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Il Giappone è in preda a un'ondata di criminalità anziana: la proporzione di crimini commessi da persone di età superiore a 65 anni è in costante aumento da 20 anni. Se nel 1997 questa fascia d'età rappresentava circa una su 20 condanne, 20 anni dopo la cifra era cresciuta fino a più di una su cinque.
Molti di questi anziani trasgressori inoltre sono recidivi: dei 2.500 ultrasessantacinquenni condannati nel 2016, più di un terzo aveva già cinque precedenti condanne. Nella maggior parte dei casi è il furto (soprattutto il taccheggio) il reato più commesso: di solito gli anziani rubano cibo per cifre inferiori a 3.000 yen (circa 24 euro) e prediligono negozi in cui vanno abitualmente.
In una prigione di Fuchu, poco fuori Tokyo, quasi un terzo dei detenuti ha più di 60 anni e così hanno modificato in parte la struttura, inserendo corrimano e servizi igienici speciali.
 
 
Secondo una ricerca del 2016, con una pensione media si riescono a coprire i costi di affitto, cibo e spese sanitarie, ma non il riscaldamento e i vestiti. Il problema principale di questi anziani, soprattutto se vivono in provincia, è che o non hanno più familiari ai quali chiedere aiuto oppure se ci sono, vivono lontano. Non vogliono essere di peso agli altri, quindi preferiscono farsi arrestare.
In questo modo, in prigione si assicurano tre pasti caldi al giorno e un tetto sopra la testa senza pagare niente. Come Keiko, 70 anni, che non ha avuto scelta: "Quando mi sono lasciata con mio marito, non avevo più una casa né i mezzi per sopravvivere. Così ho iniziato a rubare sperando di essere arrestata. In prigione ho incontrato donne di oltre 80 anni, che faticavano a deambulare ma che si erano messe a rubare perché non sapevano come arrivare a fine mese".
 
 
C'è da considerare anche che i tribunali giapponesi tendono a dare abbastanza facilmente condanne detentive per piccoli furti: se si ruba un sandwich da 200 yen (circa 1,50 euro), si può incorrere in una multa di 8,4 milioni di yen (quasi 70.000 euro) o una pena di 2 anni di carcere.
Ma non è solo la povertà a spingere gli anziani giapponesi a delinquere: secondo Kanichi Yamada, 85enne direttore del centro di riabilitazione per anziani usciti di prigione "Con Hiroshima", la povertà è solo una scusa. "Il problema di queste persone è che sono sole. Non hanno più un posto nella società e non sopportano la solitudine. Se hanno qualcuno che si occupa di loro, gli anziani non commettono crimini. In carcere non cercano solo da mangiare: cercano una compagnia. Purtroppo la società giapponese è cambiata e i rapporti sono sempre più fragili".
 

Ovviamente ricordate che non siamo nel far west, quindi si applicheranno comunque le normali regole sulla moderazione (salvo quella sui commenti composti da sole immagini), ed in particolare, tanto per ribadire, non sono ammesse immagini di nudo, spoiler non debitamente segnalati (usate il tag spoiler), trolling o spamming, e, più in generale, se un po' di flame si può tollerare in questa sede, vede comunque di non esagerare troppo.Questo è tutto, ora la palla passa a voi, buon divertimento :D

Fonte consultata:
BBC