Durante l’edizione 2019 del Comicon di Napoli, fiera dedicata a manga, anime, fumetti, cosplay e videogiochi, è stato invitato come ospite speciale il maestro Akihito Tsukushi, autore del manga di successo internazionale Made in Abyss, in procinto di ricevere un secondo adattamento animato dopo la prima serie del 2017 e i film che hanno fatto da riassunto ad essa. In questa cornice, AnimeClick.it ha avuto l’occasione di incontrare il maestro Tsukushi e di realizzare insieme a lui una preziosa intervista sulla sua opera grazie a JPop, che ringraziamo calorosamente per questo stupendo incontro.

AnimeClick.it incontra Akihito Tsukushi

Innanzitutto, vi ringraziamo calorosamente per questa intervista. Per iniziare mi piacerebbe partire dall’origine dell’opera. Come lei stesso ha dichiarato, Tsukushi-sensei, il concept originale di Made in Abyss era una doujinshi. Mi piacerebbe scoprire il processo creativo che ha portato questa idea a divenire un manga di successo internazionale.
Il mio prototipo di Made in Abyss nasce effettivamente come doujinshi, ma non come manga, bensì come libro di illustrazioni autoprodotto. In Giappone hanno lo stesso nome, ma è un libro di illustrazioni a tutti gli effetti che seguiva una determinata storia. Avevo un idea ben precisa di come costruire quel mondo, ma poi pian piano il libro si è evoluto in un manga che alla fine è divenuto il Made in Abyss che conoscete. È stata un’evoluzione naturale.


Parliamo del fulcro dell’opera, l’Abisso. Un luogo affascinante, poliedrico e ricco di misteri tutt’ora da svelare, nonché fulcro del tema dell’opera, ovvero il viaggio come metafora del perfezionamento di se stessi e dell’evoluzione. La sua struttura, tra l’altro, ricorda l’Inferno descritto da Dante Alighieri nella Divina Commedia. A cosa si è ispirato, nelle tematiche e nella forma, per creare l’Abisso della sua opera?
Mi dispiace dire che, in realtà, io non ho mai letto Dante (sorride). Una delle mie ispirazioni per la struttura dell’Abisso è stata il Buddhismo. Nel Buddhismo, c’è un un Abisso nel quale più scendi e più ti avvicini all’Inferno. Questo è stato un fattore molto importante nella genesi dell’Abisso di Made in Abyss. Un’altra ispirazione è stata una mia visita a un museo di scienze naturali, nel quale era presente la sezione di un albero. Da essa, era possibile evincere che molte creature avevano abitato il tronco di quell’albero, e questo mi ha aiutato ulteriormente con l’idea dei livelli dell’Abisso. Infine, mi ha ulteriormente aiutato un videogioco, Wizardry, nel quale è possibile creare tanti mondi intorno a un determinato punto, e questo mi ha ulteriormente aiutato a definire la struttura dell’Abisso. L’Abisso resta comunque un Inferno, ma il mio obiettivo era realizzare un Inferno che invogliasse alla sua esplorazione.


A inizio anno sono stati rilasciati due film riepilogativi della serie animata di Made in Abyss del 2017, che sono tra l’altro in proiezione qui al Comicon, ed è anche stato annunciato un film, “Made in Abyss - Dawn of the Deep Soul”, che farà da seguito alla vicende vissute da Rico e Reg nella prima stagione. Ci parli del caloroso affetto con cui i fan hanno accolto queste notizie e, in generale, avrei piacere nel conoscere cosa apprezza maggiormente della traslazione da cartaceo ad animato della sua opera.
Sono veramente felicissimo dell’affetto con cui i fan di tutto il mondo hanno accolto questa notizia. Ho anche visto su Internet dei video di persone che esultavano e urlavano per la gioia all’annuncio. Sono cose che mi rendono molto contento. L’Anime di Made in Abyss mi piace veramente tantissimo. Potrei fare una lista lunghissima con tutte le cose che mi piacciono, ma forse la cosa che più ho apprezzato dell’Anime è il modo in cui lo hanno sceneggiato, risolvendo anche alcuni problemi che io stesso mi ponevo mente lo disegnavo. C’è stato più di un passaggio in cui ho pensato “Chissà se questa cosa si capisce bene?”. Nell’Anime questi passaggi sono perfettamente comprensibili, e gli sono veramente molto grato per questo. Ci sono davvero tantissime cose che mi piacciono dell’Anime, ma questa è sicuramente quella che più ho apprezzato.

