I Raggi Fotonici sono tra i pochi gruppi rimasti ad occuparsi prevalentemente di sigle televisive, con occhio di riguardo alla programmazione per ragazzi. Prima di affermarsi come band specializzata in canzoni per programmi televisivi, il gruppo a metà degli anni novanta inizia come cover band di sigle di cartoni animati ma vede la sua nascita ufficiale (con il nome attuale) nel 1996. 20 anni, una vita! Da amici ormai da tempo della band non abbiamo potuto esimerci dal fare una lunga e nostalgica intervista al cantante del gruppo, Mirko Fabbreschi, durante l'ultimo Romics ma facendo anche scorrere le immagini del concerto celebrativo tenutosi sul palco del Lucca Comics and Games.

Animeclick: Mirko tu sei per noi un mito, siamo cresciuti con le sigle dei cartoni animati e sappiamo che oggi queste sono in mano a pochissime persone. Voi siete un po' gli eredi di questa tradizione, sembra che siete arrivati adesso ma in realtà il vostro cammino inizia molto tempo fa no? 

Mirko Fabbreschi: Beh si, compiamo 20 anni di attività esatti quest'anno. Abbiamo iniziato con la prima sigla nel 1996. Abbiamo raccolto un'eredità che inizialmente era un po' inconsapevole. La consapevolezza, del fatto che stavamo entrando a far parte del panorama musicale e culturale dei bambini, è giunta alla fine degli anni '90. I bambini sono gli ometti di domani, quelli che come noi ricordano con piacere la chitarra di Forza Sugar o il riff di Sampei. Ancora oggi la ascoltano e dicono "questa è una bella canzone, oltre che essere una sigla". Non appena abbiamo capito questo, ci siamo un po' responsabilizzati e siamo passati dalla fase del "cazzeggio caciarone" della metà degli anni '90 al cercare di fare musica con serietà e impegno che tutt'oggi portiamo avanti. Anche perché questo è un lavoro molto bello perché siamo un po' dei privilegiati; non siamo forse i più bravi del mondo, ma siamo i più fortunati. Eravamo bambini che seguivano i cartoni animati nel anni '70 e '80 e che ancora oggi continuano a farlo con la fortuna di lavorarci dietro. Questo è un privilegio che va onorato ogni volta che arriva un ingaggio, ogni volta che entriamo in uno studio di registrazione; è un impegno che va onorato perché è una magia che dopo vent'anni ancora non ha fine. 

Torniamo indietro, come sono nati i Raggi Fotonici? Eravate degli appassionati, andavate per fiere. Oggi infatti siamo al Romics e all'epoca c'era l'Expo Cartoon. 

Si, una delle nostre primissime apparizioni è stata proprio all'Expo Cartoon, nella vecchia fiera di Roma. Nasciamo però come appassionati, hai detto bene. Noi venivamo da esperienze diverse; eravamo una band che oggi è totalmente diversa, del nucleo originale siamo rimasti io e Laura. Eravamo un gruppo dove c'era chi aveva suonato con Paola Turci e Tony Esposito, il batterista suonava con Grazia Di Michele. Eravamo tutti "turisti" che suonavano con altri cantautori che operavano sulla scena musicale all'epoca e che ancora oggi sono sulla cresta dell'onda. Insomma venivamo da un'altra tipologia musicale, però ci divertivamo, durante le prove e nei momenti in cui ci incontravamo, a strimpellare le sigle dei cartoni animati che ascoltavamo quando eravamo bambini. 
Eravamo in pochi a fare questo; le prime cover band oltre a noi erano ad esempio Gli Amici di Roland, i Cialtroni Animati di Roma. Ci divertivamo veramente tanto a suonare quelle sigle, constatando che non erano quelle canzoncine/filastrocche che hanno cresciuto i nostri genitori. Se ci pensi i nostri genitori sono cresciuti con Oh che bel castello e nella Vecchia fattoria. 
Noi siamo forse la prima generazione cresciuta ascoltando le sigle, il pretesto era guardare il cartone certo, ma rimanevamo però imbambolati e affascinati da questa musica; era musica adulta, ci faceva sentire degli ometti già a 3,4 e 5 anni, ascoltando Vince Tempera, Detto Mariano e altri grandi autori della musica leggera italiana dell'epoca. Da adulti siamo rimasti quindi rimasti affascinati, come lo siamo tutt'oggi, da come quella musica era diversa dalla filastrocca che ascoltavano da bambini i nostri genitori. 
Ancora oggi tentiamo di mantenere quello standard, uno standard alto dettato da questi grandi autori che hanno creato e codificato un po' le regole di scrittura delle sigle degli anni '70.

