Lunedi 31 ottobre durante il Lucca Comics and Games, Sala Incontri Guinigi Japan Town ore 16:00, si è tenuto l'incontro "Anime contro Cartoni: Vecchio e nuovo fandom a confronto/scontro sull'animazione giapponese del passato e del presente...verso il futuro".
L'incontro, davanti ad una sala gremita fino all'ultimo posto, si proponeva come un confronto tra due realtà generazionali che sembra non avere mai fine, tra cultori del "vintage" e del nuovo alla ricerca di un punto di incontro.
Partecipano all'incontro importanti esponenti del settore: Alex Corazza per Dynit, Orlando Leone per Man-Ga, Paolo Baronci per VVVVID, Lorenzo Nutini e Kinoppi per RadioAnimati e il doppiatore Maurizio Merluzzo.

Modera Alessandro "Ironic74" Falciatore.
 
 

Io comincerei partendo da RadioAnimati. Com'è iniziato questo amore per i cartoni animati giapponesi? Qui abbiamo Kinoppi, che sta in Giappone da una vita e fa avanti e indietro (beato te!), e Lorenzo, che invece è appassionato storico di sigle e di cartoni animati. 

Lorenzo: Tutto è partito da Sigletv.net, nel 2000, e poi RadioAnimati è arrivata successivamente, nel 2008. Per quanto riguarda la passione delle sigle ovviamente da spettatore e appassionato. La sigla televisiva aveva come scopo, e ci riusciva quasi sempre, quello di attrarre la tua attenzione e di fidelizzarti a quello che era un cartone animato che dovevi seguire. Tu da bambino ci cascavi in pieno giustamente; per cui quando Albertelli e Tempera raccontano come è nata la sigla di Goldrake e quali espedienti musicali hanno utilizzato, quello che raccontano sempre è quello di aver volutamente utilizzato il giro di tromba all'inizio, seguito poi dal ritornello "Ufo Robot, Ufo Robot". Questo proprio con l'intento di attrarre l'attenzione dello spettatore verso la televisione. La sigla quindi nasce con questo scopo.

Secondo te perché questo colossale amore per il prodotto giapponese ce lo siamo portato dietro per tutti questi anni? 

Lorenzo: Beh ci siamo portati dietro questo perché per la prima volta hanno spazzato via un immaginario che fino a quel momento era stato estremamente interessante, ma anche molto monotono; per cui hanno portato qua culture, immagini, storie/trame ed eroi completamente diversi da quelli che fino a quel momento eravamo abituati a vedere. Oggi forse, chi è nato successivamente, può far fatica a immaginarsi questo cambiamento culturale, però all'epoca, quando è iniziato (si parla della fine degli anni '70) fu un vero stravolgimento, che i miei/nostri genitori difficilmente comprendevano e per questo veniva attribuito all'animazione giapponese un sinonimo di bassa qualità, violenza, e tante altre cose. In realtà i bambini se ne fregavano.
Sempre Albertelli e Tempera raccontano come sia stato difficile per loro realizzare la sigla di Capitan Harlock perché furono accusati di appoggiare il fascismo per il pirata nero, il teschio ecc ecc. Era anche un'altra epoca di costumi e della politica italiana, tante cose erano diverse da quelle di oggi e ora vengono date per scontate mentre all'epoca non lo erano.

Abbiamo detto anime contro cartoni, che è una forzatura ovviamente, anime e cartoni sono due modi diversi per indicare la stessa cosa. Io vi racconto un aneddoto. Ero ad una fiera ma non ero ancora il webmaster di Animeclick. Ero andato in Sicilia per allestire per la prima volta uno stand AnimeClick, e mi sono trovato un ragazzino che mi chiede di un manga. Gli ho detto guarda questo è un manga di cui hanno fatto il cartone e lui "Ma cosa stai dicendo, ma proprio voi che siete di AnimeClick , si dice anime!!!", mi ricordo ancora Francesco (Zelgadis) che mi guarda e dice, "Ma vuol dire la stessa cosa".  
Perché ovviamente in Giappone il termine anime vuol dire...


Francesco "Zelgadis": Vuol dire la stessa cosa, è solo il termine giapponese. 
 
anime-contro-cartoni1.jpg


Diciamo che per noi di una certa età non c'è questa differenza, erano tutti cartoni animati.
Io ora chiamerei Tony della pagina Facebook "Sopravvissuti ai traumi infantili provocati dai cartoni animati giapponesi". 


