Lo scorso 28 aprile 2018 si è conclusa la ventesima edizione del Far East Film Festival, rassegna internazionale dedicata alla cinematografia asiatica, che ha infine proclamato vincitori i seguenti film:
 
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Il pubblico del Far East Film Festival 20 ha incoronato la Corea dell’impegno, portando in trionfo 1987: WHEN THE DAY COMES di Jang Joon-hwan (Gelso d’Oro e Gelso Nero, il premio degli accreditati Black Dragon). Al secondo posto si sono classificati gli irresistibili zombie giapponesi di ONE CUT OF THE DEAD di Ueda Shinichiro e, al terzo, ancora la Corea con THE BATTLESHIP ISLAND di Ryoo Seung-wan. I web-giurati di MYmovies hanno scelto THE EMPTY HANDS del mito hongkonghese Chapman To.

Sudcoreano, infine, anche LAST CHILD di Shin Dong-seok, Gelso Bianco per la migliore opera prima. A valutare i cineasti del futuro, un’apposita giuria internazionale formata dal produttore hongkonghese Albert Lee, dal produttore americano Peter Loehr e dallo sceneggiatore italiano Massimo Gaudioso (firma storica del cinema di Matteo Garrone). È la primissima volta che viene assegnato il Gelso Bianco ed è una piccola rivoluzione che porta chiaramente in sé qualcosa di più grande: tutte le radici che il FEFF ha piantato, curato e visto crescere dal 1999, guardando sempre avanti perché – come ha detto il presidente Sabrina Baracetti dal palco – «Oggi non è abbastanza!».

Non resta che darsi appuntamento a Udine, per Far East Film Festival 21, dal 26 aprile al 4 maggio 2019!


 
Audience Award - media

Primo classificato:
1987: When the Day Comes di JANG Joon-hwan (Corea del Sud, 2017) - 4,596 (premiere italiana)
 
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Nel 1987, lo studente universitario e membro del movimento per la democrazia Park Jong-chul viene catturato dalla polizia. Viene torturato a morte. La polizia e il governo cercano di nascondere il caso di Park Jong-Chul, ma i media e gli studenti universitari cercano di rivelare la verità.


La nostra opinione:
"1987: When the DayComes" è un film che, per i temi trattati, non si può guardare a cuor leggero. Prendendo spunto da un fatto realmente accaduto, la morte di uno studente universitario sospettato di spionaggio per mano delle forze di polizia e il successivo tentativo di quest’ultima di insabbiare il tutto, la storia evolve in un crescendo di intensità che mantiene lo spettatore col fiato sospeso fino all’ultimo.
Il cast corale permette di seguire gli avvenimenti da più punti di vista, rendendo lo spettatore partecipe delle diverse parti coinvolte nella storia, passando dai poliziotti carnefici, ai procuratori che non vogliono insabbiare la faccenda, ai giornalisti che decidono di non piegare il capo di fronte alle pressioni politiche, agli studenti che protestano per la democrazia. Ognuno di essi, con le proprie scelte, fa parte di un ingranaggio che, una volta azionato, conduce al climax del film e a una conclusione molto coinvolgente.

Secondo classificato:
One Cut of the Dead di UEDA Shinichiro (Giappone, 2018) - 4,589 (anteprima mondiale)
 
Il film si apre in un magazzino abbandonato dove una troupe cinematografica sta realizzando un film sugli zombi. Ma questo non è un normale magazzino, infatti è il luogo in cui si sono svolti degli strani esperimenti militari e così dal nulla arrivano dei veri zombi che iniziano a terrorizzare la troupe.

La nostra opinione:
 
Molto probabilmente si tratta della sorpresa di questo festival: un esempio di meta-cinema a basso budget che mostra, tra mille peripezie, il "making of" di un film horror girato interamente in piano sequenza (in inglese, "onecut"). Se all’inizio lo spettatore dovesse trovarsi spaesato, pian piano, con il procedere del film, tutti i tasselli del puzzle finiranno al loro posto, ma non per questo rovinando i tanti momenti di ilarità.
Il tutto, contornato da un uso della macchina da presa a dir poco interessante. Colpi di scena a non finire, comicità che non stanca mai, e tanto, tanto, amore per il cinema.
Ecco ciò che aspetta chi si accinge a guardare "OneCut of the Dead".



Terzo classificato:
The Battleship Island: Director's Cut di RYOO Seung-wan (Corea del Sud, 2017) - 4,317 (premiere italiana)
 
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La nostra opinione:
 
1945. Centinaia di coreani vengono deportati sull’isola giapponese di Hashima, nota anche come "isola della nave da guerra" per via della sua forma peculiare, per lavorare nelle miniere che si trovano nel suo sottosuolo. Tra i deportativi è anche un direttore d’orchestra che, ingannato da un falso amico, si ritrova su quest’isola insieme alla figlia e all’intera orchestra da lui diretta.
La storia ruota attorno alle misere condizioni di vita dei deportati e alle circostanze che li portano a progettare una fuga di massa.
Se la prima parte del film si concentra sulla vita quotidiana dei deportati all’interno del campo di lavoro, la seconda, focalizzata sulla messa in atto della fuga, assume toni che si potrebbero definire epici grazie a scelte registiche molto azzeccate. Lo spettatore resterà col fiato sospeso fino alla fine della pellicola.



 
Black Dragon Audience Award - media

1987: When the Day Comes di JANG Joon-hwan (Corea del Sud, 2017) - 4,596
 
MYmovies Award

The Empty Hands di Chapman TO (Hong Kong, 2017)
 
White Mulberry Award for first time or second time director

Last Child di SHIN Dong-seok (Corea del Sud, 2018)

 


Il giorno 25 aprile si è inoltre tenuto il Cosplay Contest, giunto alla nona edizione e presentato ancora una volta dalla brava Giorgia Cosplay: qui sotto vi invitiamo a visionare un primo video introduttivo e un secondo riassuntivo della gara, mentre nella gallery potrete trovare alcune foto scattate ai partecipanti.
Eravate qualcuno di loro?
Fatecelo sapere nei vostri commenti!

 
Cosplay Contest Far East Film Festival 20
 


Cosplay Contest: uno sguardo d'insieme
 


Fonti consultate:
Sito ufficiale Far East Film Festival
Pagina Facebook Far East Events & Cosplay

Si ringrazia lightorange per l'aiuto alla stesura dell'articolo