 
Foto scattata durante l'ultimo concerto al Lucca Comics
 
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Qual è stato il vostro primo ingaggio e cosa avete provato quando per la prima volta avete realizzato una sigla per un cartone animato? 

Il primo ingaggio è stato per un Tg satirico di un circuito televisivo, oggi forse non esiste nemmeno più, che si chiamava TG K, non era quindi un cartone animato. Oltre questo c'era anche una serie a conduzione alla fine degli anni '90, condotta da Marco Santolamazza, oggi un comune amico. Lui operava allora in una televisione di Tivoli

Era il periodo delle televisioni private che la facevano fa padrone. Molti cartoni animati sono arrivati da noi grazie a queste e hanno dato lavoro a giovanissimi professionisti che poi si sono affermati come voi.
 

Si esatto. Questi sono ingaggi però che non ci sono arrivati, li siamo andati a cercare. A un certo punto continuando a suonare le sigle, ci siamo posti un problema di fondo. Le sigle storiche, quelle che noi possiamo eseguire durante i concerti e che tutti cantano, sono 20, 30 o 40. Ci siamo chiesti noi tra vent'anni cosa faremo, continueremo a cantare le solite sigle? Non ci annoieremo? Sarebbe bello se ne realizzassimo di nostre. 
Abbiamo iniziato così a stolkerare tutti gli amici che avevano una piccola trasmissione in una di quelle piccole tv private dicendo: "ci fate fare una sigla? La fate cantare a noi?" Con Marco Santolamazza, su una trasmissione chiamata Spazio Manga, è stato così; realizzammo quindi la sigla del programma che fu poi il nostro fiore all'occhiello in quegli anni. Eravamo veramente felicissimi di averla scritta. 


Che anni erano? 

Credo proprio appunto 1998. La sigla di Spazio Manga l'abbiamo realizza ispirandoci a Lancillotto 008, siccome non avevamo ancora capito come funzionasse la scrittura televisiva di una sigla. È nata poi una sigla che andava poi in tutt'altra direzione, ma ci piaceva quel particolare fare zompettante, anche della serie stessa. 
DA lì poi di televisione privata in televisione privata, ci fu la piccola opportunità di realizzare una cosa, anche in maniera rocambolesca, per Rai 2 e da qui poi è nato un rapporto di fiducia. 
Rai 2 prima e ad oggi il comparto Rai, è nato un rapporto, un sodalizio che ancora oggi dura, basato appunto sulla fiducia reciproca.
 
I raggi Fotonici di metà anni 2000
 
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Come nasce una sigla? Ora abbiamo una persona che ce lo può dire. Un Digimon o un Dendoh, come nascono? Prendete le basi giapponesi come è successo per Fairy Tail e penso anche per Dendoh, non ricordo perchè ho sentito la versione giapponese su dvd dynit e in televisione la vostra versione. È tutto materiale vostro? 

