Il 12 settembre, a Modena, ha aperto al pubblico la mostra “Anime Manga. Storie di maghette, calciatori e robottoni”. L’esposizione, inserita nel contesto della Collezione Museo della Figurina della città che ha visto nascere le celebri figurine Panini, esplora il legame tra manga, anime e la storia della loro ricezione in Italia. 
 


Come filo conduttore e “pretesto narrativo” troviamo numerosi album di figurine (non solo Panini!): la mostra illustra infatti come l’editoria delle figurine si sia evoluta pari passo con l’arrivo dell’animazione Giapponese in Italia, sottolineando un radicale cambiamento nella natura del collezionismo di figurine pre-“Anime Boom”, più improntato verso temi educativi, e quello successivo, sicuramente più legato al fattore merchandising, ma allo stesso tempo più affine alle richieste dei bambini e ragazzi dell’epoca.

All’interno del percorso espositivo passiamo quindi dai “robottoni” anni '60 a Sailor Moon, passando per Heidi e Kiss me Licia, senza però tralasciare fenomeni più recenti come Naruto o One Piece. I pannelli espositivi, chiari ed esaustivi, delineano una divisione non tanto cronologica ma che richiama i principali generi e sottogeneri di manga e anime, così come numerosi cenni storici e culturali che possono aiutare nella lettura del fenomeno. Oltre agli album di figurine, infatti, possiamo ammirare numerosi oggetti relativi agli anime in questione: dai numerosi volumi di manga (dalle prime edizioni di Lady Oscar e Dash Kappei alla recentissima edizione J-POP de La Principessa Zaffiro) alle proplica di Sailor Moon, passando per alcune action figure e modellini mecha.

 
Atlas Ufo Robot Goldrake, 1978, Edierre, Roma. Album per la raccolta di 288 figurine.
Courtesy Comune di Modena, Collezione Museo della Figurina–Fondazione Modena Arti Visive


Un pannello a parte, per via della loro influenza sulla generazione dell’epoca e il netto distanziamento dal concetto di “cartone animato” che esisteva prima di allora, è dedicato ai capolavori meisaku del World Masterpiece Theater come Pollyanna, Marco, Anna dai Capelli Rossi e Una per tutte, tutte per una. Il percorso guidato sottolinea come questi titoli, fra tutti, abbiano probabilmente goduto del particolare vantaggio di risultare “meno giapponesi” agli occhi censorei di genitori e pedagoghi rispetto ad altri titoli importati all'epoca; per questo motivo, a differenza di altri, hanno potuto evitare eccessive censure o bizzarre localizzazioni, allo stesso tempo aiutando ad avvicinare molti bambini ai linguaggi e alle tecniche narrative tipiche degli anime.

 
 

Il Museo della Figurina (dal 2017 parte della Fondazione Modena Arti Visive) si trova in pieno centro storico, a due passi dalla Piazza Grande e dal Duomo patrimonio dell’UNESCO e dal ben più recente Museo Ferrari; la mostra in sé risulta molto scorrevole e di non lunga durata, rivelandosi quindi una tappa perfetta da inserire nella cornice di una tranquilla giornata fuori porta. Per la sua struttura, in particolare, la mostra strizza più l’occhio a chi è un po' meno esperto o si approccia al mondo dei manga e degli anime per la prima volta: perfetta quindi da proporre a parenti o amici meno “otaku” di noi, così da avvicinarli a questa passione. Grazie soprattutto alla visita guidata, i contenuti della mostra e i cenni storici sono accessibili e apprezzabili proprio da tutti.

 
Il biglietto intero ha il costo di 6 €, mentre quello ridotto di 4 €. Il museo aderisce all'iniziativa nazionale “Domenica al Museo”, e pertanto l’ingresso è libero ogni prima domenica del mese. Per chi volesse cogliere l’occasione e visitare la mostra al più presto, l’ingresso sarà inoltre gratuito in occasione del festivalfilosofia che si terrà dal 18 al 20 settembre.

Il percorso guidato ha luogo ogni sabato alle 16.30 ed è compreso nel costo del biglietto, pertanto consigliamo caldamente di approfittarne. 

La mostra avrà luogo fino al 10 gennaio 2021.
 
