Vi siete mai chiesti come ci si senta ad essere un editor di Jump? Molti di voi avranno letto Bakuman e saranno rimasti colpiti dal modo in cui Hattori ha fatto da editor a Muto sin da quando frequentavano le scuole medie. Ma cosa fa davvero un editor? In cosa consiste il suo lavoro? Hiroyuki Nakano, editor-in-chief di Jump dal 2017, ci racconta in questa intervista cosa significhi essere un editor del noto settimanale e come questo lavoro sia cambiato nel tempo.

Intervista a Hiroyuki Nakano, editor-in-chief di Jump


Che manga ti piacevano da bambino?

Mi è sempre piaciuto Doraemon. Quando ero alle elementari ho iniziato a leggere Jump e amavo Kinnikuman e Capitan Tsubasa.


Quando sei diventato un editor?

Così come il signor Hosono, editor di Shonen Jump+, sono entrato in Shueisha intorno al 2000 e da lì poi ho iniziato a lavorare su Jump.


Sei coinvolto nel progetto Manga PLUS?

Jump+ e Manga PLUS sono parte di Shonen Jump, quindi da editor in chief sono coinvolto nella lavorazione di entrambe le cose. Aiuto a decidere quali manga pubblicare su Jump, Jump+ e MANGA Plus.
(MANGA Plus è un’applicazione gratuita che permette agli utenti di tutto il mondo di leggere i manga di Jump in contemporanea al Giappone.)

Manga PLUS


Raccontaci la vita quotidiana di un editor.

Su Jump vengono serializzati circa 20 manga e ogni editor si occupa di uno o due manga e di un mangaka. Ogni settimana si fanno degli incontri con gli autori e si raccolgono i manoscritti. Gli editor sono le persone che hanno la responsabilità di portare i manga fino ai lettori. Dato che parliamo di una rivista settimanale è difficile rispettare i tempi di consegna, difatti molti mangaka non ce la fanno. Mai (risata). Quindi l’editor deve seguirli, a volte si ritira un manoscritto a notte fonda. È quel tipo di lavoro stressante in cui devi inseguire le persone che non rispettano le scadenze e costringerle e disegnare.
Non è sempre piacevole, perché senza gli artisti non esisterebbero i manga. Ci sono dei momenti in cui puoi solo pregare Dio che il manga possa essere completato.



Si fanno uno o due meeting a settimana?

Dipende dai manga, quando le cose vanno bene ci si incontra alla fine di ogni capitolo. L’editor e il mangaka discutono di cosa succederà nella prossima parte. Il mangaka consegna il name – la bozza -, l’editor lo controlla e dà il suo feedback. Direi che nella maggior parte dei casi si fanno due meeting a settimana, ma quando l’autore ha qualche problema sul come proseguire la storia, ci si vede più volte.


Mi sono sempre chiesto se ciò che viene mostrato in Bakuman sia realistico?

Si tratta di finzione, quindi molte cose sono esagerate per lo scopo, ma ci sono molti dettagli realistici, quindi direi che si avvicina abbastanza alla realtà. Ad esempio, per gli sfondi vengono usate delle fotografie, anche le scene in cui l’editor parla con i giovani artisti sono molto realistiche.

Bakuman


Come decidete quale manga adattare in anime?

Noi di Shueisha non facciamo anime, ma ci sono diversi motivi per cui si decide una trasposizione. A volte ci sono manga così popolari che vorremmo raggiungessero ancora più persone tramite la tv, quindi chiediamo alle diverse compagnie se sono interessate ad un adattamento animato per promuovere la serie. Altre volte sono le compagnie stesse che ci chiedono il permesso di creare una serie tv dai nostri manga. Ad ogni modo, se c’è il desiderio di creare un anime, noi di Shueisha siamo sempre pronti a sponsorizzarlo.


Ultimamente alcuni studi, come Bones e CloverWorks, che producono anime per fasce notturne, sono stati coinvolti in progetti legati a Jump. Lavorate ancora con Toei e Studio Pierrot, quindi da cosa nasce il coinvolgimento di questi studi da fascia notturna?

