Nella giornata del 31 ottobre, durante il Lucca Comics & Games 2019, il Maestro Hirohiko Araki ha tenuto uno Showcase al Teatro del Giglio in cui ha disegnato dal vivo e risposto alle domande dell'organizzazione della Fiera e del caloroso pubblico in sala. Qui di seguito, vi riportiamo l'estratto di questa emozionante conferenza.

Ringraziamo calorosamente Kary89 per il prezioso contributo che ha dato a questo articolo.
 


Innanzitutto, Maestro, chi ha intenzione di disegnare?

*ride* Vorrei che indovinaste, sarà una sorpresa.

D’accordo. Allora chiacchieriamo un po’ prima di lasciarle il giusto tempo per disegnare. Il digitale è ormai lo strumento prevalente fra moltissimi suoi colleghi, sappiamo però che lei è ancora molto affezionato ai metodi tradizionali quali matita e china. Volevamo sapere il perché di questa predilezione, cosa trova nei metodi tradizionali che invece non trova nel digitale?

È una motivazione molto semplice. Ho sempre disegnato in “analogico”, e per me pensare di passare al digitale improvvisamente è difficile dopo tutto questo tempo. Non penso che riuscirei a rendere altrettanto bene come faccio con l’analogico.

Ha degli strumenti preferiti? Una tecnica particolare che predilige?

Il mio strumento preferito è il pennello giapponese.

Vorrei chiedere ai redattori, Ito e Yokoi, com’è lavorare con il Maestro, visto e considerato che, a differenza di altri suoi colleghi, il Maestro ha un ritmo di lavoro molto regolare e ben scandito.

Lavorare con il Sensei è molto particolare per un editor, innanzitutto per i tempi di lavoro. Nell’arco della settimana, lui ha due giorni di riposo, e già questo è “strano” nel panorama manga, in quanto gli autori hanno schedule molto strette e tempi da rispettare. Lui ha questa schedule con due giorni di riposo, e lavorare con lui è sicuramente particolare.

Come vi organizzate per lavorare? Qual è il metodo di lavoro?

È molto facile: una volta a settimana, ci incontriamo al ristorante e ne discutiamo. Prima ci incontravamo al Jonathan’s, adesso invece ci incontriamo da Royal Host. Ci incontriamo sempre in un giorno prestabilito e parliamo di come proseguire il manga.

Quindi ora i fan sanno dove trovarla!

*ride*

Come lavora il Maestro? E com’è lui come persona?

La particolarità del Maestro, e ci tengo a ribadirlo, è che ha un ritmo molto regolare, e non è una cosa scontata. Si sveglia la mattina presto, poi lavora fino a una certa ora per poi smettere. La notte dorme senza intoppi. È incredibilmente regolare e preciso.

È la prima volta che venite in Italia? Che impressione vi ha fatto?

Ho lavorato anche con Takashi Yoichi di Captain Tsubasa, e sono anche venuto a vedere una partita di calcio. A Lucca invece è la prima volta che vengo, e la trovo interessante, soprattutto in questo contesto del festival. Vedere unirsi l’antico della città di Lucca e il nuovo della cultura anime e manga è qualcosa che in Giappone non ho mai visto, e sinceramente mi piacerebbe vederlo.
 


Sarebbe interessante chiedersi come mai le opere del maestro Araki siano così amate in tutto quanto il mondo. Ora noi siamo qui, a Lucca, in Italia, ma in questa sala sono presenti anche persone d tutto il mondo.

Ci sono molti tipi di manga, ma quello che sicuramente piace del Maestro Araki è la particolarità del disegno che riesce a mettere su carta. È molto diverso da tutto quello che viene fatto da altri.

Molto interessante. A questo punto, vorrei chiedere al Maestro quanto tempo ci ha messo e come ha lavorato per creare uno stile così personale e portarlo al successo.

È stato un processo lungo e difficile. All’inizio mi ispiravo molto a Babil Junior. Dopo ho preso ispirazione anche da Shirato Sanpei. Da JoJo, ho iniziato a sviluppare il mio stile e ad affermarmi come artista.

Quanto è importante per i redattori che un autore abbia uno stile così personale?

*Araki fa rispondere uno degli editor* Avere un proprio stile è molto importante. Faccio un esempio: adesso forse accade un po’ meno rispetto al passato, ma in Giappone non è strano vedere persone sedute in metro a leggere manga una accanto all’altra durante il viaggio. Se in una situazione del genere, guardando di sfuggita il manga, si riesce a riconoscerlo, allora quello è segno che l’autore ha uno stile caratteristico e che ha fatti un buon lavoro.

Ne'“Il Manga secondo Hirohiko Araki, il Maestro ha parlato di un “sentiero dorato”, un percorso per cercare di creare un manga che punti alla perfezione. Può spiegarci un po’ meglio questo concetto e cosa intende per “sentiero che porta al manga perfetto”?