Tony D Stark: Ciao a tutti! Io sono Tony D Stark, come mi stava introducendo Alessandro, della pagina Facebook "Sopravvissuti ai traumi infantili provocati dai cartoni animati giapponesi". Ringrazio subito il nostro fondatore Gianpaolo Sacconi per aver creato un titolo così semplice, che però effettivamente racchiude un po' tutto quello che rappresenta per noi il cartone animato dell'epoca, ossia un trauma. Se noi ci immergiamo, già a partire dalle sigle fino al contenuto di ogni singolo episodio, in questi cartoni animati rimarremmo traumatizzati, soltanto al ricordo.
Pensate, una su tutte, alla puntata di Mazinger dove Jun, una ragazza di colore, che cerca di togliersi la pelle perché si vergogna ad essere nera. È un qualcosa che ad un ragazzino che forse può avere un paio di anni, tre, esagerando sei anni, rimane effettivamente impressa; come a voler introdurre il bambino ad un qualcosa cui per adesso non aveva mai pensato. Ad esempio vedo la persona che a mare porta le stuoie per venderle e lo collego a un personaggio di un cartone animato, questa dà un effetto profondo.
Capire quale può essere un trauma e trasportarlo nella vita reale mentre stai crescendo ti aiuta effettivamente a capire determinate cose, cose che poi spaziano dappertutto. Faccio un esempio, prendo i robot di Gō Nagai che sono stati il nostro pane quotidiano. C'è una puntata in cui devono sconfiggere il mostro buttando bombe atomiche, termonucleari ecc... alla fine tutto si trasforma in una barzelletta, ma grazie a un gioco di squadra riescono a sconfiggere il cattivo di turno e se ne vanno a casa dicendo "Anche oggi siamo riusciti a difendere la nostra terra".  
Insieme però a tutti questi traumi, ti davano anche tantissimi valori. Questi valori che ci hanno insegnato tanto e che probabilmente potevano essere anche accusati di avere significati politici, quest'opinione potrebbe essere opinabile, come si diceva prima. Siamo cresciuti sentendo quelle canzoni che inneggiano a valori come la libertà, la pace, la distruzione del male.
Le stesse divinità create da Nagai erano le divinità protettrici che combattevano e salvavano dal male. Quindi lui attraverso i cartoni animati ha vissuto il dilemma tra bene e male, magari in modalità estrema. Questo dilemma lo abbiamo visto in termini sportivi, con l'Uomo Tigre, in termini di tipo robotico, l'abbiamo visto nello spazio e nella terra, dappertutto anche nel confronto tra i bambini, con Candy Candy...

Ti ringrazio, però a questo punto, innanzitutto presentiamo tutti gli ospiti. Lorenzo e Kinoppi di RadioAnimati, Alex Corazza di Dynit, sono qui in qualità di appassionati perché hanno già avuto le loro conferenze quindi non rompiamogli le scatole con "portaci i bluray" , Orlando Leone, Paolo Baronci di VVVVID e Maurizio Merluzzo, in versione di doppiatore, fan, di tutto e di più. 
Ecco io vorrei fare una domanda a Paolo e Maurizio. Le sigle: VVVVID porta le sigle originali e tu doppi le serie moderne. Oggi giorno la sigla giapponese può sostituire la sigla italiana? Oppure a volte c'è ancora spazio per la sigla italiana? Io ricordo che era la sigla che ricordavamo non il cartone.


Maurizio: Molte volte si, Io ho un'idea, una risposta a quello che mi hai chiesto. Adesso si differenzia molto la piattaforma sul quale è possibile vedere un cartone animato o un anime. Ci sta il web, con Netflix per esempio, e c'è la tv. Se il cartone va in tv il fan vuole la sigla in italiano, perché ogni volta che una serie va in tv, io leggo molto spesso "Chissà come sarà la sigla", mentre a me se lo guardo sul web, su VVVVID o su Netflix, sta bene la sigla originale e ritengo sia giusto ci sia quella, non so perché, forse è un discorso di approccio o di abitudine.
Sul web, prima che arrivassero queste realtà, che ti fanno usufruire di un prodotto legalmente, in altissima qualità, ti andavi a cercare l'anime streaming e avevi la sigla originale. Quindi per un discorso di abitudine al mezzo, io se cerco su un computer, se cerco online, non mi aspetto la sigla italiana, ma se aspetto l'una e mezza su Italia 1 sì.
Ti parlo dal mio punto di vista, di quello che è il mio approccio mentale alla cosa, a me farebbe stranissimo vedere la sigla in giapponese in tv, cosa che succedeva su Rai 2 con il primo doppiaggio dei film di Dragon Ball Z. Ecco forse, però, è stata una delle pochissime volte.

Però su MTV le sigle erano giapponesi, voi ne sapete pure qualcosa, le avete portate, sia Yamato che ovviamente anche Man-Ga, che ha trasmesso le sigle in giapponese. Poi all'epoca, stiamo parlando degli anni '90, su MTV andavano le sigle originali. Evangelion, per esempio, deve buona parte della sua fama grazie alla canzone. Chiedo agli esperti di Distopia evangelion.