Non c'è una modalità, diciamo che nella metà dei casi, oggi le modalità variano a seconda della volontà dell'editore. Prima c'era interesse discografico, quindi si scriveva anche la musica perché c'era appunto un'interesse commerciale a vendere musica e ad editare musica italiana. La regola quindi era scrivere anche la musica originale, con alcune anomalie, spesso dettate dal poco tempo, tipo Jeeg Robot d'acciaio, Starzinger e Mazinga Z dove sono state prese le basi giapponesi. 
Oggi gli equilibri si sono invertiti, anche se a volte capita di scrivere musica. Le modalità di scrittura sono sostanzialmente due, e sono filoni completamente diversi. Uno più semplice ed è quando ci capita di scrivere da zero musica e parole, ad esempio Guru Guru e Dendoh, dove in qualche modo noi utilizziamo oggi le regole che si utilizzavano negli anni '70. Prima stavo citando Vince Tempera, che è stato uno dei primissimi ad usare il suo mestiere musicale per scrivere una sigla; forse perché i primi esempi di sigla in senso classico sono precedenti, penso a Barbapapà e Heidi, per cui 1975/76. Anche se per Heidi il testo è di Migliacci, ma la musica è quella originale quindi internazionale. 
Ufo Robot, scritta da Tempera utilizzava dei canoni che ancora oggi si utilizzano, che ora non sto qua a raccontarvi, ma qualche anno fa mi sono divertito a scrivere un libraccio che si chiamava Cartoon Heroes e raccontava la storia delle sigle tv in Italia e qui elenco queste 10/12 regole di scrittura; che ne so: annunciare il titolo in apertura, che non è regola ma alcuni esempi sono Ufo Robot o Capitan Harlock oppure ancora Dragon Ball e Guru Guru. Il fatto di annunciare chi sta per arrivare; tu bambino che stai nell'altra stanza o nella cameretta a fare colazione, corri di fronte al televisore perché sta arrivando il tuo eroe. Il bambino sente subito il richiamo. 
Oltre a questa tutta una serie di altre regole, una di queste a cui facevamo cenno poco prima, è il fatto di essere radiofonici attuali, io bambino non mi devo sentire scemo o un bambino di tre anni, non devo ascoltare la musichetta di Peppa Pig, quella va veramente bene per quando ho tre anni, ma io a sei anni mi voglio sentire adulto, quindi quello che facciamo noi utilizzando il rock o che fa Giorgio Vanni utilizzando quell'impianto un po' più pop o dance. Questo fa si che io bambino o io adolescente mi sento adulto perché quella sigla assomiglia a quella musica che va su Radio DeeJay, Radio Rock, che ascoltano i miei genitori, mio zio... quindi non ti sto cantando una filastrocca ti sto cantando una canzone figa che poi guarda caso preannuncia un cartone animato, si spera altrettanto figo. Questa è una modalità di scrittura. Funziona ieri come oggi, ti chiamano si fa una riunione con la produzione e l'editore che ti racconta di cosa parla il cartone, si vedono delle immagini e oggi internet ci agevola. Una volta era più complicato si vedeva un nastro e nascevano dei fraintendimenti come gatti che diventavano procioni; oggi per fortuna tutto è più scientifico, esistono Wikipedia, Youtube.


Non è neanche detto perché gli errori ci sono anche oggi, anzi è peggio, con tv e internet, perché l'utenza viene da te e ti dice ma che cacchio hai scritto? 

Però questo è un grosso vantaggio. Noi per esempio, è una cosa che non dico quasi mai, ogni volta che arriva una serie, che ne so la serie di Peter Coniglio, dico un titolo a caso, ma perché abbiamo fatto la prima serie e so che  in questi giorni sta per andare in onda la seconda serie, sono andato su Wikipedia mi sono visto due puntate in inglese che mi hanno mandato dall'Inghilterra; la storia quella è, un classico inglese di Beatrix Potter. 
Quando invece arrivano cartoni animati giapponesi, americani, ma di una certa importanza (noi lavoriamo molto per Cartoon Network che fa prodotti molto particolari) io sono solito andare a fare l'intruso nei forum o per esempio nei gruppi e nelle comunità italiane che trovo su Facebook e sotto mentite spoglie o a volte dicendo "ragazzi datemi una mano, quali sono i valori fondamentali di questo cartone animato, di cosa parla, cos'è che è bene dire e cosa invece è trascurabile"; questa cosa fa sì che spesso scriviamo meno castronerie possibile, soprattutto nella parte del testo. 

 
I raggi Fotonici di oggi durante lo spettacolo " Carta Canta" All'Auditorium Parco dell Musica di Roma
 
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Questa è una cosa che è bene che le persone sappiano, voi siete appassionati e quindi questa è una cosa  positivissima. Tu ti metti proprio nei panni del fan, dici "io voglio far contento il fan". Su internet a volte si dice "questi fanno le sigle" non voi ovviamebnte, parlo in generale "così perché devono farlo per lavoro e non gliene frega niente di quello per cui stanno lavorando". Per voi invece questo non è vero. Io ho visto diversi titoli che avevate preso voi, in cui tu ti sei interessato a che cosa stavi prendendo sia come sigla che proprio come media.

