Fila fuori dal cinema Ambrosio di Torino, sala gremita e cellulari imbustati per evitare riprese pirata: è la tanto attesa prima italiana del film che sancisce il ritorno di uno de mostri più iconici della storia del cinema. Dopo 12 anni riecco Shin Godzilla, il reboot scritto e diretto da colui che ha partorito uno dei titoli animati più discussi degli anni 90. Quell' Hideaki Anno che con Evangelion ha dato una scossa notevole al mondo dell'animazione giapponese con degli effetti che si vedono ancora oggi.
 
©2016 TOHO CO., LTD.

Non è per fare facili associazioni che ho tirato in ballo l'opera più nota di Anno, visto che questo Godzilla sembra esserne figlio o comunque imparentato in modo diretto. Parliamoci chiaro: non aspettatevi un film di mostri, la trashata con creature in cartapesta e stop. L'omaggio ai film storici ci sta tutto, specie all'inizio, dove il mostro alla sua prima "evoluzione" è un chiaro omaggio ai volti pupazzosi delle varie creature del franchise, ma poi il film si trasforma esattamente come la spaventosa creatura che si staglia davanti ai nostri occhi di spettatore.

Ci accorgiamo da subito che non ci troviamo di fronte al solito film quando, davanti all'evolversi dei fatti, l'attenzione si focalizza non tanto sul mostro - che pian piano appare sempre più sullo sfondo della storia a testimoniare una paura latente e continua - ma sui tentativi umani volti a superare questa grave e totalmente inaspettata crisi.
Assistiamo alla totale paralisi della politica, schiava di leggi e protocolli totalmente inadatti ad affrontare l'immediata drammatica evenienza, capace solo di passare da una sala all'altra, a seconda del grado di pericolosità che si sta delineando, e incapace di andare oltre i piccoli litigi tra le tante, forse troppe, cariche politiche.
 
©2016 TOHO CO., LTD.

Anno ci mostra una classe politica quasi comica e a dir poco grottesca, e punta il dito ferocemente verso un dopo guerra che per lui non è mai finito (come fa dire anche ad uno dei protagonisti). Godzilla, questa creatura leggendaria nata dall'avidità umana (altra critica al Giappone, questa cassica, contro il nucleare), mette allo scoperto tutte le "magagne" di un Giappone, quello attuale, forte e muscolare per la tv, ma in realtà incapace di proteggersi da solo e totalmente vassallo dello strapotere americano. U.S.A. che però si dimostrano anch'essi incapaci di andare oltre la loro classica tracotanza di super potenza, non c'è scampo con Godzilla che pare totalmente imbattibile: una forza senza una logica o un perchè che avanza inesorabile portando morte e distruzione e stagliandosi con la sua ombra letale sull'intero genere umano.

Anno però ci regala una speranza e la fa incarnare a coloro che oggi nel Giappone vengono considerati come i "reietti". La salvezza infatti potrebbe non arrivare dalla potenza militare americana, ma da un manipolo di scienziati in gamba ma "diversi" per la società nipponica odierna. Un manipolo di individui che non si omologa, resta ai margini, sfruttato da chi invece beneficia di una cultura che vuole far "avanzare" solo Yes Man e fedeli al potere. Una rivincita che suona come una vera e propria feroce critica a una società, quale quella giapponese, completamente immobile e priva di voglia di rinnovarsi.
 
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Il film scorre via lentamente, molto verboso. Sicuramente una mezz'ora in meno avrebbe giovato alla fruibilità, soprattutto per chi non è abituato a certi ritmi del cinema asiatico. Chi va a vederlo è bene lo sappia, altrimenti il rischio delusione è dietro l'angolo.
 
Godzilla è insomma il manifesto politico di un personaggio tanto fervido di idee quanto controverso. Un manifesto col quale Hideaki Anno non fa prigionieri e punta il dito contro un sistema politico obsoleto e senza futuro. Futuro che potrà giungere ed essere luminoso solo con una vera rivoluzione, che deve partire dal basso. Una rivoluzione in grado di dare una scossa non solo alle regole, ma anche alla cultura stessa del Sol Levante. Godzilla, il Dio nato dalla scelleratezza umana, è in realtà il grimaldello che, dalle ceneri di una Tokyo distrutta, potrà permettere questa rivoluzione.
Come Evangelion (di cui vengono fatti sentire non a caso numerosi passaggi musicali durante il film) a suo tempo fu il grido di Anno ad una generazione, anche questo Godzilla è un grande, enorme monito alla società nipponica, e sembra dire: "Svegliatevi!"
 
©2016 TOHO CO., LTD.
 
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SHIN GODZILLA PREMIERE DURING THE “CARTOONS ON THE BAY” SALON IN TURIN

Last 9th April 2017 I went to the cinema Ambrosio in Turin,  an incredibly crowded theatre where all of the mobile phones of the audience had been put into envelopes in order to avoid video piracy: in there, the premiere of Shin Godzilla movie was about to be screened.  

12 years after the last movie, one of the most iconic monsters of all time is finally back!
Hideaki Anno is the author of this incredible reboot, but he’s also the author of Evangelion, the famous anime series which definitely and massively influenced the Japanese world of animation, whose effects on the latter are still present nowadays.

I mentioned Evangelion because this one and Shin Godzilla have a lot in common. I would like to be clear: this film is not the usual trash one you would expect, filled with papier-mâché monsters or anything like that. This film pays homage to the original one, especially at the beginning, where the first transformation of the monster is a clear reference to the monsters we used to see in the previous films. The movie then changes its pace, following exactly the transformation of the monster in the screen.
The focus of our attention is mainly on the human effort spent against the catastrophe, a theme that overcomes the presence of the monster itself, which anyway keeps on being present in the background as a constant and dormant fear.
The world of politics is completely powerless and incapable to face such a dramatic situation, too busy with solving the smaller issues of all its various many political offices.

Hideaki Anno shows us a comical and a bit grotesque political class, pointing his finger at the post-war situation that seems to be a never-ending story for Japan, as one of the main character says in the movie. This  mysterious creature born from the human greed uncovers every vulnerability  of the Japanese people, incapable to protect itself and slave at the same time of the protection of the United States. But the United States themselves are quite unable to act against Godzilla too, an unbeatable force that keeps moving forward. An illogical force that seems to spread death and havoc on the whole humanity.
There’s a light in the darkness, though, coming right from those who nowadays are considered the “pariah” in Japan. Those who might become the saviours will not be the American forces but a handful of scientists instead, quite underestimated by the contemporary Japanese society. It looks like a revenge for the pariah, a harsh critics against the society that refuses to modernize and reinvent itself.

I would like to add one last thing: it’s a film that flows quite slowly, especially for those who are not used in watching regularly the eastern cinema productions, and would maybe expect a shorter running time.  I would suggest to keep that well in mind and take it into consideration, before going and see this movie.