Innanzi tutto: cos'è "Cool Japan"? Si tratta di un progetto messo in atto dal governo giapponese per incentivare e sostenere economicamente tutti quegli ambiti (musicale, mediatico, culturale...) per cui il Paese del Sol Levante sarebbe "cool" agli occhi degli stranieri. Bello, vero? Il progetto è nato nel 2013 stimolando il vivace ottimismo di tutti quanti, giapponesi e non; peccato che a partire dal 2015 Cool Japan non sia stato esattamente in grado di giocare la sua partita, costringendo una celebrità come Gackt, noto musicista giapponese, ad infervorirsi e a lanciare una dura critica verso l'organizzazione che qualche tempo prima aveva promesso di incentivare anche l'industria musicale.

    "Il Governo giapponese ha fatto un nuovo tentativo in questo senso [risollevare l'industria musicale] nel nome di Cool Japan. Ma nonostante siano stati stabiliti budget enormi, non hanno la più pallida idea di dove dovrebbero andare a finire quei soldi. Non esagero di certo affermando che il progetto è caduto nel mulinello di tasse sprecate e denaro messo nelle tasche di compagnie appena conosciute. 
Ma il budget di Cool Japan sta ancora fluttuando nell'aria. A chi diavolo spetta questo budget? Mi domando se ci sia qualche giapponese che sappia effettivamente a cosa servono quei soldi. Mi chiedo addirittura se Cool Japan stesso ne abbia idea. Quante persone possono rispondere a questa domanda?"


Effettivamente all'epoca Cool Japan aveva incentivato produttori di abachi e garze piuttosto che, per citare un esempio, il musical di Naruto che stava facendo il suo tour oltreoceano. E' vero, stiamo parlando di avvenimenti del 2015, ma la situazione, all'alba del 2017 non era ancora migliorata: stando all'articolo che il giornalista Joji Harano ha scritto riguardo all'associazione, due dei maggiori investimenti di Cool Japan nel 2017 sono stati Wakuwaku Japan e Isetan, un centro commerciale costruito in Malaysia, il quale vende articoli presumibilmente made in Japan ma a prezzi decisamente lievitati. Ecco un video creato dal vlogger malese Jonathan Ng, il quale rimarca con delusione come Isetan assomigli a qualsiasi altro centro commerciale.
 

Wakuwaku Japan si tratta invece di un canale distribuito in alcuni paesi asiatici che trasmette esclusivamente programmi televisivi giapponesi 24 ore al giorno per tutta la settimana. Qui sotto lo spot televisivo:
 

Nonostante la buona idea di partenza i numeri del canale parlano chiaro e, purtroppo, anche questa trovata si è rivelata un flop. 
Un altro punto dolente è costituito da All Nippon Entertainment Works (ANEW), da non confondere con All Nippon Airways (ANA), la compagnia aerea nazionale globalmente apprezzata. La ANEW è nata nel 2011, quando Cool Japan stava ancora germogliando, e ricevette un primo budget di 6 miliardi di yen dal Ministry of Economy, Trade and Industry (METI), la cui missione era di inserire la ANEW tra gli studi di Hollywood, in modo da divulgare l'animazione e la cinematografia giapponesi anche ad un vasto pubblico occidentale. Il progetto iniziale della ANEW prevedeva la produzione di sei film, ma nemmeno uno ne fu realizzato. Fu così che, non avendo guadagnato neanche un centesimo, il governo decise di vendere la ANEW ad una società di terzi a un prezzo incredibilmente basso, al fine di limitare i danni economici. 

Nonostante Cool Japan stia attraversando un periodo di crisi, con una perdita di 4,4 miliardi di yen dal budget totale di 52,9 miliardi, è necessario fare qualche doveroso appunto. In primis, il progetto ha una durata complessiva di 10 anni, ciò vuol dire che ha ancora poco più di tre anni per dimostrare il suo valore; sarebbe pertanto inopportuno trarre conclusioni affrettate. In secondo luogo, il dichiarato obiettivo del progetto è quello di "sponsorizzare" le bellezze del Paese, attraendo i visitatori: fino a prova contraria, dal 2017 a questa parte il Giappone sta registrando cifre di turisti da record. 
 
Un altro topos di Cool Japan è quello di aprire aziende giapponesi all'estero, sostenendo che permettano di ricavare un profitto più rapido: una decisione alquanto rischiosa se pensiamo che gli incassi dell'associazione sono stati estremamente esigui negli ultimi anni.
Cool Japan ritiene inoltre che un'importante risorsa per il progetto potrebbe essere l'esportazione della cultura pop nei parchi di Universal Studio negli Stati Uniti: ciò darebbe larga visibilità a prodotti che un tempo erano riservati alla sola nicchia di otaku, mentre oggi sono universalmente apprezzati.
Voi cosa ne pensate? In quali ambiti sarebbe redditizio porre gli investimenti di Cool Japan?



Fonte consultata:
Sora News 24