Illustrazione Akihito Tsukushi Comicon2019

Rimaniamo in ambito adattamento animato. Poco fa lei ha detto che l’Anime ha reso molto bene alcuni passaggi. Lei in che misura ha contribuito alla realizzazione dell’adattamento di Made in Abyss?
All’inizio, quando mi hanno comunicato che avrebbero realizzato un Anime di Made in Abyss, ho pensato che il mio intervento sarebbe stato limitato al rispondere alle domande che mi venivano poste dalla casa di produzione e dagli sceneggiatori. Tuttavia, le domande che mi facevano erano incredibilmente dettagliate. Non mi chiedevano solo cose come “In che modo funziona la città di Orth?”, ma anche cose come “Che forma hanno le viti utilizzate nella città di Orth?”, “Dove vengono costruite queste viti?”. Mi chiedevano una quantità incredibile di dettagli. Mi hanno chiesto anche cose come “A quanto ammonta la popolazione di Orth?”, “Esistono caffè e ristoranti?”, “Da dove arriva il cibo che viene mangiato a Orth?”. È diventato sempre più divertente avere a che fare con la produzione dell’Anime, perché alla fine mi divertivo così tanto a rispondere alle loro domande che gli ho chiesto di farmi tutte quelle che gli passavano per la testa. Penso sia davvero incredibile che tutte le domande a cui ho risposto abbiano trovato un modo di apparire anche nell’anime. Un altro mio intervento è stato curare alcuni dettagli molto importanti per il finale, che io ho già deciso. C’erano dei punti della storia in cui era necessario un po’ di adattamento rispetto al manga. Abbiamo rivisto questi punti un pochino spinosi in modo che non “parlassero” troppo, facendo così rimanere segrete alcune cose che devo restare tali fino al finale. C’è una determinata reliquia, “Hoshi no Rashiba”, che ha una funzione molto importante nella storia, e non volevo che venisse fuori. Per cui ho chiesto agli sceneggiatori di non dilungarsi troppo su di essa.


Uno dei personaggi più amati dal pubblico, nonché il mio preferito, è Nanachi. Ha una storia tragica e commovente, davvero meravigliosa, e ha saputo così catturare il cuore di moltissimi lettori. Sarei curioso di sapere qual è stata la genesi di Nanachi.
Io ho un libro, scritto dal maestro Kazuo Koike, intitolato “L’Arte di Attrarre le Persone”. Non è un manga, ma un manuale scritto dal maestro che parla di come sceneggiare un manga, spiegando che il fulcro di un’opera è la creazione dei personaggi. Se crei dei personaggi interessanti non è necessario crearci del dramma attorno, il dramma si creerà da sé. Nanachi è sicuramente nata da questa teoria del maestro Koike che ha cambiato il mio modo di scrivere.


Nei suoi personaggi lei ha inserito anche elementi autobiografici?
In realtà io non inserisco molto di autobiografico nei personaggi principali. Invece, i cattivi di Made in Abyss spesso pensano quello che potrei pensare io. Questo perché, nonostante siano i cattivi, sono comunque umani e tali vanno resi. Per questo motivo, cerco di riversarmi un po’ di più nei cattivi. È bello vedere l’ideale (i protagonisti) scontrarsi con l’umano (i cattivi).

Illustrazione Akihito Tsukushi

Parliamo in maniera più precisa del personaggio di Nanachi. Il suo ingresso in scena cambia parecchie carte in tavola, soprattutto a livello narrativo, e da molto l’idea di essere un personaggio estremamente importante all’interno dell’opera. Come autore, che tipo di sfida e di stimolo creativo rappresenta usare bene un personaggio come Nanachi?
Onestamente, Nanachi è personaggio veramente facile da usare. Io le creo le situazioni, e lei si muove da sola. Agisce come se avesse vita propria. Questo forse è anche grazie al metodo del maestro Koike che ho spiegato prima. Lei è un personaggio già completo, non un burattino nelle mie mani.


Subito dopo l’inizio della parte che verrà adattata in “Dawn of the Deep Soul”, quindi dopo l’ingresso di Nanachi nel gruppo principale, la storia sembra prendere una piega differente, quasi ampliarsi. Vengono presentati nuovi personaggi, nuove situazioni e il sapore della storia assume una nota epica ma altrettanto drammatica. Questa cosa era nei suoi piani sin dall’inizio? Dobbiamo aspettarci altri colpi di scena di questo livello dal prosieguo di Made in Abyss?
Era già deciso. In realtà, cose come la maledizione dell’Abisso, in cui più scendi e meno puoi risalire, il fatto che non si possa tornare indietro, le avevo decise sin da subito, sono state le prime cose che ho deciso. Per cui, all’inizio sembra un’avventura molto leggera, ma avendo già deciso queste cose era ovvio che pian piano la storia sarebbe diventata sempre più cupa e sempre più drammatica. Poi ovviamente, man mano che si scende, la storia non diventerà solo sempre più drammatica. Ho preparato delle situazioni che permetteranno ai miei personaggi di risplendere.


Per concludere, parliamo del futuro dell’opera. Made in Abyss è una storia che parla di crescita, di sfida, che tratta anche il saper rinunciare a qualcosa di estremamente prezioso e importante per seguire i propri sentimenti. Quanto verranno messi alla prova i sentimenti di Rico e Reg nel futuro?
Tutto ciò che vi posso dire è che Rico non farà un power up, non troverà una reliquia che la farà diventare forte. Nella mia testa Rico è una bambina che si impegna con le sue sole forze e i suoi mezzi, essendo appunto una bambina, e questa cosa la metterà molto alla prova nel corso della storia, avendo appunto dei limiti dettati dal suo essere ancora piccola. Di Reg non posso dirvi praticamente niente altrimenti farei spoiler molto grossi, posso però dirvi che capirà un po’ di più chi è, troverà un po’ di più se stesso. Animeclick: Vi ringraziamo di cuore, maestro, per essere stato con noi.


È stato un immenso onore e un piacere essere qui con lei. Ci auguriamo che in futuro Made in Abyss sappia regalarci tante altre emozioni, ma di questo ne siamo convinti. Grazie Mille.
Di nulla, il piacere è stato mio. E state tranquilli: in un modo o nell’altro, i nostri amati protagonisti saranno sempre in grado di cavarsela.

akihito tsukushi autografo