Non si ferma la sete di nostalgia dei fan giapponesi, prontamente accontentati da Toei Animation che, dopo l’esalogia Digimon Adventure Tri e il recentissimo film Kizuna – Last evolution, continua a spremere Digimon Adventure. Stavolta ci riprova non più con un seguito (del resto, cosa avevi ancora da dire?) ma con un reboot della storica serie del 1999, che ne mantiene i personaggi ma cambia completamente la storia, le dinamiche, l’ambientazione.
E’ ancora decisamente presto per giudicare come si svilupperà la storia, dato che il primo episodio non ha raccontato poi molto e che, pare, la vicenda sarà totalmente diversa da quanto già conosciamo: non più un viaggio in un mondo alternativo tutto da esplorare, ma una serie di “vai e vieni” tra il mondo reale e quello della rete, ad esempio.
Ha ancora senso, nel 2020, parlare di Digimon Adventure e farlo in questo modo? La grande intuizione di Digimon Adventure era quella di nascere in un periodo, quello della fine degli anni novanta, dove le potenzialità della rete e dei sempre più avanzati videogiochi erano ancora tutte da esplorare, dove si pensava che col computer si potesse fare di tutto, c’era grande fermento ma anche tanta paura per quel paventatissimo Millenium Bug che pareva dovesse, esattamente come fanno i Digimon nella serie, mettere a soqquadro il mondo intero allo scoccare del 2000. Vent’anni dopo, Internet, i computer, i videogiochi si sono sviluppati in maniera assolutamente impensabile all’epoca, e sono ormai un elemento irrinunciabile delle nostre vite. Può, una storia come quella dei Digimon risultare ancora attuale? Sì, se lo fa nell’intelligente modo mostrato in Digimon Universe: Appli Monsters del 2016, dove i mostri digitali erano personificazioni delle ormai irrinunciabili app per smartphone e tv che ormai regolano le nostre vite. Ma Adventure?

 


Il reboot di Digimon Adventure, va detto, affascina. E’ interessante ritrovare vecchi personaggi (disegnati esattamente come li abbiamo conosciuti, dopo l’irriconoscibile e bruttina grafica di Digimon Tri) impegnati in avventure tutte nuove. La storia, pur mantenendo alcune caratteristiche di base della vecchia serie, può diramarsi in diecimila modi diversi che non possiamo prevedere, e questo è sicuramente un punto positivo, così come lo è il miglioramento della grafica, che nel 1999 era piuttosto fredda e grezza nell’uso del computer per quanto riguarda molte animazioni.
Tuttavia, per quanto interessante nella storia e nelle premesse, e a modo suo interessante per un nostalgico, questo nuovo Digimon Adventure non risulta essere perfetto. In primis, un po’ disturba la rappresentazione del mondo della rete come un asettico universo cibernetico uscito dritto dritto da Gridman, che però era del 1993 quindi lo scusiamo. Nel 2020, dopo la meravigliosa rappresentazione, divertente, attuale e sfaccettata, del mondo della rete offerta da film come Ralph Spacca Internet, e dopo essere passati da universi in cui la rete era un vero e proprio mondo vivo e pulsante, come Corrector Yui o la stessa serie Digimon, questo Internet ci pare un po’ spoglio e inaccettabile.

 

Digimon 2020 1

Un altro difetto che immediatamente salta agli occhi e disturba alquanto è la mancanza di una sequenza di trasformazione per Agumon, e soprattutto la mancanza di una bella canzone annessa, quando la saga Digimon ha sempre costruito sulla bellezza delle sue insert song la sua popolarità. “Brave Heart” la canzone delle evoluzioni della serie originale è ormai un classico, e chiaramente il confronto è impietoso, ma si poteva arginare mettendo comunque un’altra canzone, dato che Digimon ha raramente deluso da questo punto di vista, e se lo ha fatto è stato quando aveva le canzoni e non le usava (vedi Digimon Savers) o quando non le usava affatto (vedi Appli Monsters). Kouji Wada, l’interpete di molti pezzi della serie Digimon, è tristemente scomparso nel 2016, e pare che abbia lasciato un vuoto troppo grande in questa saga che sulle musiche aveva fondato buona parte della sua bellezza, ma si poteva tranquillamente chiedere a Michihiko Ohta, Ayumi Miyazaki (interprete originale di “Brave Heart”), Takayoshi Tanimoto (che canta qui la opening) o altri artisti di realizzare una canzone nuova all’altezza.

Digimon 2020 2

Sembra che non sappia bene a chi rivolgersi, questo nuovo Digimon Adventure: da una parte vuole strizzare l’occhio ai nostalgici, con una opening che un po’ riprende le sequenze della storica “Butterfly” , il ritorno del cast originale di doppiatori dei Digimon e un sacco di chicche che rimandano alla vecchia serie e ai vecchi film cinematografici per quanto riguarda la composizione della storia (guardate titolo e trama del secondo episodio…); dall’altra, il fatto che sia una serie del tutto nuova, con un orario di trasmissione in una fascia per bambini, lascia intendere il fatto che il target siano le nuove generazioni piuttosto che le vecchie. In entrambi i casi, sembra per ora fallire il suo scopo: se vuoi accalappiare i nostalgici e non metti “Brave Heart” non vai molto lontano; se vuoi accalappiare i bambini e non gli dai una fighissima scena di trasformazione/combattimento con canzone esaltante al seguito, non spiccherai particolarmente.


Un ultimo, ma paventato dubbio rimane guardando le sigle: da una parte, l’intera linea evolutiva di Agumon (con tanti saluti all’effetto sorpresa della serie originale), dall’altra un one-man show di Yamato (ma hai dieci anni, cosa te la tiri così?). Il rischio di assistere a un nuovo Digimon Frontier, dove solo “il protagonista rosso” e “il rivale blu” avranno spazio, col resto del cast (qui veramente numeroso) a guardare e girarsi i pollici, non è da sottovalutare. E dopo che anche i vari Digimon degli altri personaggi hanno ottenuto il livello Mega nei film di Digimon Tri, sarebbe davvero un peccato rinunciarvi in questa sede. Staremo a vedere.

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E’ ancora prestissimo per poter dare un giudizio complessivo: è ancora apparso solo un terzo dei personaggi, la storia ha ancora infinite potenzialità e nulla vieta che una bella canzone possa apparire più tardi, o che la storia possa svilupparsi in modo da dar spazio a tutti i personaggi. Questo nuovo Digimon Adventure non sembra avere chissà quale valore simbolico, a differenza dell’originale, ma è ancora tutto da definire e magari si farà seguire con piacere, senza regalarci pezzi memorabili da cantare al karaoke ma anche senza annoiarci.