All'interno dell'animazione giapponese, il genere majokko è sempre stato uno dei più prolifici e di successo e questo vale anche tuttora, con l'eco di Madoka Magica che ancora non si è spento, il ritorno alla ribalta di Sailor Moon con una serie tv remake e un'invasione di merchandise distribuito in tutto il mondo e la sempreverde saga delle Pretty Cure, che da ormai dodici anni continua a intrattenere le giovani spettatrici giapponesi. Senza contare le molte serie non giapponesi ispirate a questo genere, come il disneyano W.I.T.C.H., il successo tutto italiano Winx Club o il recente, francese, Ladybug.

 
 



Pare che le radici del majokko siano da ricercare in Osamu Tezuka e nella sua Principessa Zaffiro, che vestiva panni "altri" per salvare il suo regno e compiere mirabolanti imprese altrimenti precluse ad una normale ragazzina.

Le maghette successive (Sally la magaStilly e lo specchio magico, ma anche le maghette dello Studio Pierrotcome Creamy) hanno rinunciato all'elemento del combattimento presentando uno schema quasi da sit-com, dove la ragazzina protagonista usava i suoi poteri nella vita di tutti i giorni, creando accidentalmente guai e disastri. Spesso queste eroine erano anche loro principesse provenienti da mondi altri e magici, ma si trovavano invece ad avere a che fare con una realtà quotidiana o scolastica e con problemi e scenari più normali, come l'amore, i rapporti familiari o la realizzazione dei propri sogni (che, magari, passava attraverso la trasformazione in una bellissima cantante adolescente). Anche queste ragazzine, tuttavia, mantenevano un forte "girl power" e un forte messaggio d'indipendenza.

Messaggio, questo, che sarà alla base di quello che forse è il maggior punto di svolta del genere, ossia quel Sailor Moon che trasforma le maghette in combattenti dotate di poteri magici, forti e combattive, ma anche femminili e molto sensibili.







L'intuizione geniale di Sailor Moon è quella di combinare il majokko con il tokusatsu, i telefilm supereroistici, e in particolare con il sentai, una sottobranca del tokusatsu che prevede come protagonisti un gruppo di eroi caratterizzati ognuno da un proprio colore tematico (questo genere di telefilm nipponici è noto anche in Italia tramite il remake americano Power Rangers). Un'idea geniale che ha fatto di Sailor Moon un successo planetario.

Ragazze che salvavano il mondo combattendo il male, esattamente come facevano i loro colleghi maschi dei telefilm o i guerrieri in armatura di Saint SeiyaSamurai Troopers e Shurato. Le guerriere Sailor non hanno un'armatura ma un'uniforme alla marinaretta con una procace minigonna, stivali o scarpe col tacco, fiocchi, orecchini, collane e gioielli vari e riescono a trasformarsi mediante l'uso di spille, penne e cosmetici vari, urlando la formula "Make Up!", inequivocabilmente legata alla sfera femminile dei cosmetici e dei trucchi, che le rende delle "bishoujo senshi", delle bellissime guerriere.

Il successo di Sailor Moon è stato tale che il majokko "puro" è via via praticamente andato scomparendo, e ad oggi quasi tutte le serie del genere prodotte successivamente presentano la formula del gruppo di eroine colorate invece che una singola protagonista alle prese con la sua quotidianità.





E voi a quale serie di maghette siete più legati? Tanto lo so che non erano solo le ragazze a guardarle in tv :P



ps: sono tutte serie scelte da me che arrivano fino al 2000 (escluso).

 
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