Distopia Evangelion: Grazie a Zankoku na tenshi no these e Fly Me to the Moon che sono due colonne portanti appunto, della musica in Giappone; cioè Zankoku na tenshi no these rimane prima nelle classifiche del karaoke, Fly Me to the Moon ha vissuto una seconda giovinezza in Giappone dove era già famosa prima e lo è diventata ancora di più. La cosa paradossale è che, qualche mese fa ero a Torino, e c'era un duo jazz che suonava per strada e suonava proprio Fly Me to the Moon, e l'unica persona che si è fermata e applaudiva come una pazza era una signora di quarant'anni giapponese. Questo è significativo, come la musica abbia cambiato completamente l'approccio. 

Sono stati quei signori lì (Dynit) che hanno portato le sigle giapponesi. 

Alex: Credo che abbia fatto un discorso da girellaro perché io non penso sia il mezzo che fa la scelta sulla sigla. Credo che siamo in un'epoca in cui il cartone animato giapponese, per integrità, debba conservare la sigla giapponese. Penso che i fan di oggi non accetterebbero un anime con la sigla tradotta in italiano.

Guarda casualmente ho un cantante di sigle, Stefano Bersola (Lamù, City Hunter). Cosa ne pensi?

Stefano: Penso che le sigle possano coesistere, è giusto che gli appassionati delle sigle giapponesi apprezzino la sigla originale, ma insomma, diamo anche lavoro agli italiani. Quindi a chi piace la sigla italiana può ascoltare la sigla italiana e a chi piace quella giapponese può ascoltare la sigla giapponese. Perché limitare una possibilità maggiore di ascolto? 

Alex: Diciamo che siamo modici, sigla di testa in italiano e sigla di coda in giapponese. 

Siete voi che dovete decidere.

Stefano: Potrebbe essere una soluzione. 

Maurizio: Perdonatemi se vi disturbo. Faccio un piccolo esempio, quando Man-Ga ha  rimandato in onda, pochi anni fa, l'anime di Kenshiro e aveva You Wa Shock, è stato il delirio perché loro sono stati costretti a mettere la sigla italiana alla termine della sigla finale di Kenshiro; i fan pretendevano la sigla italiana. 
 
anime-contro-cartoni2.jpg


Voi di RadioAnimati, gli ascoltatori cosa preferiscono?

Lorenzo: Allora 50 e 50 ovviamente, un po' come in questa sala. Ci sono gusti diversi. Anche secondo me non è una questione legata al mezzo. Dico che sicuramente è giusto rispettare l'opera giapponese in quanto tale e quindi la sigla come parte integrante dell'opera stessa, però ricordiamoci che se oggi siamo qua e siamo tanti, ed esiste anche una Japan Town ecc, è perché questa cultura e questo mondo sono diventati popolari da noi e per diventarlo è passato attraverso un'italianizzazione del loro prodotto che sicuramente l'ha reso più fruibile a un pubblico giovane, molto giovane.
Magari non può avere Netflix, ha giusto il digitale terrestre e nemmeno Sky per vedere i cartoni animati. Per cui non vorrei che la strada per rendere tutto estremamente più fedele all'originale portasse nel tempo ad un allontanamento. 
Secondo me quindi, la serie di un cartone animato che va su Netflix forse ha meno bisogno di una sigla giapponese e quello che conta secondo me è il primo impatto. Se tu inizi a seguire una serie con doppiaggio o con una sigla di un certo tipo, tu ti affezioni a quella. Ci sono state sigle giapponesi che negli anni '80 sono andate in onda in Italia che noi amiamo e abbiamo imparato ad ascoltare esattamente come quelle italiane de I Cavalieri del Re o di Cristina d'Avena o di altri interpreti.

Stavo dicendo prima che io ho raccontato su AnimeClick la storia della sigla di Lamù, una storia lunghissima. I ragazzi mi dicevano "Io non sapevo che esisteva un'altra sigla io sentivo quella di Stefano Bersola". Pensavano che esisteva solo quella come anche di Lady Oscar pensavano che esistesse solo quella di Cristina d'Avena. Volevi intervenire Orlando? 

Orlando: Si, volevo dire una cosa anche rispetto a quello che ha detto prima Maurizio. Noi su Man-Ga quando è possibile cerchiamo sempre di importare la sigla italiana in quanto nella trasmissione televisiva dei cult e dei vintage è molto importante. Su Man-Ga diciamo che noi abbiamo una scorciatoia che tenta di accontentare un po' tutti, è il fatto che Sky abbia il doppio audio e si possa switchare tra le due sigle e scegliere quella che si preferisce.
Per Kenshiro non è stato possibile, per questioni di diritti, di inserire la sigla come opening, però ci è stato concesso di fare uno speciale per riproporla che è stato una chicca in quanto è stata messa la versione integrale di oltre tre minuti e mezzo. 
Purtroppo non sempre è possibile recuperare la sigla italiana perché anche i diritti, come sa anche Alex Corazza, sono sempre slittati, il diritto della sigla è completamente diverso. 