Si guarda, più che fare contento il fan, perché se no sembra che il nostro lavoro è leccare il culo ai fan, voglio fare contento me, perché io ho sempre un'immagine di fronte ai miei occhi. 
Nel '98 se non sbaglio, non vorrei sparare date a caso, condussi una trasmissione su Radio Italia, si faceva d'estate in diretta da Castel Sant'Angelo a Roma insieme a Federica Rinaudo, che oggi è una valente giornalista in forza al Messaggero, e durante questa trasmissione, dove parlavamo di tv e io mi occupavo della parte musicale, quindi lanciavo i dischi inerenti a sigle e colonne sonore, ospitammo quello che per me è una vecchia conoscenza, Detto Mariano, che portò un cd che aveva prodotto da poco dove raccoglieva tutte le sue sigle, e mi disse "io ho tenuto a scrivere nella prefazione che non scrivo tanto per i bambini di oggi quanto per gli ometti di domani" e qui mi dissi "cavolo ma è vero".
Io all'epoca avevo realizzato una sigla che si chiamava Superdoll Rika-chan, che cantava Laura come voce femminile perché una di queste regole empatiche di scrittura vogliono che le principesse sia cantate da una voce femminile e i robottoni da una voce maschile. Questo è il motivo per cui I Cavalieri del Re avevano Riccardo Zara o Clara Serina, per cui Rocking Horse erano i Superobots, ma Douglas canta in falsetto Candy Candy e mentre con la sua voce rock cantava Babil Junior. È una questione proprio di immedesimazione. Cristina d'Avena funziona perché è ancora oggi , anche se non realizza più sigle per sua volontà credo da qualche anno, ha una voce meravigliosa, che io adoro perché è credibile come ragazzina. Non vai a dire "oddio c'è un'adulta che sta facendo la voce della ragazzina", lei ha la voce fresca delle ragazzine ed è credibile; io mi immedesimo in lei ed è credibile come bimba. 


Anche lì però, quando c'era il titolo da maschietto, le affiancavano sempre il maschietto, che poteva essere il Giorgio Vanni o il Marco Destro di turno, come fate voi tutt'ora.

Questa, guarda, è una regola che risale agli anni '70, nessuno si è inventato niente. Ti dicevo che  tra il 1978 e 1980 sono state codificate delle regole. Ora mi spiace divagare, ma Italia, Giappone e poche altre realtà nel mondo hanno questa anomalia. In Italia e in Giappone le sigle dei cartoni animati sono diventate un genere; esiste l'hip hop, il blues, il country ed esistono le sigle. È un genere in fortissima sofferenza nel 2016 per motivi editoriali e televisivi, perché è cambiato il mercato televisivo, però ad oggi continua ad essere un genere, in sofferenza ma sempre un genere, con degli interpreti che fanno questo. Non esiste nel mondo questo genere, Laura la nostra voce femminile è olandese, in Olanda se arriva un cantante che viene pagato, fa una sigla e dal giorno dopo fa altro. In Italia sono esistiti i Cavalieri del Re, Cristina d'Avena, Superobots, Giorgio Vanni, Raggi Fotonici; domani esisterà spero qualcuno che porti avanti questo, questo il motivo per cui tutti, anche noi, continuiamo a promuovere la cultura delle sigle che è un genere che non deve morire, non deve essere come alcuni generi di musica classica che hanno iniziato a puzzare di muffa perché non sono stati più prodotti, Si spera che invece il genere sigla sia ancora portato avanti con onore da altri ragazzi.

Mirko Fabbreschi con Kotaro e Ironic74 durante il Lucca Comics and Games di due anni fa
 
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Ovviamente si ispireranno a voi, come voi vi siete ispirati ai grandi maestri del passato. Una domanda banale, qual è quella sigla che veramente vi ha fatto sentire arrivati, nel senso faccio questa sigla e mi sento un figo? Ho sentito per esempio che Dendoh ti è piaciuto moltissimo perché sei appassionato ovviamente di robottoni e finalmente facevi la sigla del robottone. Però proprio scavando nel passato qual è la sigla che veramente siete stati orgogliosi e felicissimi di fare in quel momento?

