Il 16 maggio l'addetto stampa della Casa Imperiale ha annunciato il fidanzamento ufficiale della principessa Mako, 25 anni, nipote dell'Imperatore Akihito, con il coetaneo Komuro Kei, suo compagno ai tempi dell'università.
Il futuro sposo non è di origini nobili, ma è nato a Yokohama e si è laureato presso l'ICU (International Christian University); attualmente lavora come avvocato presso lo studio Okuno & Associati a Tokyo, dove si occupa di diritto per le aziende che intrattengono relazioni con l'estero. Amante del violino e dello sci come la principessa, è anche appassionato di cucina.
 

Yamada Shinichirô, il direttore della Casa Imperiale, ha precisato che la principessa Mako ha avuto la benedizione della famiglia imperiale, compresi i genitori, i principi Akishino e Kiko, ma la data del matrimonio non è stata ancora stabilita.
Una volta sposata però la principessa Mako dovrà lasciare il Palazzo Imperiale, perché secondo le rigide leggi che lo governano, se una donna della famiglia imperiale si sposa con una persona di origini non nobili, deve abbandonare il suo status di membro della famiglia regale, rinunciando al cognome e ai benefici della famiglia del Trono del Crisantemo. In compenso però sarà registrata come un comune cittadino, ottenendo il diritto di voto e godendo di una maggiore libertà rispetto ai rigidi protocolli di corte.
 

Questa notizia rilancia ancora una volta la richiesta di cambiare la legge e permettere non solo alle donne di non abbandonare questo status, ma soprattutto di consentire al gentil sesso di poter accedere al trono.
Ad oggi la Famiglia Imperiale è composta da 19 persone (di cui 14 donne): oltre a Mako, ci sono ancora 6 principesse nubili che potrebbero perdere lo status imperiale. Sono in molti a pensare che alla lunga potrebbero non esserci abbastanza persone ad adempiere ai doveri della corona.
D'altronde Mako non è la prima a fare questa scelta: nel 2005 Sayako, figlia dell’Imperatore Akihito, sposò un funzionario del governatorato di Tokyo e andò a vivere in un modesto appartamento.

Fonti consultate:
Nippon
JaponInfos
LaStampa