Il turismo legato alla passione per manga ma soprattutto anime è, in Giappone, in rapido aumento. Sempre più sono i turisti che vogliono visitare le ambientazioni reali in cui i personaggi delle loro serie preferite hanno passeggiato, condotto valorose battaglie, sofferto... Ultimamente, molti governi locali hanno riconosciuto la positività del fenomeno che, in alcuni casi, è stato in grado di ridare lustro a zone da tempo cadute nel dimenticatoio. Nonostante ciò, il ricercatore Takeshi Okamoto mette in guardia i più euforici, contro l'eccessiva commercializzazione del fenomeno. 

In un'intervista rilasciata per Yahoo! News, Okamoto dice: "Di certo il turismo degli anime porta benefici economici ed incoraggerà i fan a visitare certi luoghi portando con loro nuove idee. Ma i visitatori potrebbero perdere l'entusiasmo se un posto viene troppo commercializzato. Per evitare che accada è necessario conoscere quali sono le cose che i turisti apprezzano maggiormente."
 
Turismo degli anime: è sempre positivo?

Un esempio che, secondo il ricercatore, non si dovrebbe seguire è la collaborazione tra un hotel della prefettura di Shizuoka con Love Plus, simulatore di appuntamenti per Nintendo DS, nel 2010. Lo staff dell'hotel avrebbe disposto due futon anche nelle stanze dei visitatori che alloggiavano da soli. L'evento causò piuttosto fermento online: il significato era che il futon extra fosse per la waifu (tratta dal videogioco-anime) del visitatore.

Okamoto spiega: "Non è che nessuno debba più pensare a trovate del genere, ma se l'intenzione è quella di realizzarle, allora è meglio capire quello che l'utenza vuole e fare un lavoro decente. I visitatori percepiscono immediatamente quando qualcosa è realizzato in modo sommario.

Ecco perché consiglia di applicare questi stratagemmi a luoghi che normalmente le persone non riescono a raggiungere da sole. Ciò sarebbe diverso da luogo a luogo, in quanto ogni serie ha i suoi riferimenti e peculiarità.


Fonte consultata:
Anime News Network