Avete idea di quanto costino quelle sigle? Io ho sentito di qualche titolo, ma non me lo aspettavo. Molte volte andrebbe spiegato a loro (i fan) che le sigle costano. 

Orlando: Molte volte non è nemmeno possibile appunto prenderle. La sigla storica di Lamù non è stato nemmeno possibile perché non si conosceva l'autore che l'aveva registrata alla SIAE.

Lorenzo: Oggi però lo è insomma, è depositata. 

Orlando: Ora si da quanto Mirko Fabbreschi ha fatto la registrazione, però fino a qualche anno fa era un'incognita. 
Comunque, a parte queste questioni che sono più uniche che rare, ci sono dei momenti in cui non è possibile. Noi cerchiamo sempre di portarla. Recentemente abbiamo portato Occhi di Gatto perché siamo riusciti a recuperare la sigla di Mediaset però switchando l'audio hai anche la sigla originale. È infatti una cosa un po' strana per il fan della sigla storica in quanto il montaggio è quello della sigla originale, proprio perché devi andare a tempo con i crediti e quanto altro è richiesto. 

Alex: Anche io poi non sono entrato nello specifico, ma spesso si tratta di questioni legali tra diritti, licenze e costi. Io adesso tra l'altro mi occupo anche della SIAE nel mio piccolo in azienda. Non entrando in cifre, quando si va a stampare un box tipo Daitan III in cui c'è la sigla italiana e un qualsiasi altro box con sigla originale, la differenza è notevole. 
Non per essere venale, ma è per dire che un'azienda deve anche tener conto di determinati costi e anche sulle serie nuove, come diceva benissimo Orlando, bisognerebbe acquisire dei diritti e delle licenze sulla musica che sono completamente disgiunti da quelli dell'animazione in sè. 

Questo anche per rispondere a quelli che pensano molto facilmente "Perché non ci aggiungono anche la sigla italiana".

Alex: Per la sigla italiana o perché non lo facciamo in tante edizioni con le colonne sonore all'interno dei packages. Spesso sono inavvicinabili e comunque bisogna fare riferimento ad aziende completamente diverse anche se il prodotto finale viene percepito come unico. 

Orlando: In più negli anni moderni è sempre più difficile ottenere l'autorizzazione ad avere una sigla italiana. 

Alex: Quasi impossibile!

Orlando: Quasi impossibile... questo perché in Giappone sono gruppi noti che fanno queste sigle. Alcune volte prendono già canzoni famose e difficilmente rinunciano ai diritti. 

Parliamo ora di "nuovo". Maurizio tu dove vedi anime?

Maurizio: Io gli anime li vedo...
Paolo: Su VVVVID.
Maurizio: Si.
Orlando: Su Man-Ga.
Maurizio: Anche. No, Si, non ho più Sky.
I cartoni animati su Man-Ga e gli anime su VVVVID, anche perché ci sono molte cose che ho fatto recentemente, come One Punch Man in Lord Boros, che ho maledetto per le ultime due puntate, Code Geass e varie cose... Se ho tempo e la possibilità, io apro VVVVID piuttosto che Netflix.

Kinoppi: Scusa Maurizio, dicevo, lui mandiamolo a Sarabanda, la indovina con una però. 

Maurizio: È l'uomo gatto dei cartoni animati. 
Quindi si ecco, io in questo momento li guardo lì, perché ne usufruisco di un abbonamento, piuttosto che gratuitamente. 

Il web è diventato ormai, diciamo, la nuova tv o no? La tv ha ancora successo per vedere anime o cartoni animati? 

Maurizio: Adesso siamo a dei ritmi completamente diversi. Se io voglio vederlo quando voglio io, me lo vado a vedere sul web. Io non ho più il tempo, come molte persone, universitari e ragazzi. È molto più comodo vedersi anime quando vuoi, dove vuoi, piuttosto che aspettare un determinato orario.

Orlando: Ci sono diversi target di riferimento anche per questo.

Maurizio: Certo certo,assolutamente. 

Orlando: Ci sono quelli che amano la tv più lineare e i più giovani, o le persone che hanno poco tempo, che hanno bisogno di servizi on demand, come Netflix, Sky On Demand e così via, che offrono questo tipo di servizio ovvero guardo quello che voglio quando posso. Anche io usufruisco della tv così per mancanza di tempo.

