Riportiamo di seguito l'adattamento testuale della recensione di Una gru infreddolita - Storia di una geisha di Kazuo Kamimura ad opera dell'amico youtuber "Piero the Pinusher". Il video lo trovate a fondo pagina:
 
 

"Salutazioni altissime, amici del fumetto e di AnimeClick.it! Per chi non mi conoscesse sono "Piero the Pinusher" (su YouTube "Fumetti di Qualità / The Pinusher"), e da oggi faccio parte anche io dello staff di AnimeClick.it. Precisamente io mi occuperò di commentare e dire la mia su manga “storici”, cioè tutti quei manga usciti qualche decennio fa che però ancora oggi son capaci di farci emozionare e lasciare il segno.

Il manga di oggi, “Una Gru Infreddolita - Storia di una geisha”, può essere definito tranquillamente un capolavoro: scritto e disegnato da Kazuo kamimura nel lontano 1974, il volume unico edito in Italia da J-Pop è infatti il fresco vincitore dei NekoAwards 2017 per la categoria Miglior Volume Unico.

Ambientata nel Giappone negli anni dell’epoca Showa (periodo storico che va dal 1926 al 1989), Una gru infreddolita ha come protagonista Tsuru, una ragazzina che viene venduta dalla propria famiglia, troppo povera per sfamarla, a un'okiya (la casa delle geishe). Tsuru in giapponese significa “gru”, e la protagonista viene chiamata così, appunto, per una posizione che è solita assumere, molto simile a quella di una gru in piedi su una gamba sola, in modo da scaldare l’altra nei giorni freddi.

In questa okyia svolgerà le mansioni di shikomikko, ovvero di tuttofare, e si occuperà di aiutare un'altra geisha nello svolgimento della sua professione. Nel manga non è inusuale trovare scene forti, di grande impatto, come una geisha in lacrime durante un rapporto sessuale con un suo cliente, la veglia funebre di un bambino che ha deciso di togliersi la vita, oppure scene di violenza carnale, tutte riprese e vissute da una fanciulla, una bambina che vedremo adulta dall’inizio del capitolo nono.
 

A questo punto, Tsuru non è più una shikomikko, ma è una geisha a tutti gli effetti che “comanda” le sue sottoposte, accettando parzialmente la realtà alla quale è legata. Kamimura in questo fumetto permette di immergerci nella realtà dell'epoca nel migliore dei modi, facendoci conoscere tutti gli aspetti positivi e negativi della vita da geisha, e sdoganando il concetto “geisha = prostituta”.

Come riportato nell'albo, la geisha deve essere un'artista a tutti gli effetti che deve riuscire a intrattenere gli uomini in toto, sia sotto l'aspetto puramente fisico che intellettuale, per esempio attraverso la musica suonata e il ballo, in quanto “se non dimostrano una cultura superiore a quella delle mogli che stanno chiuse nelle case, non potranno mai diventare compagne di svago per i loro danna”. Le geishe non possono scegliere la persona con cui intrattenere rapporti di natura sessuale e affettiva, dimostrando quindi di essere quasi schiave del “cliente”, dal quale dipendono in tutto e per tutto. La geisha cessa così di essere un “elemento umano”, e viene vista semplicemente come “merce di scambio”.

Il mondo che ci presenta Kazuo Kamimura è triste e duro quanto interessante, ma viene trattato con delicatezza e con semplicità, caratteristica principale del suo disegno, molto pulito e a tratti poetico, assolutamente mai volgare. La storia è divisa in sedici capitoli: questa di J-Pop è a tutti gli effetti la prima edizione monografica completa a livello mondiale, in quanto precedentemente, nelle edizioni originali del 1993 e del 1996, i capitoli otto e tredici non furono inseriti nel volume per motivi ancora oscuri. Tutto ciò viene spiegato all'inizio del volume con tanto di note utili per la migliore comprensione del linguaggio utilizzato. L'albo, un brossurato di 15x21 cm dotato di sovraccoperta, presenta carta bianchissima, non trasparente, ma senza pagine a colori, ed è venduto da J-Pop al prezzo di 14 euro.