Nel luglio 2017, Peter Bright, reporter ed editore di Ars Technica, aveva pubblicato un post su Twitter, scrivendo: "Gli anime sono per pedofili". All'epoca, il tweet non era diventato molto virale poiché Peter non era una personalità molto rilevante nei media, tuttavia, quell'affermazione non passò inosservata, dato che nel maggio del 2019 l'uomo fu arrestato in un parco pubblico durante un'operazione coperta dopo che un agente si era spacciato su internet per la madre di una bambina di 7 anni e di un bambino di 9.
 
"Nel corso di centinaia di conversazioni in chat, Bright aveva discusso con l'agente sotto copertura del suo piano per incontrare minori per attività sessuali", ha osservato l'FBI. Sempre secondo i federali, l'uomo aveva pure chiesto le foto dei bambini dicendo di essere intenzionato ad abusare di loro.

L'FBI ha comunicato di aver inizialmente trovato Bright su KinkD, una piattaforma per feticisti del BDSM. L'uomo si è difeso dicendo che stava partecipando a un "gioco di ruolo" con adulti consenzienti da entrambe le parti, e quando sospettava di avere a che fare con una vera madre che si offriva coi suoi figli, si era detto deciso a raccogliere prove da consegnare alle forze dell'ordine. Il giudice tuttavia non non ha creduto a questa storia.

Dopo una serie di ritardi nel processo derivanti dalla pandemia in corso, il 4 novembre il giudice Castel ha condannato Bright a 144 mesi di carcere, come dichiarato dalla Inner City Press su Twitter.
 

Fonte Consultata:
Kudasai