In Shueisha, discutiamo sempre su quale sia lo studio più adatto per lavorare su un determinato manga. Alcuni studi ci chiedono dei manga in particolare, a volte li accontentiamo, altre volte rifiutiamo perché abbiamo già preso accordi con altri; decidiamo caso per caso. È comunque vero che Jump lavora con molti studi e le cose sono cambiate parecchio nel corso degli anni, così come è cambiato il modo di fare serie per la tv: non ci sono più anime che durano per anni, è più comune creare anime brevi per le fasce notturne. C’è anche la questione dello streaming e degli split cours. Proprio perché il modo di trasmettere anime è cambiato così tanto, bisogna considerare tutti questi fattori per decidere quali manga trasporre in anime e in che modo. Penso che sia per questo che adesso lavoriamo con molte compagnie diverse.


Qual è stato il caso di My Hero Academia?

Nel caso di My Hero Academia è stata la produzione anime a volerci lavorare. Abbiamo pensato che Bones avrebbe fatto una splendida trasposizione quindi abbiamo approvato.



E arriviamo a The Promised Neverland, prodotto da CloverWorks...

È successa la stessa cosa in questo caso. Fuji TV (che possiede lo slot NoitaminA) ci ha proposto di fare un anime di Neverland. Che a lavorarci sarebbe stato CloverWorks era parte dello stesso accordo.


Perché è stato inserito nella fascia notturna? Per i suoi contenuti?

Sì, è stato uno dei fattori. La storia parla di temi spaventosi e per renderli al meglio in animazione bisogna lavorare sui dettagli, per far ciò ci vuole tempo. Gli anime di fascia notturna hanno più tempo per essere lavorati, quindi abbiamo dato la nostra approvazione.


Boruto e Black Clover invece sono Pierrot. Com’è andata con queste due serie?

Boruto è la continuazione di Naruto, una serie su cui abbiamo puntato molto per vent’anni. Abbiamo ricevuto molte offerte, ma l’editor di allora scelse Pierrot e TV Tokyo perché aveva uno slot serale adatto per i bambini.
Black Clover è stato un caso simile, è una serie sul classico filone dei battle shonen, se lo avessimo relegato ad uno slot notturno avrebbe avuto meno pubblico. Le nostre intenzioni erano di mandarlo in onda per oltre un anno.



I fan di oltreoceano forse non sono molto pratici, quindi potrebbe dirci esattamente qual è la differenza tra Jump e Jump+?

Jump è un magazine con una lunga storia, le sue opere puntano ad un pubblico giovane ed è su quello che ci concentriamo lavorando su questa rivista. Con Jump+ le cose sono invece più elastiche, ci sono manga rivolti agli adulti, altri alle donne. Ci sono tanti manga di stile diverso, credo sia dato dal fatto che si tratta di una rivista online e non cartacea.

Jump Plus


Al giorno d’oggi sono aumentati i mangaka che disegnano in digitale?

Sì, sono aumentati, anche se quelli che disegnano per le riviste cartacee sono una percentuale comunque bassa. Sicuramente molti si avvalgono del digitale, ma la maggior parte di essi resta attaccata alla carta.


I veterani?

Credo sia colpa delle scadenze; quando si è a un passo dal termine della consegna è più facile riunire 6 o 10 assistenti che lavorino insieme su un manoscritto cartaceo.


Con le scadenze di Jump+ si è un po’ più indulgenti?

Ogni manga opera con scadenze differenti, quindi le variazioni sono maggiori. Alcuni disegnano in digitale, altri hanno assistenti che lavorano da casa loro, ma sicuramente i tempi di consegna della rivista cartacea sono più stretti rispetto a quelli di Jump+, per questo molti continuano a disegnare su supporti cartacei.


Oggi sembra che i mangaka abbiano più responsabilità che in passato, per esempio fanno interviste o disegnano illustrazioni extra. Come si incastrano queste cose con le loro scadenze fisse?

È sempre stato così. Solitamente i mangaka, mentre svolgono il lavoro ordinario, creano qualche illustrazione in più da inserire nei tankobon o come extra per i lettori. Dipende dalla loro velocità nel disegnare o dalla salute, alcuni ci riescono, altri no. Questa è una cosa che non è mai cambiata.
La pubblicazione del magazine ha la priorità su tutto, i mangaka possono fare lavori opzionali solo se hanno tempo, altrimenti non gli è concesso.



Nel caso di One Piece, il sensei Oda si occupa sempre del character design dei film. Non rischia di accumulare troppo lavoro?

Oda sensei ha dei ritmi sovraumani. Si riposa e dorme appena.

One Piece


In quest'epoca di progetti multimediali, i mangaka si trovano sempre più coinvolti in progetti che non riguardano i manga. Come fanno a sostenere tutto ciò?