Ecco, diciamo questo, quella che ci ha fatto sentire arrivati, darò una risposta politicamente corretta ma credimi è vera, non c'è, nel senso quella non faremo mai perché noi operiamo nella nicchia della nicchia della nicchia; però capisco che poi chi vive di un mestiere, e questo vale per tutti (chi fa doppiaggio, chi si occupa di sonorizzazione), è sempre convinto che il mondo sia sigla centrico, doppiaggio centrico. Io vado a fare la spesa, ma nessuno mi caga o mi fa sconti da nessuna parte, per cui nessuno di noi è arrivato, nessuno di noi è Michael Jackson e sarà mai studiato in nessun libro di storia. 
Siamo degli appassionati che hanno il privilegio di vivere della propria passione e devono farlo con onestà e con la gratitudine che questo privilegio ti dà, per cui arrivati no figurati. Siamo però stati orgogliosi a volte di fare cose che ci è piaciuto molto registrare e ci piace ora continuare a riproporre, Dendoh è una di queste insieme a Super Girls Ragazze alla moda; la recentissima LBX andata in onda su K2 è un'altra che ci ha divertito molto. 
Le sigle di Fairy Tail, le due mai andate in onda, per le quali eravamo così felici e ci hanno entusiasmato tanto che abbiamo voluto ugualmente condividerle con il fandom. Ne stiamo realizzando un'altra adesso mentre stiamo parlando, ma non ti posso dire niente; è sempre un anime tratto da un gioco e quest'ultimo ci sta anche entusiasmando molto. Capita quindi continuamente che ci entusiasmiamo e che diciamo "che bello gli ometti di domani", tornando a Detto Mariano, "ascolteranno questa canzone e forse non diranno ma guarda che cagata che sto ascoltando, è una bella canzone" e la ricorderanno come noi ricordiamo le sigle dei Superobots e dei Cavalieri del Re.


 

Ti piacerebbe fare una sigla di Lupin o di qualche altro grande del passato? Sappiamo che stanno tornando di moda, recentemente stanno riproponendo il nuovo Uomo Tigre, lo stanno riproponendo in Giappone insieme ai Cyborg e Lupin lo hanno già riproposto. Di quale tra questi personaggi ti piacerebbe magari fare la sigla?


Oddio guarda è sempre un rischio. Ora non voglio fare il calcolatore, mi sarebbe piaciuto forse negli anni '80 scrivere la sigla dell'Uomo Tigre o la sigla di Lupin. Ci è capitato, che ne so, l'Ape Maia andava in onda negli anni '80 e recentemente abbiamo realizzato la sigla della nuova Ape Maia e abbiamo scritto la colonna sonora italiana per il film al cinema della nuova Ape Maia; però era una cosa diversa, nel senso che era la nuova Ape Maia non sostituiva quella vecchia. Fan state quindi tranquilli non abbiamo infangato nessuna memoria. È una nuova Ape Maia con delle nuove storie e un restyling in 3D che tanto piace ai bambini e fa schifo ai genitori, ma giustamente, così come in 5D dove si sente l'odore del miele piacerà ai figli dei bambini che oggi apprezzano quella in 3D e a cui farà schifo questa tecnologia che fa sentire anche l'odore della cacca dello stercorario che incontrerà l'Ape Maia nella puntata 14. Per cui qui noi ci siamo sovrapposti e l'abbiamo fatta con questa dignità. 
A volta è capitato però di andarci a sovrapporre, penso a Daltanious, ad un certo punto ci fu chiesto di realizzare una sigla per Daltanious, scegliemmo di coverizzare quella vecchia e di ricantarla in duetto con i Superobots. Questo è successo mi pare nel 2003/4. 
In questo momento, mentre stiamo parlando, ci stiamo occupando di una sigla di un cartone animato storico e il risultato non è quello che noi avremmo voluto, abbiamo scelto di firmarla con uno pseudonimo e di avvalerci anche di collaboratori esterni, perché in coscienza non è quello che i Raggi Fotonici avrebbero fatto quindi usiamo un altro nome. Non diciamo il nome di questo titolo. È una soluzione inedita questa, non l'abbiamo mai adottata; in futuro laddove la coscienza ci dirà "Mirko, Laura, Dario, ma che state facendo, voi veramente andate fieri di questa cosa? Ni", perfetto faremo quello che all'epoca hanno fatto Douglas Meakin, Cristina d'Avena. Quanto mi dai per questa sigla? Bene dammi il doppio perché purtroppo mi fa male lo stomaco a farlo e te la firmo con un altro nome; è lavoro e purtroppo anche noi Raggi mangiamo. Ci chiamiamo Raggi Fotonici, ma abbiamo fatto le sigle di Hello Kitty quindi figurati. Laddove però la coscienza non ce lo consente adotteremo queste soluzioni. 
Per ritornare quindi non andrei a ricantare sigle di cose che hanno già una sigla, laddove c'è l'originale. Se arriva una serie nuova, come appunto mi dicevi l'Uomo Tigre nuovo, se riusciamo ad entrare dentro lo spirito del nuovo Uomo Tigre sarebbe bello scrivere quella sigla. 
Mi sarebbe piaciuto, se avessi avuto vent'anni nell'81, scrivere la sigla di Jeeg Robot d'Acciaio che è il mio mito d'infanzia; quindi questo, ma servirebbe la macchina del tempo. 

