Gli studi di animazione giapponesi sono famosi per gli orari di lavoro assurdi a cui sottopongono i propri lavoratori, spesso sottopagati.
Nonostante negli ultimi decenni l'industria sia andata incontro al suo periodo più fiorente, fatturando annualmente 10 volte gli introiti raggiunti dall'industria del cinema, il sistema di affari di queste aziende non porta un guadagno adeguatamente proporzionale al lavoro svolto.

Molte case di produzione si ritrovano in debito dopo aver distribuito le proprie opere in TV, trovandosi costrette a recuperare i profitti soltanto con le vendite di DVD, Blu-ray e l'immancabile merchandise.
Le vendite oltreoceano rimangono una fonte di entrate non indifferente ma la situazione migliorerà ulteriormente con l'arrivo dei colossi dello streaming come Netflix, Amazon Prime Video e Crunchyroll?
 

Durante l'estate, Netflix ha annunciato 12 titoli di serie anime originali e un film animato di Godzilla, però non tutti tra questi verranno prodotti in Giappone.
I budget dedicati ad ogni singolo progetto non sono stati rivelati, ma in Giappone non è un segreto che siano molto più generosi di quelli offerti dalle stazioni televisive.
La piattaforma globale di streaming Netflix vuole che almeno il 50% della propria libreria sia composto da contenuti originali, e ha disposto l'incredibile somma di 8 miliardi di dollari, della quale una grossa fetta verrà dedicata agli anime e in quest'ottica ha annunciato la produzione di ben 30 titoli originali per il 2018.

"Recentemente, i media giapponesi hanno criticato aspramente l'industria dell'animazione per le condizioni di lavoro e le stazioni televisive hanno denunciato la cosa a loro volta, nonostante loro stessi siano i colpevoli principali, Netflix invece la sta riportando ad un livello più sano di affari. State assistendo ad un margine di guadagno del 15 percento rispetto a una perdita del 5 percento.", così parla a riguardo Joseph Chou, produttore della Toei Animation per la serie Netflix Knights of the Zodiac: Saint Seiya, e presidente di Sola Digital Arts in Giappone.
 

"Netflix sta producendo versioni doppiate di anime in svariate lingue e sottotitoli in più di 20 lingue pubblicando in più di 200 nazioni in una sola volta, una cosa per noi impossibile.", Kotaro Yoshikawa spiega così i diritti che TMS Entertainment ha ceduto a Netflix.

Netflix, commissionando direttamente agli studi d'animazione, elimina i costi dei comitati di produzione, una costante nell'industria dell'intrattenimento giapponese, che spesso rallentano il processo decisionale nell'elaborazione di un prodotto.

Non tutti nell'industria accolgono volentieri una totale libertà creativa: Keiichi Hara, regista di Miss Hokusai, afferma che prenderebbe in considerazione un'eventuale offerta da parte di Netflix ma che durante gli anni si è abituato ad adattare le proprie storie alle richieste dei produttori, le quali spesso gli hanno dato ispirazione. In breve, secondo l'autore la pressione dei piani alti può aiutare la creatività, in un modo o in un altro.

Grazie a Netflix le cose stanno cambiando in Giappone, ma come afferma Chou non siamo ancora arrivati al culmine dei profitti creati da questo cambiamento; quasi tutti gli studi d'animazione saranno occupati fino al 2020 quindi possiamo aspettarci altre novità a partire da quell'anno.

Fonte consultata:
SG Cafè
Hollywood Reporter