21 febbraio 1995: il primo episodio di Sailor Moon debutta in Italia, su Canale 5.

Per celebrare questo grande anniversario, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Nino Giordano (Senseibooks) e Leone Locatelli (heroica), che stanno lavorando a una grande mostra sui 25 anni di Sailor Moon in Italia che verrà inaugurata il 5/6/7 giugno presso il MUFANT, Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino.

Domani, 22 febbraio alle 15:30, sempre al MUFANT, verrà inaugurata la statua di Sailor Moon (che aveva sconfitto Goldrake in un sondaggio su Facebook); seguirà una piccola conferenza durante la quale interverranno anche Silvia Casolari e Davide Monopoli, fondatori del Museo.
 

Sailor Moon


Dario Rotelli/Kotaro: Cominciamo con i nostri ricordi. Come avete conosciuto Sailor Moon?

Nino Giordano: Era il 1993, avevo 12 anni e in una fumetteria di Palermo che si chiamava AltroQuando ho visto in esposizione un numero della rivista Animage con in copertina Yawara di cui ero molto appassionato. Decido di comprarla, ma costava 25.000 lire. E chi me li dava a me, ragazzino di 12 anni, 25.000 lire? Per un mese ho risparmiato, non ho mangiato a scuola pur di potermi comprare questa rivista. Quando finalmente la prendo, ci trovo dentro un articolo su Sailor Moon: io sapevo leggere solo hiragana e katakana e leggo questa cosa "Sera Mun" e dico "Cos'è questa cosa bellissima?". E pensavo che "Sailor Moon" fossero tutte e cinque loro. Poi sulle riviste di anime italiane dell'epoca come Mangazine hanno cominciato a parlarne e io speravo tantissimo che lo trasmettessero in Italia. E finalmente è arrivato il 1995.

Leone Locatelli:  Nel 1995 ero all'asilo e l'ho conosciuta durante la prima messa in onda italiana, c'era già qualche giocattolo nei negozi. In un'immagine minuscola su una scatola ho visto per la prima volta Sailor Jupiter e me ne sono innamorato: mi sono fiondato a casa per cercare di vedere questo nuovo cartone e sono arrivato nel bel mezzo dell'episodio in cui compare Sailor Mercury!
Ho dovuto aspettare ben due settimane, che mi sono sembrate eterne, prima di vedere Sailor Jupiter.


Dario: Io banalmente l'ho visto fin dall'inizio, anche se ha cominciato a prendermi verso la fine. Non era il mio genere: avevo 8 anni e all'epoca cercavo qualcosa di meno "elaborato". Il primo episodio che ricordo con più chiarezza è quello di Jupiter che fa la gara di pattinaggio e poi naturalmente il finale. Però poi mi ci sono appassionato soprattutto con la terza stagione.

Leone: Io ero all'asilo, Dario alle elementari e Nino alle medie. Abbiamo vissuto Sailor Moon a tre età diverse. Per me, le guerriere sailor erano come sorelle maggiori. Per voi, invece?

Nino: Io mi immedesimavo in loro, avevo solo qualche anno in meno.
Mi sono innamorato completamente di Usagi al secondo episodio, quando lei guarda Luna e, prima di trasformarsi, le chiede "Che cosa dovevo dire?" perché non si ricordava più la frase di trasformazione.
Tutte le mie compagne di scuola mi dicevano "Ma sei uguale! Sei rintronato e mangi durante la lezione come lei!".


Leone: Sailor Moon era visto non solo da bambini dell'asilo e delle elementari, ma anche da ragazzi delle medie, del liceo e anche più grandi...

Nino: Sì, a scuola lo vedevano tutti e ne parlavano tutti, maschi e femmine. Mi sembrava di essere tornato al periodo de I Cavalieri dello Zodiaco.
Alcuni maschi se ne vergognavano, ma poi mi venivano a dire "La mia preferita è...".
Ma il vero boom c'è stato quando ero al liceo e arrivate Uranus e Neptune, con la terza stagione.
Lì Sailor Moon ha fatto impazzire tutti, la gente non si nascondeva più.

Dario: Era lo stesso anche da noi, fino a quel momento nei cartoni c'era sempre stata una divisione netta fra maschi e femmine. Sailor Moon invece ha unito tutti, soprattutto con la terza stagione. Anche mio padre, che non voleva che lo vedessi perché lo riteneva una "cosa per femmine", alla fine si è convinto a farmelo vedere, perché era troppo bello.
In più, Sailor Moon in Italia è arrivata dopo un lungo periodo televisivo caratterizzato da produzioni minori e da cartoni animati americani, è servito ad avvicinare anche la generazione anni '90 agli anime.

Leone: Se si parla di fenomeno anni '90, Sailor Moon regna sovrana. In Italia ci sono stati altri anime di successo in quel decennio, ma nessuno che abbia costituito un tale fenomeno, anche a livello di merchandise. Ci hanno provato con Sakura e Slayers, ma non è stata la stessa cosa. 
Poi abbiamo avuto il boom tardivo di Dragon Ball e Pokémon negli anni 2000.