(risata) Non so se effettivamente riescano a "sopportare" tutto questo, ma è per questo che ci siamo noi editor, agiamo come rappresentati dei mangaka. Quando si tratta ad esempio di trasposizioni anime, valutiamo e approviamo in loro vece, è qualcosa per cui ci impegniamo molto. A parte gli stessi mangaka, siamo noi quelli che conoscono meglio i loro lavori.


Capisco, quindi gli editor si prendono la responsabilità del mangaka. Quale pensi che sia la più grossa differenza tra un editor giapponese e uno americano?

Non saprei, non conosco il lavoro degli editor americani. In Giappone ci sono tanti tipi diversi di editor e quelli di Jump sono un caso speciale. Si potrebbe dire che gli editor di Jump sono i più "giapponesi" tra gli editor di manga. Bisogna assicurarsi che il fumetto abbia successo e cercare di allevare nuovi, giovani talenti. Si prova un senso di soddisfazione che ripaga di tutto il duro impegno ed è quello che ci fa andare avanti. Non lo facciamo per soldi! Si potrebbe dire che la filosofia di Jump è mettere in gioco le proprie vite per supportare il mangaka. Le cose vanno così per tutti in Giappone, ma ancora di più per noi editor di Jump.


Ti sei mai preoccupato del sovraccarico di lavoro?

È un problema su cui riflettiamo attentamente. In passato gli editor dovevano solo pensare a rendere l'opera interessante per farne un successo, oggi c'è da pensare agli anime e altre cose simili, i nostri compiti sono aumentati. Siamo molto impegnati quindi vengono assunti sempre più editor e Shueisha organizza i team suddividendoli in reparti specializzati. Alcuni si occupano della promozione, altri delle licenze. Facciamo in modo che tutti possano sostenere il loro carico di lavoro.


Ma non importa quanti nuovi editor assumi, a lavorare su un manga ci sarà sempre un solo mangaka! (risata)

(risata) Hai ragione! Ma con il digitale le cose sono cambiate e molte altre cambieranno per i mangaka con il passare del tempo. E può anche esserci più di un autore a lavorare su un fumetto.


Ora che Jump è così amato anche oltreoceano, pensi che diventerà qualcosa di diverso da ciò che è sempre stato?

Una volta il magazine in sé era la cosa principale, ma oggi bisogna considerare anche gli anime e il fatto che la rivista sia distribuita in altre parti del mondo. Ci siamo sempre impegnati per creare manga interessanti, ma oggi cerchiamo anche di assicurarci che vengano conosciuti nel resto del mondo.

weekly shonen jump


Nel resto del mondo però è difficile che vengano lette le riviste.

Vero, per questo motivo puntiamo al digitale, così da far conoscere i nostri manga a molte più persone. Inoltre, i lettori di Jump leggono sia il cartaceo che la versione digitale, ci sono molte persone che leggono prima il manga online e poi comprano la copia cartacea.


Cosa pensi della pirateria online oltreoceano?

Sono contento che la gente sia interessata ai nostri fumetti, ma rappresenta un grosso problema per gli autori, bisogna coprire i costi degli assistenti, del manoscritto e altre cose. Se la cosa va fuori controllo, distruggerà la cultura manga. Credo che sia importante rendere accessibili le pubblicazioni ufficiali così da incoraggiare le persone che leggono le versioni pirata a comprarle.


Un altro problema riguarda i leak dei capitoli prima della pubblicazione ufficiale. Avete modo di arrestare questo fenomeno?

Possiamo solo chiedere alle persone di non farlo.

Pensate che MANGA Plus possa mitigare il problema?
Lo speriamo, ma non è il motivo principale per cui è nata l'app. Volevamo solo rendere accessibili in tutto il mondo i nostri manga. Al contempo, però, potrebbe anche ridurre la pirateria.


Pensate di pubblicare artisti stranieri su Jump?

La possibilità c'è sicuramente. La qualità dei fumetti in stile manga è aumentata parecchio, ci sono casi in cui non riesci a distinguere i disegni da quelli di un vero e proprio manga. Ci sono già degli artisti coreani che vivono in Giappone e lavorano per Jump, puntiamo ad incrementare la rappresentanza di autori stranieri. La nostra incapacità di comunicare in lingue diverse dal giapponese è frustrante, perché ci piacerebbe crescere giovani talenti di altre parti del mondo. A tutti voi nel mondo, per favore, proponeteci i vostri manga!


Fonte consultata:
Anime News Network