Classe 1963, Fabrizio Mazzotta è una leggenda vivente per gli appassionati di animazione in Italia. Ricordate Eros in Pollon? la voce era la sua!
Riguardo ai suoi mitici personaggi però noi di AnimeClick.it abbiamo già parlato con lui altre volte, incontrandolo la settimana scorsa al Cartoon Village di Manciano (Gr) abbiamo quindi voluto saperne di più sui lavori che maggiormente lo hanno visto nominare qui sul nostro portale: quelli concernenti la sua attività di direttore del doppiaggio e di dialoghista di numerosi film e serie animate.
 




AnimeClick: Siamo davanti ad un altro mostro sacro del doppiaggio il nostro mitico Fabrizio Mazzotta

Fabrizio: Salve a tutti

AC: Abbiamo parlato più volte di tutti i personaggi mitici cui hai prestato la voce, dai Simpson a Pollon, ma oggi vogliamo parlare di quello che è il tuo ruolo di adattamento e direzione del doppiaggio
Ti rompono sempre le scatole sui tuoi ruoli famosi ma tu hai un ruolo davvero importante nell'universo anime in Italia che ti prende ormai sempre di più anzi, fanno spesso i paragoni con i tuoi colleghi, tu non vuoi parlarne ma sei una pietra di paragone per quanto riguarda l'adattamento anime


F: E' bella questa cosa, sembra bella

AC: Dipende.... C'è chi preferisce gli adattamenti più fedeli all'originale giapponese, mentre tu sei per l'adattamento classico, basato sulla lingua italiana

F: Sì, l'adattamento deve essere un tramite per il fruitore finale e cioè il pubblico che va al cinema, quindi tutto deve essere quanto più facilmente comprensibile. Quando poi tu vai a vedere un film, non è come un libro che se non capisci un passaggio puoi tornare indietro e rileggerlo, quando vedi un film al cinema ti scorrono subito le immagini e in quel momento non puoi tornare indietro a meno che tu a casa non abbia il dvd ma anche così sarebbe una brutta cosa, non capisci un passaggio, non capisci cosa ha detto quel personaggio perché la frase è poco chiara. L'adattamento deve essere appunto adattare alla nostra lingua senza ovviamente (cosa ovvia, io la ribadisco sempre, ma va da sè) senza stravolgere l'originale, travisare il senso della frase dell'opera. Va tutto adattato anche grammaticalmente: non dico vado nella "di Carlo macchina", è differente la costruzione grammaticale inglese, e così il giapponese, la costruzione è diversa e io lo devo trasporre in italiano, senza cambiare il senso della frase e il significato

AC: Tu hai fatto l'adattamento di "The boy and the beast" che non era un'opera semplice

F: Io ringrazio la Lucky Red che a parte Miyazaki, il rimanente dei film giapponesi (Dragon ball, Capitan Harlock e quest'ultimo) affida a me l'adattamento o l'adattamento e la direzione del doppiaggio. E appunto la LR ha subito pensato a me per The Boy and the beast
 


AC: E' un film particolare con riferimenti al folklore giapponese quindi come hai deciso di affrontare la cosa?

F: Il film non è molto semplice, a tratti lento, meno avventuroso, ma molto bello che ti prende per l'evolversi di questo ragazzo, il rapporto con i suoi genitori veri e acquisiti e anche con questa dicotomia fra il mondo selvaggio e immaginifico e il mondo reale che è il nostro. Ho affrontato l'adattamento senza travisare l'originale, rispettando quanto si diceva e il suo significato. Ad un primo sguardo molte cose sfuggono, sia nelle immagini che nei dialoghi, poi a forza di vederlo lo spettatore potrà vedere molti passaggi particolari dove mi sono soffermato molto perché era appunto un'opera d'arte

AC: Quanto tempo ci metti ad adattare e soprattutto in che modo adatti, come lavori? Lavori anche di sera?

F: Io alla sera non riesco a lavorare anche se a volte sono costretto a farlo, mi serve concentrazione, calma e tranquillità, quindi lavoro al mattino. Andando avanti l'attenzione scema. Per The Boy and the Beast ci ho messo un mesetto circa, un po' meno forse ma venti giorni buoni tutti

AC: Fai degli studi per cercare di capire quello che vedi, tipo il folklore o hai sufficiente esperienza?

F: No no, per alcune cose semplici mi affido all'esperienza perché sono cose che già so, in altri casi tipo questo o l'Attacco dei giganti vado a vedere e a studiare, ad esempio quando cominciai trent'anni fa, i giapponesi identificano la luna piena con un coniglio, mentre per noi è il faccione della luna piena. In quel caso ho imparato questa cosa ma soprattutto al'epoca questa cosa bisognava adattarla, perché dire "guarda che bel coniglio" non voleva dire niente, adesso forse lo è di più, ma per forza di cose in tv o al cinema uno non ha la nota a margine per cui c'è la spiegazione, lì non te lo spiega nessuno

AC: Per i suffissi onorifici giapponesi, di difficile comprensione, in italiano, come fai?