Nino: Sì, vero.
 

sailor moon



Leone: Parliamo di un grande trauma infantile: il penultimo episodio della prima serie, in cui Mercury, Mars, Jupiter e Venus perdono la vita. Poi si reincarnano nuovamente nell'episodio successivo, ma noi non potevamo saperlo. Vederle morire è stato straziante, ma eravamo comunque più fortunati dei giapponesi: da noi Sailor Moon veniva trasmesso a cadenza quotidiana, da loro settimanale. Noi avremmo scoperto che si erano salvate già il giorno dopo, ricordo che la signora che veniva a stirare a casa mia (che per me era come una terza nonna) per consolarmi mi aveva fatto vedere che nella Guida Tv era segnato il titolo dell'episodio successivo: "La vittoria delle guerriere Sailor". I giapponesi invece hanno dovuto aspettare una settimana, c'è stata una vera e propria crisi collettiva: il centralino di Tv Asahi è stato inondato di telefonate, alcuni bambini smisero di mangiare per giorni, altri si presero una febbre da cavallo, altri ancora non andarono a scuola o all'asilo per una settimana.
Alla fine, l'emittente televisiva fu costretta a emettere un comunicato in cui chiariva che le guerriere sailor non erano "definitivamente" morte.


Nino: Io ero morto, piangevo davanti alla televisione, un malato. A me non lo spoilerò nessuno e volevo morire. In realtà sapevo che c'era un'altra serie, ma vederle morire mi ha comunque traumatizzato.

Leone: Io, che ero davvero piccolo, non sapevo che esistessero cartoni con più serie, l'ho scoperto con Sailor Moon!
Sapevo però che nei cartoni la gente poteva morire, sopratutto in quelli giapponesi, e quindi ero fermamente convinto che l'anime sarebbe finito così.

Nino: Io ci rimasi malissimo che nel manga le sailor non muoiono e non perdono la memoria.

Leone: Secondo me il finale della prima serie avrebbe anche potuto chiudere tutto. È il finale migliore. Però così non avremmo avuto la terza serie...

Dario: Non avremmo neanche avuto Chibiusa!

Leone: E quello sarebbe stato un bene...

Nino: Comunque sono anch'io d'accordo sul fatto che sia il finale migliore, è il mio preferito.

Leone: E tu, Dario? Ricordi qualcosa sul finale della prima serie?

Dario: Mi ha commosso molto: non ricordo particolari sensazioni, ma mi ricordo perfettamente dove e quando l'ho visto, il punto della stanza in cui ero.

Leone: Come quando avviene qualcosa che cambia la storia e tutti si ricordano dov'erano e cosa stavano facendo in quel momento!

Dario: Poi ho smesso di guardare Sailor Moon per colpa di Chibiusa, ho ripreso dopo. Quindi quello è stato l'ultimo bel ricordo di Sailor Moon per un po' di tempo.

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Leone: A livello di gadget, cosa avevate? E cosa volevate, ma non avete mai avuto?

Nino: Io, appena vidi che c'erano i gadget, uscii pazzo. Di solito preferivo non chiedere soldi a mia mamma e risparmiare di tasca mia, ma in quel caso non ho resistito: comprai tutti i personaggi deformed, come prima cosa, poi mi feci comprare lo zaino, il diario e l'astuccio e mi regalarono la Penna Lunare della UPIM. Andavo a scuola in terza media con tutto di Sailor Moon e mi dicevano: "Ma sei frocio?". Eh sì, belle mie!
Per me Sailor Moon era motivo di orgoglio, non me ne importava nulla.

Leone: Ti ricordi quando è uscito l'articolo di giornale in cui la psicologa Vera Slepoj diceva che Sailor Moon "femminilizzava" i maschi?

Nino: Sì, mia mamma mi disse: "Allora è colpa di Sailor Moon se sei gay!" e io le ho risposto "Mamma, lo ero da prima, semmai è colpa de I Cavalieri dello Zodiaco".
E comunque Sailor Moon non è la causa, è la conseguenza!

Leone: Comunque, tornando a parlare di merchandise, il primo astuccio che ho avuto in prima elementare era di Sailor Moon, quello rosa con Moon, Mercury, Mars e Jupiter.
Ci sono però un sacco di cose che volevo e che non ho mai avuto: il Palazzo Lunare per i super deformed, l'orologio comunicatore con i coperchi intercambiabili... in compenso mi hanno regalato l'orologio parlante di Sailor Moon, brutto e pacchiano: ma ero felicissimo!

Nino: A proposito di cose brutte, ve li ricordate i Magici Gioielli di Sailor Moon?

Leone: Quelli a forma di farfalla e di pesce. Orribili!
Ci sono ancora in un negozio di giocattoli vicino a casa mia, nessuno se li compra. Sono lì dagli anni '90.

Nino: Nooo, compriamoli!

Leone: E poi li mettiamo in mostra? Come pezzo d'apertura?

Nino: Tra l'altro Giochi Preziosi ci mise il marchio di "Sailor Moon", ma fanno parte di una linea di giocattoli della Bandai che non c'entrava niente.


 

Dario: Chiudiamo parlando un po' degli eventi che avete in programma su Sailor Moon.

Nino: Oggi alle 16.00 alla Garçonniere in via del Pigneto 110 a Roma trasmetteremo il primo episodio di Sailor Moon in versione italiana, perché vogliamo ricreare la magia di quel pomeriggio.
E poi, il giorno dopo, Torino!

Leone: Alle 15.30 saremo al Mufant, Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino, per l'inaugurazione della statua di Sailor Moon. E poi, alle 16.30, io e Nino vi parleremo dei 25 anni di Sailor Moon e della mostra a cui stiamo lavorando, che partirà dall'Italia degli anni '90 con giocattoli, pubblicità e articoli di giornale, per poi arrivare al rilancio italiano nel 2011 e all'oggettistica del ventesimo e venticinquesimo anniversario giapponese.

Nino: La mostra sarà inaugurata al Mufant il 5/6/7 giugno in occasione del Loving The Alien Fest.
Vi aspettiamo!