Premetto questo: non è qualcosa che è stato creato, è qualcosa che viene tramandato da senpai a kouhai di volta in volta. Personalmente, ho imparato da altre persone i segreti della tecnica del disegno, sullo sviluppo della storia. È un concetto un po’ astratto, non ha un vero e proprio nome, è più una tradizione che viene passata di volta in volta.

Abbiamo parlato prima di stile di disegno. Quanto crede che lo stile possa influenzare la sceneggiatura e la storia?

*Araki fa rispondere uno degli Editor* È molto soggettiva come cosa. Secondo noi la storia ha una sua indipendenza e poi da lì si sviluppano i personaggi, ma lo stile ha la sua influenza. Dalla prima all’ottava parte di JoJo lo stile è cambiato radicalmente, e con esso anche la storia. Probabilmente la conseguenza è anche dovuta all’evoluzione del Maestro Araki come artista.

 


Cosa si prova, come redattore, a seguire un manga longevo come JoJo? È un progetto che accompagna per una lunga porzione della vita.

In realtà non l’ho seguito sempre io. Però, in virtù proprio di quanto detto prima sul Maestro sulla sua regolarità, devo dire che non è difficile seguirlo, anzi. Lui aiuta molto, e probabilmente è anche questo uno dei motivi per il quale il manga va avanti da 30 anni.

JoJo è un manga molto longevo, grazie anche alle molteplici influenze, soprattutto occidentali. Vorrei sapere dal Maestro se crede che queste influenze possano essere importanti nella fumettistica orientale.

Personalmente, non le trovo così importanti. Trovo più importante prendere ispirazione dalle cose particolari, dai dettagli. Può capitare di prendere ispirazione anche da una persona che passa al ristorante. Quando viaggio prendo ovviamente ispirazione dall’arte straniera, ma proprio perché essa è fuori dal mio ordinario.

Si dice che proprio un viaggio all’estero abbia contribuito alla creazione delle famose “JoJo Pose”. Può confermarlo?

*ride* La prima ispirazione mi è venuta quando sono stato al Museo Borghese a Roma e ho potuto ammirare “Apollo e Dafne” del Bernini. Quello che mi affascina è la passione che trasmettono le statue, la prima ispirazione delle pose è stata sicuramente questa.

*Araki termina i disegni poco dopo la domanda*. Vorrei spiegare il perché di questi due disegni. Per il secondo, ho scelto Giorno perché è il protagonista di Vento Aureo. Per il primo, invece, sono stato indeciso, volevo disegnare qualcosa che piacesse al pubblico. Inizialmente volevo disegnare Bucciarati, poi ho cambiato idea e ho optato per Mista.


In realtà il Maestro continua a disegnare perché così può sfuggire alle mie domande!

*Araki ride e partono gli applausi*

Maestro, cosa prova nel vedere che i suoi personaggi sono così amati in tutto il mondo?

Ne sono molto contento, io cerco sempre di disegnare dei personaggi che dipingano l’umanità e la spiritualità degli uomini. Cerco di umanizzare molto i personaggi, e il fatto che piacciano è meraviglioso.

Dato che per tutti è un piacere essere qui, facciamo fare qualche domanda al pubblico?

Ma certamente.

Pubblico: Io avrei costruito questa freccia appositamente per regalarla al Maestro.

*Araki si alza, va dalla ragazza, si inginocchia e accetta la freccia. Commozione e standing ovation*

Grazie, è bellissima. Sono veramente molto contento.

 


 


Pubblico: Qual è lo Stand di cui ha preferito curare il design?

Lo Stand di Yoshikage Kira, Killer Queen.

Pubblico: Come ha fatto a far diventare Jonathan Joestar un personaggio così iconico?

Jonathan, probabilmente, è diventato così tanto popolare perché combatteva contro forze malvagie ed estremamente potenti soltanto con la sua forza. Da Jotaro sono subentrati gli Stand ed è diventato molto più semplice farlo, ma essenzialmente credo che Jonathan sia diventato popolare per questi motivi.

Pubblico: Chi è il suo cattivo di JoJo preferito?

Dio. In generale, però, mi piace moltissimo disegnare tutti i cattivi.

Pubblico: Dal momento che, alla fin fine, sono sempre i buoni a vincere in tutte le serie, volevo sapere se questo era legato ad una maggiore determinazione dei buoni a sacrificasi per gli altri?

Scusa, non ho capito, preferiresti che vincessero i cattivi? *applausi*

Comunque, la ragione è che io credo nella giustizia, e per questo voglio che alla fine il bene trionfi sempre.

 


Pubblico: Volevo chiedere come mai Narciso Anasui inizialmente fosse femmina per poi subire un cambio di genere.

Perché nel periodo in cui ho scritto Stone Ocean i personaggi maschili erano molto più popolari, per questo ho deciso che era la scelta migliore.

Grazie di cuore per il suo tempo, Maestro. Ora che ne dice di fare una foto con tutto il pubblico?

Assolutamente sì!