Eighty Six 86 Crunchyroll
 
Mi sono dilungato abbastanza già nel mio esaustivo commento riguardante i primi tre episodi di 86 Eighty-Six, perciò poco ho da aggiungere ora che siamo arrivati alla fine di questo primo cour che chiude la lunga fase introduttiva delle vicende che coinvolgono il destino della Repubblica di San Magnolia e quello degli emarginati combattenti dell’ottantaseiesimo distretto. Parto subito dicendo che le alte aspettative iniziali sono state in gran parte rispettate e che quindi 86 è riuscito a mantenere alta l’attenzione iniziale per tutta la durata di questi 11 episodi.

La lenta e logorante, emotivamente parlando, narrazione della storia di 86 è riuscita a piccoli passi a farci conoscere i suoi personaggi nella loro (quasi) totalità, mettendone in evidenza pregi e difetti. Da un lato abbiamo ovviamente Shin e gli altri Spearhead, che fra mille avversità e ingerenti perdite hanno mostrato il volto più brutale di questa vicenda. In tanti sono caduti in battaglia ben prima che noi spettatori riuscissimo ad affezionarci a loro, ma allo stesso tempo il peso della loro morte si è fatto comunque sentire attraverso gli amari ricordi di chi invece è riuscito a sopravvivere. Angosciante è stata anche la backstory di Shin e del confronto con il suo passato, in parte rivelato durante i più recenti episodi, che ha messo in risalto il volto più umano dello stoico protagonista maschile.

A fare da contraltare, c’è stata invece la testarda Lena guidata dal suo cieco idealismo. Fra ipocrisia e inesperienza, il suo è un personaggio che fa fatica a fare i conti con la dura realtà dei fatti e cerca in tutti i modi di imporre sé stessa per il bene degli Spearhead, nonostante le mille contraddizioni che avvolgono il suo status di “privilegiata”. Il suo percorso di crescita è anch’esso molto lento, però i piccoli margini di crescita a cui assistiamo fanno ben sperare in futuro dove vedremo una Lena più saggia e convincente.

L’impressione che ho avuto da questi primi undici episodi è stata quella di un lunghissimo incipit che preannuncia l’avvento di trame ed eventi ben più grossi e intricati. Difficile dare un giudizio sommario su 86 dopo quello visto finora, ma posso comunque confermare le positive impressioni iniziali. L’ottimo lavoro fatto da A-1 Pictures ha saputo imbroccare la giusta strada, ci ha mostrato il suo potenziale e fatto vivere le prime emozioni forti di questa tragica storia di guerra e dolore. Il cammino è ancora lungo e ci sono ancora tante riserve da sciogliere, ma intanto l’attesa per il ritorno dell’anime ad ottobre si fa sempre più irresistibile.
 
Eighty Six 86 Crunchyroll
 
Alla vigilia della stagione primaverile 86 Eighty Six era stata, personalmente, una di quelle serie da tenere d’occhio ma che non mi aveva incuriosito a tal punto da inserirla tra le più attese. La trama mi sembrava un qualcosa di già visto e lo stesso si poteva dire delle tematiche affrontate. La cosa particolare è che è proprio così: la storia non è la più originale del mondo ma il modo in cui è narrata, i personaggi, le emozioni che essi provano, le atmosfere e le musiche mi hanno rapito completamente.

La protagonista, Lena, mi ha affascinato particolarmente: Alba, ottima carriera militare, famiglia importante ma sceglie di andare contro tutti e tutto, di non chiudere gli occhi su una guerra farcita di bugie e ipocrisie, di vedere gli 86 come umani e non come carne da macello. Detta così sembrerebbe quasi uno di quei personaggi perfetti, eroici, senza macchia e senza paura, che tra l’altro non apprezzo per niente, ma non è questo il caso; lei è presa dai dubbi, dallo sconforto di non poter essere d’aiuto, trova la consapevolezza e il coraggio di ribellarsi a poco a poco. Piange e si dispera ma la fede nei suoi ideali non viene scalfita né dalle opinioni degli altri né dalle difficoltà che incontra.