F: Come da noi in italiano non si usa mister ma signore, oppure si usa il lei, anche noi abbiamo le nostre differenze fra paese e paese, nel caso delle produzioni giapponesi vedo caso per caso. Uso il termine "fratellone", signor, do del lei, oppure diversifico il modo di rapportarsi dei personaggi, lo faccio parlare più forbito oppure con un tono più umile o a seconda del tono dato all'opera

AC: Queste sono cose da noi fissati poi giustamente il pubblico mainstream...

F: Il pubblico mainstream neanche ci fa caso però non è un fatto da "fissati" ma di riproporre l'opera così com'è, non si deve nemmeno esagerare, perché si stravolge l'opera e non è di comprensione ed è un peccato

AC: Con me sfondi una porta aperta, trovo che si debba appunto rendere comprensibile il tutto in un adattamento e per me tu sei un punto fisso.

F: Grazie grazie fa piacere, ma alla fine non faccio niente di particolare, faccio il mio lavoro, cerco di farlo nel mgiliore dei modi e stop, fa piacere se si valorizza
 


AC: sei anche Direttore del doppiaggio: ti abbiamo visto in One Punch Man, una serie molto attesa che ha avuto un grande riscontro ed è stata portata in doppiaggio e poi in bd e dvd, tu hai avuto il coraggio di proporre un giovane volto, Alessandro Campaiola. Lo abbiamo incontrato a Napoli, all'inizio c'erano state un po' di critiche perché la voce era diversa, so da lui che  lui non era la prima scelta...

F: No, come fu per Gundam che venne Tomino a scegliere le voci per i personaggi, per OPM non venne regista o produzione ma ogni provino fatto abbiamo dovuto mandarlo in Giappone per una specie di approvazione. Furono fatti tantissimi provini per Saitama e Alessandro non fu la prima scelta, ma alla fine ci siamo affidati a lui e i primissimi turni sono stati belli pesanti per riuscire sia vocalmente ma anche a raccogliere la personalità.

AC: Non semplice perché il personaggio cambia voce più volte...

F: Esattamente, è difficile recitare, interpretare un personaggio quasi atonico, a meno che poi non diventa l'eroe e cambia di contraccolpo. Saitama è atonico, ma bisogna stare attenti a non farlo né noioso né troppo tonto.

AC: Avete una difficoltà ulteriore rispetto al passato perché venite dopo che la serie è stata vista subbata con le voci originali, molti possono fare il paragone che prima non c'era...

F: Esattamente, chiaramente è una cosa oggettiva e naturale, la versione italiana è diversa da quella giapponese, va da sè. Non troveremo mai la stessa voce, la stessa intensità del protagonista. Tra l'altro a volte i giapponesi hanno un gusto per le voci diverso dal nostro. Può capitare che un camionista abbia una voce fina, nella realtà può capitare, ma per noi un omaccione non ha la voce leggera e fina. Mi ha raccontato Tomino che per scegliere Char Aznable (personaggio Gundam) fecero provini lunghissimi, addirittura fecero inserzioni per trovare aspiranti doppiatori, cosa da noi impossibile. Ad un certo punto Tomino ha conosciuto per strada un cantante lirico, gli piaceva la voce e l'ha assunto per fare il personaggio. Questo da noi non si fa perché non è che incontro uno per strada, mi piace la voce e diventa doppiatore, senza trafila. In Giappone hanno un'ottica diversa dalla nostra.

AC: Altro personaggio difficilissimo Okabe di Steins;Gate, la summa del riuscire a trasporre le stesse emozioni dall'anime originale a quello in italiano.

F: La mia paura e la mia remora era che la voce di David Chevalier era completamente differente dall'originale (il bravissimo Mamoru Miyano). Io qualche timore ce l'avevo, ma siamo riusciti anche lì, faticando molto, io e il bravissimo David: siamo riusciti a trasporre in italiano la personalità del protagonista. Ci abbiamo lavorato molto e ci siamo anche divertiti, bravissimo David davvero.

AC: Saluti finali e aspettiamo terzo capitolo di Gundam Origini!

F: Si, in questi giorni sto dirigendo il terzo film di Gundam Origin, bellissimo, vi dico solo questo: Char fa cose inenarrabili.

AC: Quando lo potremo vedere?

F: Non ne ho idea, lo stiamo doppiando, dico io per Lucca forse