Oggi il nome di Le bizzarre avventure di JoJo, celebre manga firmato da Hirohiko Araki, è sulla bocca di tutti grazie alla serie animata che David Production cura dal 2012 e che si è prefissa lo scopo di adattare tutte le saghe del fumetto. Ma c'è stato un tempo in cui l'unico adattamento animato di JoJo era una serie di OAV piuttosto strampalata.
 

E' il 1993, la terza serie del manga, Stardust Crusaders, è finita da poco, e lo studio A.P.P.P. (Golden Boy, Project A-Ko) fa uscire un suo adattamento animato in sei OVA, che,però, non soltanto partono ad adattare soltanto la terza parte, ma non lo fanno neppure dall'inizio, raccontando soltanto una manciata di episodi tra quelli finali della vicenda. Salvo poi accorgersi che, magari, non si capiva nulla se non si era letto il manga e, quindi, realizzare diversi anni dopo sette episodi aggiuntivi che raccontano la parte precedente di questa terza saga, occupandosi di presentare i personaggi.
 

I primi sei episodi del 1993 sono stati per anni l'unico adattamento animato di JoJo, e, nonostante la trama sconclusionata, che operava tantissimi tagli rispetto al fumetto, sono sempre stati accolti calorosamente dai fan di vecchia data. Merito anche di una sceneggiatura che, tagliando tutto il tagliabile, sceglie di epurare la serie di quasi tutti i suoi momenti più trash e umoristici, presentando dei personaggi ben più seri e granitici di quanto non siano quelli del manga (Joseph, ad esempio, qui appare come una sorta di fiero e saggio ibrido tra l'Indiana Jones di Harrison Ford e suo padre, interpretato nel terzo film della serie da Sean Connery, mentre invece chi ha letto il manga sa che il personaggio offre un sacco di momenti più scanzonati e scemi). Il character design di Jun'ichi Hayama, uno degli animatori storici della serie Hokuto no Ken, ha fatto il resto, donando agli spettatori una versione di JoJo che ponesse maggiormente l'accento sugli elementi fighi, testosteronici, violenti (sono OVA usciti in videocassetta, quindi possono eccedere in violenza rispetto ad una serie trasmessa in tv che deve sottostare a censure e paletti, come difatti poi accadrà alla serie della David Production), piuttosto che su quelli trash, sui colori fluorescenti e le scene pacchiane che, invece, abbondano nel nuovo adattamento e che erano presenti nel fumetto originale. L'atmosfera orrorifica e carica di tensione viene anche accentuata dalle musiche orchestrate realizzate dal compositore di origine italiana Marco D'Ambrosio (Vampire Hunter D: Bloodlust).
 

Non si era badato a spese nemmeno per quanto riguarda i doppiatori scelti: Jotaro aveva la possente voce di Juurouta Kosugi (Kintoresky in Pretty Cure Splash Star), Joseph era Chikao Ohtsuka (Tao Bai Bai in Dragon Ball), Kakyoin Hirotaka Suzuoki (Shiryu in Saint Seiya), Polnareff Katsuji Mori (Nephrite in Sailor Moon), Abdul Kiyoshi Kobayashi (Jigen nelle varie incarnazioni di Lupin) e Dio Brando il recentemente scomparso Nobuo Tanaka (il cardinale Richelieu in D'Artagnan).

Nel 2004, Yamato Video commercializza gli OAV in un cofanetto che comprende anche il loro seguito (le puntate sono montate seguendo l'ordine cronologico della storia e non quello della realizzazione). La direzione del doppiaggio italiano è di Aldo Stella (Sami in I cinque samurai), mentre i doppiatori scelti sono Ivo De Palma (Seiya in Saint Seiya) per Jotaro, Enrico Bertorelli (Il comandante Red in Dragon Ball) per Joseph, Diego Sabre (Yamcha in Dragon Ball) per Kakyoin, Riccardo Lombardo (Mr. Satan in Dragon Ball Z) per Polnareff, Marco Balbi (Entei in Pokemon 3) per Abdul e Marco Balzarotti (Tuxedo Kamen in Sailor Moon) per Dio Brando. Oggi è possibile godere di un adattamento completo e fedelissimo al manga, quindi forse non ha più senso guardare questi OVA (che in questo novembre compiono esattamente 25 anni), che ne offrono solo una personale reinterpretazione di alcune parti, ma è bene ricordare che, se Stardust Crusaders è convenzionalmente la parte più amata di JoJo, è anche perché è rimasta nel cuore di coloro che videro questa miniserie, che è rimasta per tanti anni l'unico adattamento animato delle bizzarre avventure firmate Araki.
 

Rimane comunque un piacevole divertissement per chi è fan del manga e magari si è già sparato tutte le serie nuove, complici anche la bella grafica anni '90 e l'ottimo doppiaggio italiano. Non avrà certe perle trash che ci sono nel manga e nel nuovo adattamento, ma l'atmosfera testosteronica e violenta tipica di certi vecchi OVA che hanno cresciuto molti anime-fan del passato ben si addice a JoJo, rendendolo un'interessante rielaborazione del materiale originale, per quanto sconclusionata a livello narrativo.