Con 45 volumi pubblicati nel corsi di 27 anni per un totale di più di 100 milioni di copie vendute, Doraemon della coppia Fujiko F. Fujio è uno dei manga più venduti e famosi di sempre. Il successo dell'opera ha spinto anche alla creazione di varie trasposizioni animate che proseguono ancora oggi, tra cui numerosi film e ben tre serie televisive.
 
Nobita è uno studente delle elementari svogliato che ha una cotta per una sua compagna di classe di nome Shizuka, ma a causa della suo carattere timido e insicuro non ha il coraggio di rivelarle i suoi veri sentimenti. Le sue giornate le trascorre soprattutto a scuola o al parco assieme a due suoi coetanei di nome Gian e Suneo, che però si prendono spesso gioco di lui mettendolo nei guai. Le cose inizieranno a cambiare con l'arrivo di Doraemon, un gatto robot proveniente dal futuro per eliminare la pigrizia di Nobita che causerà molti problemi ai suoi discendenti. Per aiutarlo, gli presterà alcuni gadget provenienti dal futuro in grado di fare cose strardinarie, ma Nobita tenderà ad abusarne causando dei problemi ancora peggiori dei precedenti.
 

Sul fronte seriale, dopo una prima serie di 52 episodi, è iniziato 40 anni fa uno degli anime televisivi più lunghi di sempre: Doraemon - La seconda serie, conclusasi solamente nel 2005 a quota ben 1787 episodi, e sostituita da una nuova serie oggi ancora in corso e vicina ai 500 episodi complessivi.

Prodotta da Shin-Ei Animation, la seconda serie dell'apprezzatissimo gatto robot ebbe un notevole successo di pubblico, col suo episodio più seguito in grado di far segnare il 31,2% di share, ponendola al 17° posto degli anime più visti di sempre. Iniziata con una trasmissione quotidiana con sei episodi a settimana, la periodicità di trasmissione è progressivamente calata fino ad arrivare al più classico episodio settimanale.

La serie è stata parzialmente trasmessa anche in Italia in varie occasioni, in particolare su RAI 2 negli anni '80 e su Mediaset tra il 2003 e il 2012, per quasi un migliaio di episodi complessivi.

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Chi, da piccolo, non ha mai visto "Doraemon", il gatto spaziale? Quello che regalava dei gadget speciali? Se non l'hai visto dovresti farlo. Perché ancora adesso, dopo tanti anni che lo guardo, riesce ancora a farmi riaffiorare il sorriso sulle labbra e a catturarmi sullo schermo come quando ero molto piccola. A dir la verità, il numero di episodi che ho visto, non lo so: l'unica cosa della quale sono certa è che non mi perdevo un episodio la mattina e al pomeriggio quando lo facevano e ancora oggi non disdegno visionarlo se non ho niente da fare (sia alla tv, gentilmente trasmesso dalla Mediaset, sia in streaming su internet gli episodi inediti in tv).

La trama: a grandi linee la trama parla di un gatto, se così Doraemon può essere definito, che arriva dallo spazio e aiuta il giovane Nobita nelle sue faccende giornaliere. Quest'ultimo è conosciuto come un fannullone, un pigro che non si dà mai da fare, né nello studio né nelle altre faccende. L'unica cosa che fa con piacere è leggere manga e comprarne con i pochi Yen che i genitori gli danno come mancia settimanale. Doraemon lo aiuta ogni tanto a esaudire alcuni dei suoi desideri più fugaci ma, ahimè, non finisce mai bene - questo, come morale, ci insegna che chi troppo vuole nulla stringe. Inoltre il ragazzo è sempre ostacolato da due suoi "finti amici", Gian il bullo e Suneo il riccone, sempre in coppia. E' inoltre infatuato della bella Shizuka.

Ogni episodio ha una propria piccola avventura, semplice, originale e molto, ma molto divertente. Per ogni situazione il nostro Doraemon ha un gadget che aiuta il protagonista a essere migliore in un certo campo: basta che lo tiri fuori dalla sua tasca da marsupiale e il gioco è fatto. Di tutti gli episodi che ho visto, pochissimi, due o tre, se non proprio solo uno, avevano un finale felice dopo l'utilizzo di un gadget.
I disegni sono simpatici e ben realizzati e i colori sono ben distribuiti. Ciò che mi fa veramente trasalire è la data della sua produzione: 1979, che ovviamente si sarà protratta per più tempo dato il numero di episodi. Malgrado sia un anime che la mia generazione può considerare vecchio, devo proprio dire che è ben fatto, ha uno stile diverso dagli altri anime editi in quegli anni.
Il sonoro: la sigla italiana è eccellente, torna spesso in mente anche in periodi nei quali non si segue la serie e addirittura resta impressa durante il giorno, dopo un'unica visione. La colonna sonora non è di certo delle migliori, né delle più ricercate, ma è passabile.

