qui sotto.

Intervista a Atsuko Asano
 


Animeclick: Amici e amiche di Animeclick.it, siamo qui per offrirvi un'intervista alla maestra Atsuko Asano, autrice tra le altre cose di No 6 che ha anche avuto una trasposizione animata piuttosto celebre, e che è ospite di NipPop proprio per gli elementi fantascientifici della serie in questione, abbiamo delle domande per la sensei, quindi direi di cominciare con la prima: ci sono delle opere e degli autori orientali e occidentali che l'hanno influenzata nei suoi lavori?

Atsuko Asano: Certamente, io ho apprezzato, già da quando ero giovane, una studentessa, intanto col genere del mistery. Tra gli autori del genere che ho letto in quel periodo posso citare Agatha Christie, Conan Doyle e Colin Dexter

AC: In No 6 c'è una forte componente di contrasto, ad esempio tra arte e scienza, amico e nemico, ricchezza e povertà: cosa l'ha spinta ad addentrarsi in queste tematiche?

AA: Quel che avete notato è giusto, è un'osservazione molto attenta, perché la mia opera No 6 è un'opera di forti contrasti, come avete detto voi, sicuramente tra ricchezza e povertà, ma anche tra la forza e quella che può essere vista come debolezza, ancora tra i dominatori e chi viene sottomesso, credo che questi temi emergano non solo nella nostra società (io vivo in Giappone) ma soprattutto nel mondo, e attraverso questo contrasto che si evince nell'opera si evincono anche delle caratteristiche della società giapponese ma anche internazionale.

AC: Perché ha scelto proprio l'aster tataricus per il nome di Sion, che simboleggia il ricordo, e tra l'altro è il nome di un luogo biblico?

AA: In realtà, quando io penso ai nomi dei personaggi delle mie opere, la cosa più importante è il suono che scaturisce da questi nomi, il suono riverbera nelle nostre teste, nella memoria; è vero, Sion è il nome di un fiore e di un toponimo, ma per me, l'effetto che provoca il suono della pronuncia di questi nomi è molto importante, così come la trascrizione dei caratteri giapponesi dei nomi.

AC: Nella sua opera c'è sempre un forte richiamo agli animali, come Nezumi e i ratti, oppure i cani, o l'attacco delle vespe parassite. C'è una particolare simbologia o motivo dietro a questa scelta?

AA: Innanzitutto devo dire che utilizzo gli animali perché mi piacciono, quindi utilizzo gli animali che amo di più, ad esempio voi avete citato Nezumi e quindi il topo, che sta sempre nell'ombra, quindi volevo creare un personaggio che rispecchiasse questo animale, poi i cani, dovete sapere che io amo molto i cani, dove vivo ho un grande cane, vivo insieme a lui e dorme anche con me, spesso e volentieri, e quando capita mi dà una sensazione di calore, e allo stesso modo volevo creare un personaggio che potesse amare e vivere insieme ai cani, che comprendesse queste caratteristiche, e poi le vespe, che non sono le api, e anche questo è un animale che amo particolarmente.
 


AC: Il rapporto tra Nezumi e Sion è qualcosa di molto complesso e fumoso, in bilico tra amicizia e qualcosa di più profondo, lei come lo definirebbe?

AA: Prima di tutto devo dire che non amo molto raccontare di relazioni facilmente definibili ed omologabili, il rapporto tra Nezumi e Sion non è facile da chiarire e non voglio chiarire, pensate ad esempio al rapporto tra un uomo e una donna: può nascere un amore, si può essere amanti, si può essere una coppia, marito e moglie, o si può sviluppare una relazione di semplice amicizia, nel caso della relazione tra Nezumi e Sion che è comunque una relazione omosociale, l'ho volutamente lasciata non definibile perché così trovo sia più intrigante ed emozionante.

AC: Passiamo ora a qualche domanda sull'autrice: come ha deciso di diventare scrittrice e cosa l'ha spinta ad intraprendere questa carriera?

AA: Devo dire che quando ero piccola non eccellevo in altri ambiti della mia vita, scrivere mi piaceva moltissimo, e mi ero accorta che era la cosa che sapevo fare meglio, e poi attraverso la scrittura il mio sogno era quello di farmi riconoscere ed essere apprezzata per quello che facevo, quindi in realtà sin da piccola volevo produrre sin dai tredici/quattordici anni delle opere leggibili e per le quali potessi essere apprezzata.

AC: Siamo all'ultima domanda: come trova l'ispirazione per realizzare le sue opere, e cosa risveglia in lei il flusso creativo?

AA: Sono varie le occasioni che ispirano la mia scrittura, situazioni di vita quotidiana, a volte quando cammino o quando sono in bagno, ma ciò che mi ispira di più è il dialogo con le persone, quando parlo con loro, le parole che spesso sfuggono anche a livello inconscio agli interlocutori hanno un riverbero importante nella mia mente e influiscono, e mi danno occasione di essere ispirata.

AC: Bene, ringraziamo la sensei Asano e il traduttore che ci ha aiutato con queste domande un po' complicate, salutiamo il pubblico di Animeclick e ci risentiamo alla prossima intervista.