A sinistra: Holly e Benji, 1995, Merlin, Milano. Album per la raccolta di 180 figurine.
A destra: Mila e Shiro, 1990, Junior Stickers, Milano. Album per la raccolta di 240 figurine.
Entrambe le immagini courtesy Comune di Modena, Collezione Museo della Figurina–Fondazione Modena Arti Visive


Molto interessanti anche gli eventi collaterali alla mostra, tra cui segnaliamo due incontri che avranno luogo a fine ottobre.


Mercoledì 21 ottobre 2020, ore 18
FMAV - Palazzo Santa Margherita
LA POSIZIONE CULTURALE DEGLI ANIME E DEI MANGA IN GIAPPONE E NEL MONDO
Incontro con Marco Pellitteri, sociologo dei media e dei processi culturali


Un incontro per ripercorrere l’evoluzione della cultura pop giapponese di anime e manga e l’enorme impatto che essa ha avuto nel modulare l’identità nipponica contemporanea, così come il suo posizionamento nel mondo globale. Con un taglio multidisciplinare che unisce sociologia dei processi culturali, studi sulla comunicazione, pedagogia dei media e analisi letteraria e cinematografica, Marco Pellitteri offrirà un’inedita lettura sull'immaginario visuale giapponese e sulle ragioni del suo successo planetario.
L’incontro si svolgerà a FMAV - Palazzo Santa Margherita con Francesca Fontana ed Enrico Valbonesi, curatori della mostra Anime Manga, in collegamento con Marco Pellitteri da Suzhou, in Cina.
L’incontro è a ingresso libero. Per dettagli e aggiornamenti sulle modalità di partecipazione, in linea con le misure preventive alla diffusione del Covid-19, consultare il sito fmav.org.

Marco Pellitteri (Palermo 1974) è Professore Associato in Media e Comunicazione nella Facoltà di Scienze Umane e Sociali della Xi’an Jiaotong – Liverpool University (Suzhou, Cina). Insegna e studia storia, teorie, linguaggi e strategie della comunicazione visiva, della pubblicità, delle industrie creative e dei media narrativi, fra i quali il fumetto e il cinema d’animazione. Ha condotto numerose ricerche in Europa e Giappone ed è autore di vari volumi, fra i quali, in italiano, Mazinga Nostalgia. Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation (Tunué), Il Drago e la Saetta. Modelli, strategie e identità dell’immaginario giapponese (Tunué) e Conoscere l’animazione. Forme, linguaggi e pedagogie nel cinema animato per ragazzi (Conoscenza).


Mercoledì 25 novembre 2020, ore 18
FMAV - Palazzo Santa Margherita
DISEGNARE MANGA IN ITALIA: UN GENERE CHE NON HA CONFINI
Incontro con Davide Sarti, fumettista


I fumetti giapponesi sono noti in tutto il mondo per il loro stile e la loro carica innovativa, talvolta irriverente, spesso romantica e graffiante. Ma a cosa è dovuta la loro popolarità? Quali sono le caratteristiche grafiche e narrative che li contraddistinguono? E come è possibile catalogarle? L’incontro con il fumettista Davide Sarti conduce in un viaggio nell’universo manga, cercando di coglierne l’unicità e spiegare i meccanismi di questo genere, e raccontando la sua esperienza personale che lo ha portato, da italiano, a lavorare in Giappone come assistente mangaka e a pubblicare nel Belpaese alcune opere.

Davide Sarti (Bologna, 1990) è autore di fumetti e traduttore dal giapponese per Planet Manga (Panini). Ha completato la sua formazione attraverso corsi di disegno manga in Italia e una laurea magistrale in lingua giapponese presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Durante un periodo di studio in Giappone ha lavorato come assistente per due mangaka, Hiroki Kashiwaba e Soichi Moto. Tornato in Italia ha pubblicato nel 2013 il fumetto Swan Power per MangaSenpai, una casa editrice specializzata in autori occidentali che producono opere fumettistiche disegnate con tecnica nipponica, con cui si era precedentemente collocato in seconda categoria al concorso della rivista giapponese Ribon. Nel 2018 pubblica con la Società editrice La Torre il saggio Capire il manga. Caratteristiche grafiche e narrative del fumetto giapponese.



 


Fonte consultate:
FMAV - Fondazione Modena Arti Visive