Voi però su VVVVID avete sia serie vintage che simulcast per i più giovani oppure no?.  

Paolo: Beh, noi abbiamo sia serie vintage, come Daitan III, sia simulcast. Però secondo me lo spartiacque non è tanto cronologico tra cartoni e anime, ma credo che il DNA del cartone animato sia un DNA nostalgico tendenzialmente, quindi è quella l'emozione che vuole trasmettere, dopodiché lo fa praticamente con storie estremamente ripetute di puntata in puntata con strutture che si evolvono in maniera invariata, sostanzialmente, da episodio a episodio. 
Da questo punto di vista penso che Conan Ragazzo del Futuro e Gundam siano degli anime. 

Questo cosa vorrebbe dire?

Paolo: Vorrebbe dire che secondo me lo spartiacque non sta cronologicamente impostato su un elemento separatore fra i due insiemi, come può essere Evangelion, ma in un modo di concepire l'animazione. Quindi io credo che un cartone animato abbia delle determinate caratteristiche, ad esempio i Gō Nagai e via discorrendo, sono dei soggetti che si ripetevano e davano quel senso di avvolgimento, un'epicità che tranquillizzava e così via.
Oggi secondo me se venisse fuori una serie con queste caratteristiche, potrebbe essere benissimo un cartone animato. Quindi la differenza secondo me fra anime e cartoni animati sta tutta qua, nell'emozione e nella struttura che la storia rappresenta. 

Ora io do la parola a Francesco (Zelgadis) che è il capitano del team dei fan degli anime ovviamente da secoli ormai. Lui nasce come... non si dice. Nasce come Fansubber diciamo ma eri un'appassionato di lunga data.

Francesco: Io come loro sono rimasto traumatizzato dai cartoni animati vecchi, però diciamo che sono traumatizzato ancora oggi per l'animazione nuova. Io adoravo Slayers, l'unico problema è che fu censurato su Italia 1, quindi c'erano quelle ultime puntate che non si sapeva che succedeva, non c'erano internet o l'on demand, non c'era niente, non c'era modo di sapere che succedeva in quelle puntate censurate dalla televisione. 

Come quando chi vedeva I Cavalieri dello Zodiaco poi si è ritrovato a vedere 800 volte la stessa puntata perché ci si fermava sempre a quella. 

Francesco: Lì non c'era la certezza che andavano avanti, quindi cercai ovunque, ho smosso mari e monti per cercare le puntate giapponesi e cercare di capire cosa succedeva. Ho continuato così ad appassionarmi; io credo che la chiave sia un po' tutta qui, quelle serie vecchie mi hanno un po' appassionato, mi sono entrate nel cuore, mi hanno dato delle grandi emozioni, ma io cerco ancora altro.
Io non voglio vedere la duecentesima replica di Mila e Shiro. Oggi che sono cresciuto, L'attacco dei Giganti è meglio di un robottone di Gō Nagai. Quel robottone lì mi ripeteva sempre le stesse cose, magari visto da  grande non mi ha dato le stesse sensazioni di quando magari avevo 7 anni. Adesso sono cresciuto e cerco sensazioni nuove, quindi per questo continuo a vedere l'animazione nuova, perché cerco sempre emozioni.
Io vedo, non so, nel 2016 Kimi no na wa, che ho visto in anteprima al cinema in Giappone. Trasmette delle emozioni veramente molto belle, cioè romantico, sentimentale, è qualcosa che ti entra proprio dentro, è la passione che esce fuori per l'animazione. Ecco perché secondo me non ci si può fermare al nostalgico e a quello che succedeva una volta. Ok, va bene, quello lo tengo nel cuore, ma questo continua a rimanere aperto all'animazione moderna. 

Entriamo nel campo di Maurizio, nel campo del doppiaggio. Non che oggi forse chi vuole molto di nuovo, preferisce il sottotitolo, ed è dovuto al fatto che è rimasto traumatizzato? Questo va un attimo spiegato. 

Maurizio: È una moda, come i vegani. "Io lo preferisco doppiato in giapponese - Lo parli, lo capisci? - No -  E allora perché? - Perché ti trasmettono di più" ti ripetono.

Alex: Posso dire una cosa, in base a quello che ha detto lui? Abbiamo avuto dei problemi l'altro giorno con Netflix con una puntata di Star Blazers perché l'italiano era fuori sincrono. In realtà era il giapponese a non essere in sincrono perché loro non lo sono mai. Guardando invece la linea d'onda italiana che era sfalsata, ci hanno detto "C'è qualcosa che non funziona nella linea d'onda." In realtà erano loro. 