 
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Chiudiamo, ovviamente non parliamo di Cartoon Heroes e di tutte le cose che avete fatto, ci sono i video che abbiamo fatto in passato quindi su Youtube li trovate facilmente, sono bellissime cose di cui abbiamo sempre parlato. Ora volevo invece concludere parlando di quello che sarà il vostro spettacolo a Lucca, lo spettacolo commemorativo, ovviamente durante quest'intervista ci sono stati proprio gli intermezzi musicali che sono appunto di Lucca, volevo sapere quindi come vi stavate preparando e cosa stavate preparando per quest'evento.

L'hai appena detto tu, compiamo 20 anni quindi è una celebrazione, ma non tanto perché altrimenti sembra che uno fa l'auto-celebrazione, invece è la celebrazione di una strada, proprio di un percorso che abbiamo condiviso un po' con il pubblico, con dei colleghi, perché nessuno di noi è Mozart che basta a sé stesso, ma questo è un lavoro fatto di squadra. Noi spesso ci mettiamo la faccia, andiamo sul palco e cantiamo, ma c'è il direttore del doppiaggio che ha fiducia in noi, c'è una persona con cui magari condividiamo la linea del canto e dell'arrangiamento, anche musicale laddove scriviamo da zero la musica, e su quel palco ci saranno anche degli amici che hanno condiviso con noi questo percorso. In questo momento va in onda Super Winx, un cartone animato molto amato dai più piccoli, che abbiamo cantato con Stefano Bersola e quindi lui sarà con noi; Douglas Meakin con cui abbiamo cantato Daltanious, per non rovinargliela a suo tempo, che poi si è prestato a essere corista in alcune nostre sigle, Dendoh in primis, e Divento verde per Hulk, quindi sarà con noi anche lui sul palco. 

Quindi non è solo uno spettacolo dei Raggi Fotonici? Sarà quindi Raggi Fotonici & Friends, com'è classico ormai da un po' di tempo a questa parte.

Si diciamo che il bello è che sarà uno spettacolo dove ci sarà la band dei Raggi Fotonici al gran completo, quindi 7 strumentisti sul palco con dei piccoli camei. Non sarò un vero e proprio Raggi Fotonici & Friends, nel senso che dedicheremo loro lo spazio che hanno avuto nella vita dei Raggi Fotonici. Ecco Douglas non canterà Candy Candy, per testimoniare il fatto che abbiamo condiviso dei momenti che fanno parte della nostra storia e che si spera facciano parte anche della storia di altri ragazzi. 
Ci sarà Maura Cenciarelli, perché ti ripeto questo percorso è fatto di amici che poi fuori dallo studio di registrazione si frequentano e al limite ti consigliano, dicono "ma io avrei fatto così" oppure "questa sigla falla suonare più come quella canzone lì". Queste persone quindi per noi sono preziose, saranno sul palco con noi e celebreranno un po' questi nostri vent'anni di attività. 


È bello questi aggancio tra voi che siete il presente e il passato, che veniate comunque consigliati dal passato. 

Con Maura Cenciarelli per Gumball, una serie che va su Cartoon Network e su Boing (io presto la voce a Gumball quando canta e Maura è mia sorella perché presta la voce a Darwin) sul palco ci divertiremo anche a fare degli intervalli canori, così come facciamo al doppiaggio. Maura oggi non è più una bambina, ma è un'adulta, una professionista, che nel passato era donna di sigle e oggi è una donna di doppiaggio; però ancora oggi è un'amica e soprattutto una persona con cui collaboriamo e che quindi è preziosa anche nel nostro lavoro, perché poi condividiamo spesso dei momenti e delle scelte. 