"Doraemon" è un anime che consiglio a grandi e piccini per la sua grande comicità. L'effetto nostalgia ha la meglio ogni volta che lo si vede e cosa ancora più bella è che non smette mai di stupirti. La fantasia dei creatori deve essere stata veramente ampia dato che hanno creato più di un migliaio di diversi gadget da abbinare a ogni puntata. Nel complesso è un'opera degna di nota adatta a un pubblico di bambini e anche di adulti, purché dentro di sé questi conservino ancora quella parte che in ognuno di noi non dovrebbe mai perire. "Doraemon" è un titolo che va conosciuto e apprezzato, soprattutto grazie alla simpatia del buffo protagonista da cui deriva il nome.


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Doraemon è una serie tratta dall'omonimo manga di Fujiko Fujio. Il protagonista è un gatto robot del futuro (privo di orecchie in quanto gliele ha mangiate un topo), Doraemon, appunto, che torna indietro nel tempo allo scopo di cambiare il passato, ovvero di far sì che il suo amico Nobita non diventi un fallito ma si faccia una carriera e viva felice dopo avere sposato la sua compagna di giochi Shizuka. Purtroppo però il suo compito si rivela molto arduo, perché Nobita è un fannullone senza speranza, vuole trascorrere le sue giornate solo giocando, mangiando e leggendo fumetti e non ne vuole sapere di studiare, riportando così voti pessimi. Inoltre ogni volta che ha un minimo problema Nobita approfitta di lui, chiedendogli insistentemente uno dei suoi ciuski, ovvero bizzarri e ingegnosi aggeggi che serviranno a risolvere la situazione senza fatica: c'è il ciuski per risparmiare il tempo, quello per recuperare oggetti perduti, quello per volare, quello per diventare campioni sportivi... Insomma, ce n'è per tutti i gusti e tutte le necessità, peccato però che ogni volta Nobita riesca puntualmente a mettersi, con i ciuski, in situazioni ancora peggiori di quelle di partenza e toccherà a Doraemon cercare di salvare la situazione.

Gli episodi - a proposito, non saprei dire quanti ne abbia visti, perciò ho messo un numero indicativo - sono a schema ultra-fisso, ma secondo me la fantasia dell'autore è riuscita comunque a creare situazioni sempre diverse, e comunque le storie sono davvero spassose.
Nonostante il character design non bellissimo, l'anime per me merita, perché si dimostra educativo e allo stesso tempo molto diverte, e i personaggi sono caratterizzati benissimo. Ci sono tutti gli stereotipi: l'occhialuto imbranato Nobita, il ciccione prepotente e manesco, la bella e studiosa compagna di classe che piace a tanti, il primo della classe (che per giunta è pure bello), il ricco antipatico e snob, ed i genitori di Nobita, i quali sono i classici genitori giapponesi. Il padre è il classico impiegato che rincasa spesso tardi per bere con gli amici, la madre è la classica massaia un po' frustrata, tutta dedita alla cura della casa e ai bilanci della famiglia nonché alla rigida educazione del figlio, che se non riuscirà degli studi rischia di diventare un fallito.

Si legge tanto in rete su quale possa essere il finale della storia, ce ne sono in giro diverse versioni, ma pare che un vero e proprio finale non ci sia, probabilmente perché l'autore voleva raccontare semplicemente una storia a episodi autoconclusivi, oppure purtroppo soltanto perché è morto prima di poterlo realizzare. Qualunque sia la situazione, nulla toglie alla positività della mia valutazione.
Questo anime ha avuto due sigle e due doppiaggi, sempre per via del passaggio a Mediaset, per la solita vecchia storia di cancellare irrispettosamente una bella sigla storica - anzi, in questo caso due, perché l'ending era diversa dall'opening - per crearne una stupidissima e banale da fare cantare alla D'Avena. E per quanto riguarda il nuovo doppiaggio, ritengo che Doraemon doppiato da Pietro Ubaldi sia qualche cosa di osceno, anche se colui che anni fa fu il mitico Anacleto Marrabbio di "Kiss me Licia" rende la voce giustamente miagolante, dato che doppia un gatto. Senza nulla togliere alle indubbie capacità di Ubaldi come doppiatore, preferivo il doppiaggio vecchio.
Unica nota positiva del nuovo doppiaggio, e adattamento, è il ripristino dei nomi originali dei personaggi: così Guglia Gugliemo Guglielminetti torna ad essere semplicemente Nobita e Susy torna a essere Shizuka, com'è giusto che sia, data l'ambientazione della storia in Giappone.