Maurizio: La cosa strana di tutto ciò è che io sono stato due anni fa in una scuola di doppiaggio giapponese a Tokyo. L'ho visitata, mi hanno fatto vedere tutte le varie fasi della formazione di quello che è un attore, un cantante e un ballerino, perché loro hanno una formazione a 360° per uscire da lì come doppiatori. Loro doppiano inoltre prima che l'anime, o il cartone come volete voi, sia finito. One Piece per esempio mi avevano fatto vedere che era doppiato su degli schizzi base, quindi non avevano musica, non avevano assolutamente niente. Quindi se la bocca la disegni dopo che hanno fatto l'audio come fa a non essere a sincrono. Tutto questo è paradossale. 

Francesco​​​​: Proprio sul doppiaggio devo fare una domanda a te. 

Maurizio: Poi devo chiedere io una cosa a te, fansubber.

Francesco​​​​: In Giappone sai che gli anime sono doppiati insieme, quindi si risponde da una parte all'altra, mentre in Italia ognuno doppia la parte sua e poi viene montata dopo. Insomma, non lo so, magari funziona in entrambi i modi però sono diversi modi di lavorare. 

Maurizio: Io non ti sto parlando del montaggio audio, sto parlando del Sync che sono due cose completamente diverse. 

Francesco​​​​: No no ok. Io dicevo...

Maurizio: È raro, ma è bello ritrovarsi in sala insieme a doppiare la stessa scena, ma come vedi che io devo stare qui per parlare e ho una canna, mentre il mio collega ne ha un'altra. Come possiamo fare un anello con me che devo stare a 30cm di distanza? Quindi la colonna separata, oltre che per comodità è fatta per tanti motivi, anche per il mix. Perché anche se siamo in due in sala, ma loro si accavallano, incidiamo separati. È proprio una questione di mix, si è una scuola diversa, infatti il risultato finale, perdonami, ma io penso che sia migliore quello che abbiamo qui a casa.
Per quanto io apprezzi il doppiaggio giapponese e alcuni doppiatori giapponesi, perché molte serie prima che fossero doppiate io le ho viste in giapponese, Gurren Lagann in primis. Io adoro Katsuyuki Konishi nel doppiaggio di Kamina e che ho avuto il piacere di avere in cuffia ad urlare doppiando Beelzebub. Però se lo guardiamo da un lato tecnico, perché tu puoi dirmi quello che vuoi sul fatto che preferisci leggere i sottotitoli, ma se non parli e capisci giapponese che emozioni ti trasmette, l'urlo vibrato? L'emozione viene trasmessa dal significato,dal peso e dal senso della parola che io ti dico. 

anime-contro-cartoni3.jpg

Non sarà però forse anche colpa degli adattamenti del passato?

Alex: Posso dire una cosa su quello che aveva detto Francesco? 
C'è una serie che abbiamo fatto noi in italiano in cui, perché lo abbiamo deciso io insieme a Stefano Brusa all'epoca, non si doppiò separatamente, Lovely Complex
Valentina Favazza e Alessio Nissolino hanno doppiato insieme tutte le loro parti, proprio perché ci piaceva questa cosa, ci piaceva che le dinamiche fossero più naturali. Per il resto però credo che Maurizio abbia ragione; poi per gestire ogni mix di volumi sarebbe una tragedia. 

Orlando: Il grande Mazinger, anche, in cui abbiamo avuto i doppiatori che sono riusciti a parlare contemporaneamente, ma non sempre si poteva fare una cosa del genere. Si era anche valutato di sovrapporli e veniva una schifezza.

Maurizio: Posso fare io una domanda al fansubber? Tu quando facevi i fansub mettevi chan, san e kun? 

Francesco: Allora no, perché secondo me l'adattamento deve essere completamente fruibile in lingua italiana.

Maurizio: Non dico in che occasione, ma me li sono ritrovati scritti in un copione di doppiaggio, che è stato ovviamente rifiutato. 

Abbiamo preparato invece questo intervento dall'altro giorno. Volevamo appunto parlare di adattamenti. Proprio l'altro giorno hai vinto un premio tu, no? 

Gianandrea Muià: Venerdì ho vinto il premio, grazie all'interpretazione di Sasuke Sarutobi di Sengoku Basara, come miglior voce emergente. 
Piacere a tutti sono Gianandrea Muià, un giovane doppiatore e lavoro da due o tre anni. Insieme a Chiara Preziosi e Andrea Rotolo abbiamo aperto sei anni fa un canale Youtube, Orion Web Dubbing, in cui prendevamo video d'animazione nati esclusivamente per Youtube di giovani animatore e li doppiavamo fedelmente in italiano. Facevamo le veci di un piccolissimo studi di doppiaggio per ciò che era nato esclusivamente per il web, che da questo non sarebbe mai uscito e continuiamo a farlo tuttora. 

Quindi non siete fandubber illegali, come tutte le cose che si leggono su Internet. 