Conosciamo tante cartoon cover band, è un genere che sta andando molto ultimamente anche fra i più giovani, anche per persone degli anni '80/89/90/91, persone che non hanno vissuto in pieno questo impatto delle sigle degli anni '70 '80, ma invece quello dopo. Tutte persone che hanno un sogno nel cassetto che è quello di essere i Raggi Fotonici del futuro, di riuscire a passare appunto da cover band a persone che si occupano di sigle. 
L'ultima domanda che ci tenevo a fare è: che consiglio puoi dare?


Stiamo freschi!! La banca, o come cassiere, o la banca come rapinatori, questo è il consiglio che mi sento di dare.
Si è complicato, sai perché? Perché, ora sembra che possa essere un mestiere fare sigle, siamo veramente un manipolo di pochi fortunati, miracolati; parlo anche per quelli che per noi sono dei monumenti a questo genere. Cristina d'Avena, Giorgio Vanni e noi stessi che in un altro paese saremmo stati dei musicisti punto e chiamo diventati in qualche modo dei privilegiati riconoscibili all'interno di questa nicchia, di questo genere. 
Cristina tra l'altra anche fuori dalla nicchia, lei è voce volto di un genere. 
Questo però per dirti che è complicato far parte di una nicchia così ristretta di miracolati, quindi quello che mi sento di dire è una cosa se vuoi banale che però si può applicare un po' a tutti i generi della musica, cioè il divertimento, la passione. Se poi arriva il miracolo... 
Questo è come dire, se io cammino per strada a un certo punto trovo 100 euro, come si fa a diventare trovatori di 100 euro? Non c'è un modo, devi avere un "coso" così, però l'importante essere uno che ha passione a camminare per strada, che si diverte e ha il piacere di camminare per strada, che guarda il cielo e la bellezza degli alberi, poi se hai culo sei doppiamente felice: 1 perché hai camminato e hai goduto della bellezza del cammino che tu hai fatto 2 perché hai trovato 100 euro. 
Questa è una cosa che ripetiamo anche a noi stessi, all'inizio della nostra chiacchierata ti dicevo che siamo dei miracolati, che ogni volta che abbiamo un ingaggio ed entriamo in studio, ci inchiniamo verso casa di Vince Tempera, così come ci si inchina verso la Mecca. Facciamo così perché appunto dobbiamo essere grati di questa opportunità che il fato ci ha dato.
La bellezza è il fatto che noi facciamo musica, campiamo di musica; io e i miei colleghi non facciamo altro lavoro. Settimanalmente ci dedichiamo alla scrittura televisiva, alla musica e il nostro entusiasmo è questo: che meraviglia facciamo musica, campiamo di creatività per cui chi fa questo lavoro deve essere felice prima di tutto perché esprime la propria creatività, la musica, se poi capita che si riesce a fare una sigla e che questo si trasformi in un mestiere, cosa che io auguro ai ragazzi, perché diciamo che è bene che questo genere non muoia con gli interpreti che ad oggi operano sulla scena, ma che continui a vivere; quindi a qualcuno toccherà insomma che tra vent'anni si dovrà fare una sigla. 
Noi però per prima cosa dobbiamo essere felici di essere musicisti che ora lavorano come fosse pongo la propria fantasia e fanno le proprie cose. 


Io mi auguro appunto che vent'anni mio figlio ti verrà a intervistare per i quarant'anni, perché voi sicuramente ci arriverete, io mi sa un po' meno, e quindi tantissimi auguri ai Raggi Fotonici che hanno veramente dato parte a tanti nostri sogni e dei bambini di oggi. Veramente un in bocca al lupo per tantissime cose che stanno ancora nascendo e il tantissimo lavoro che ancora vi arriverà. Veramente di cuore noi vi auguriamo altri vent'anni di questa carriera. 

Grazie e crepi il cacciatore ovviamente e altri vent'anni di questa carriera. Speriamo di sì però ribadisco, se mai dovesse finire domani perché nessuno ci ingaggia più, altri vent'anni, anzi altri 200 anni che mi auguro di musica. È l'augurio che faccio anche a chi sta leggendo: che voi possiate continuare ad ascoltare della bella musica, abbinata a immagini e cartoni animati, che spesso sopravvive alle serie che voi guardate; che voi possiate canticchiare ancora altre miliardi di sigle e di canzoni belle, perché è questo che questo genere si merita.  

Viva le sigle!!