Gianandrea: No infatti, c'è gente che lo fa e bisognerebbe sensibilizzare sia il fandub che il fansub che sono entrambe cose che danneggiano il mondo dell'audiovisivo in maniera esagerata. Chiunque ha un sito, non so se in sala c'è qualcuno, ma se c'è qualcuno che carica illegalmente anime o anche film o serie, oppure crea sottotitoli amatorialmente per caricarli poi su internet, sappiate che state facendo qualcosa di completamente illegale e potreste rischiare anni di carcere o sanzioni gigantesche. 

Maurizio: Se proprio lo volete fare, rischiate con la grammatica italiana, vi prego. 

Gianandrea: Una cosa che la gente deve imparare a capire è che siamo tutti fan dell'animazione, orientale maggiormente immagino in questo caso, e io anche occidentale. Se vi piace un prodotto, se mi piace l'animazione, la musica, il mondo videoludico, ovviamente voglio più prodotti di quel tipo e allora che senso ha andare a vederli illegalmente e non fare in modo di far sentire il mio supporto anche economico a qualcosa di cui io stesso vorrei vederne di più?
È stupido perché non state facendo in modo di far capire "Ehi questa cosa mi piace me ne mandi di più?". Se lo facciamo illegalmente il mondo audiovisivo va nello schifo e infatti molti dicono "Ma perché di animazione giapponese ne arriva molta meno rispetto a 10 anni fa?". Fatevi la domanda e datevi la risposta. 

Alex: Posso dire una cosa? Se Dynit vi blocca qualche video che mettete su Youtube di cartoni animati è colpa mia. Sono io che li blocco se non li blocca Youtube automaticamente e rispondo anche a chi a volte carica, come dice Gianandrea, innocentemente i prodotti. È capitato di ricevere delle mail con scritto "Scusa mi puoi liberare il contenuto che ho caricato? La puntata X, il cartone Y?" io chiedo perché, la risposta è "Perché ho comprato il dvd". E quindi?
Hai comprato il dvd e quindi su Youtube ti puoi mettere tutta la serie perché fa comodo a te e ai tuoi amici per poterla guardare, ma non è che hai comprato la licenza. Credo che ci sia, non tanto della mala fede, quanto un pizzico di ignoranza su che cosa significhi il diritto e la legalità /illegalità. Poi giustamente come dice Gianandrea, siamo sia professionisti che appassionati. Detto questo sono d'accordo con lui. 
Bisogna darsi una piccola regolata un po' in senso assoluto. 

Paolo: C'è anche da dire però che Youtube non fa tutto quello che dovrebbe fare per tutelarci. Noi scriviamo a Dynit tutte le serie che ogni volta vengono caricate. Questo è anche uno dei motivi per cui spesso i giapponesi sono scettici anche nel confronto di Youtube. Non c'è nessuna cura adeguata rispetto a quello che tecnologicamente possono fare. Stiamo parlando di un'azienda che è in grado di riconoscere un gatto in movimento all'interno di video e fa fatica a togliere dopo segnalazioni una puntata di Death Note, insomma. 

Alex: Io passo a volte intere giornate lavorative, immaginate quindi il tempo che devo sprecare, a togliere io manualmente i video da Youtube. 


Francesco ormai lo fa da tanto tempo, pulire AnimeClick. Tutto ciò che è stato licenziato in Italia non viene più segnalato. 

Francesco: Mi ha messo in mezzo lui quindi saranno cavoli suoi per questa cosa. Allora, avete ragione al 100% su tutto, c'è stato un periodo però effettivamente in cui dovete riconoscere che l'animazione è probabilmente scomparsa. Dall'inondazione sulla televisione alle serate di MTV poi è sparita. C'è tutta una fascia nera di animazione 2000/2006, che non c'era e in quella nicchia si è infilato il fansub, che adesso è effettivamente morto e lo posso confermare perché ce ne stanno tanti dietro di me, e tanti lavorano sia per Yamato che per Dynit proprio dietro consiglio di chi li seguiva come me. C'è stato veramente un periodo in cui c'è stata l'ombra totale sull'animazione giapponese ma ciò non toglie che ho anche casa piena di dvd e Blu Ray. 

Orlando: Ti posso chiedere se ti sei mai chiesto perché questi anni bui? 
Perché questo è un discorso soprattutto a livello televisivo, che quello di cui parli tu è il passaggio, l'evoluzione di internet che era un po' a livello embrionale è la keys a livello televisivo italiano dell'animazione.

Francesco: Probabilmente il mercato.

Orlando: Semplicemente perché con l'evoluzione di internet, il discorso è un po' più complesso e io lo sto semplificando, con la consapevolezza anche del pubblico "Ah quella serie è censurata" il pubblico si è frammentato. L'animazione in Italia è una nicchia che noi, Yamato, Dynit, Man-Ga e VVVVID, stiamo tentando sempre più di ampliare proprio perché fa bene al settore e fa bene a tutti noi, però è pur sempre una nicchia. Se in questa nicchia ci sono: "A me piace sottotitolato, io lo voglio vedere solo in contemporanea, io lo voglio vedere solo dove dico io" e quindi si iniziano a togliere dei pezzi il pubblico di riduce sempre di più. 

Maurizio: Resta una m*****a non una nicchia. 

Orlando: Io voglio spezzare una lancia anche a favore di Mediaset perché comunque sia è stata una dei capisaldi a livello televisivo negli anni '90 e 2000. Certe volte sono stati fatti degli attacchi proprio perché ormai si dice "Ah ormai è tutto censurato" e così via che ha fatto calare drasticamente il pubblico su determinata animazione che non è più così. Mediaset non ha lavorato, diciamo negli ultimi anni, come lavorava negli '80 '90 perché sono cambiati i mezzi, son cambiate le culture ed è cambiata la percezione del pubblico.
Io ho visto delle serie come Gundam Wing, che non è che erano censurate o pesantemente censurate. Lo stesso quando c'è stato l'annuncio di Dragon Ball Super, ho visto persone disperate e non ne ho capito il motivo. Chi lo ha visto sottotitolato perché gli è piaciuto sottotitolato non gli cambierà la vita. Mediaset lavorerà la serie con il suo stile, non più diciamo quello che si usava negli anni '80, perché non si lavora più così.
Un tempo si lavorava così non solo perché c'era una volontà di censurare, anzi oltre al fatto che c'erano sempre dei controlli, ma soprattutto negli anni passati quando internet non c'era, molte arrivavano serie e copioni anche dall'America dove c'erano già varie traduzioni. 

Alex: Ad esempio quando si lavorava sulle serie che non erano cartoni animati. 

Orlando: Non avevi modo di confrontarti. Se prendiamo una delle serie più apprezzate, come I cavalieri dello zodiaco, quelle arrivavano a blocchi da 20 episodi e così via. 

Maurizio: Che bello la mattina su Italia 1 Pegasus nero disse a Pegasus normale, prima di Naruto dove non potevamo dire morire, ma dovevamo dire scomparso eliminato. Cioè la puntata prima ridavano proprio i Cavalieri dello Zodiaco e Pegasus nero diceva "Morirai di morte atroce" mentre finisce Naruto così "Mannaggia". 

Paolo: Io però non sono molto d'accordo sul fatto che l'animazione è sparita perché c'è stato l'avvento di internet. Io credo che l'animazione giapponese si è evoluta tantissimo, in Italia la televisione seguiva le grandi serie lunghe e quindi che in qualche modo davano una grande fidelizzazione ed erano molto "girellare", cioè elemento nostalgico, ripetizione su ripetizione.
Una puntata di Dragon Ball è quasi un'invariante per schema e questo ha fatto si che tutte le serie nuove non le abbiamo viste oppure le abbiamo viste parzialmente su MTV. Nel momento in cui MTV ha tolto l'anime night lì è caduto tutto perché non arrivava più il nuovo flusso. Quindi io non credo che l'avvento di internet, che ha dato dei problemi, ma in un secondo momento per me, ma la televisione non è stata più il mezzo adeguato per il nuovo tipo di animazione. 

Gianandrea: Volevo solo concludere per quanto riguarda il mondo del fandub, che come il fandub va solo alimentato da una forte passione, sia per il mondo del doppiaggio che per l'animazione o per entrambe le cose. Il punto è che, per quanto riguarda la questione Youtube, questo fa da tramite e purtroppo ti dice "Ah vuoi segnalare lui? Ok glielo dico", "Ah tu contrasti la segnalazione sua? Se vuoi continuare dovete prendere provvedimenti legali e io mi tiro indietro". 

Paolo: Questo è un modo per coprirsi, perché se tu metti un filmato pornografico ti fermano subito e non fanno da tramite. Allora fai da tramite solo quando ti fa comodo e non lo fai quando non ti fa comodo. Fai l'editore quando ti fa comodo e non fai da editore quando non ti fa comodo. È una questione di identità aziendale, una delle più grandi. Io penso che faccia questo anche perché è un'azienda americana, voglio vedere se un'azienda italiana fa questo negli Stati Uniti che cosa succede. 

Gianandrea: Purtroppo lo posso confermare io, Youtube è gestito un po' ad alti e bassi, in una maniera a volte anche completamente sbagliata. Che si deve fare? Purtroppo finché Google non si da una mossa. 


La serata è poi finita con il mitico lancio delle merendine da parte del nostro Ironic.