Esteticamente poi è una bella ragazza e sommando tutto si è aggiudicata il premio di mia waifu stagionale! Anche gli altri personaggi sono ben riusciti a partire dalla sua amica Penrose, a Shin e gli altri 86. Naturalmente in così pochi episodi è difficile avere caratterizzazioni profonde per ognuno di loro ma anche con poche scene spesso si capiscono appieno i loro sentimenti e le loro emozioni.

I dialoghi e le interazioni sono sempre ben gestiti così come lo è anche il rapporto tra Lena con gli 86 dove solo dopo una giustificata ritrosia iniziale ci sarà una vera lealtà. Quando l’attenzione si concentra sulla vita fuori dalla Repubblica le atmosfere sono quasi sempre cupe, come è giusto che sia in una serie che parla di guerra e in cui le morti sono all’ordine del giorno. Fortunatamente ci sono anche momenti divertenti, di sano cazzeggio e anche un po’ di sentimenti amorosi come quello velato tra Lena e Shin e quello un po’ più concreto tra Daiya e Anju. Proprio di quest’ultima sono curioso di conoscere meglio la storia legata alla scritta sulla sua schiena e il suo passato.

Nella serie vi è una contrapposizione netta tra coloro che vivono nella Repubblica di San Magnolia ovvero gli Alba e i reietti del distretto 86 e la scelta di fare un doppio focus ben separato delle due realtà all’interno di molti episodi è stato a parer mio davvero azzeccato. Si è evidenziato così che, paradossalmente, sono proprio quelli considerati alla stregua degli animali coloro che hanno maggior positività verso la vita e buoni sentimenti al contrario del mondo rigido, egoista, ipocrita e finto perbenista della Repubblica dal quale Lena si vuole allontanare il più possibile.  C’è poi una terza prospettiva, quella di un robot chiamato Fido; nell’episodio 10 vediamo gli eventi principali dal suo punto di vista dove i vari personaggi mostrano la loro autentica fragilità che cercano di tenere nascosta agli occhi degli altri umani. A tratti davvero commovente… mai avrei creduto di poter empatizzare così tanto con una fredda macchina.

Il lato tecnico davvero molto buono con delle ottime animazioni durante gli scontri e una CG ben fatta e non invasiva. Nota assolutamente positiva è il comparto musicale diretto magistralmente dal famoso Hiroyuki Sawano. Riesce a rendere più toccanti i momenti toccanti e più dolorosi i momenti dolorosi con delicatezza e armonia. Le sigle mi sono piaciute tutte e in particolar modo “Hands Up to the Sky” composta dallo stesso Sawano e cantata da Laco.

La serie non è priva di difetti e ovviamente ci sono stati momenti che mi hanno fatto storcere il naso o rimanere deluso. Soprattutto nella parte centrale la narrazione a volte è stata veramente troppo lenta per poi invece essere troppo affrettata in alcuni momenti chiave come lo scontro finale tra Shin e il fratello che si risolve in un batter d’occhio dopo tanto hype; avrei quindi preferito una gestione migliore delle tempistiche in questi casi. La storia in sé poi rimane pur sempre fin troppo classica senza allontanarsi troppo dai classici scenari di guerra e discriminazione tra i popoli.

Il rapporto tra pregi e difetti, tuttavia, rimane per me assolutamente a favore dei primi. Un’opera che mi ha toccato dentro molte volte, che mi ha emozionato, che mi ha fatto pensare quasi sempre alla fine di una puntata “Che episodio!”. Non vedo l’ora di gustarmi il secondo cour che arriverà in autunno e spero anche che, dopo il manga, arrivi dai noi anche la Light Novel. Eventuale acquisto sicuro.
 
Eighty Six 86 Crunchyroll
 
Storia abbastanza strana quella di 86-Eightysix, per qualche verso mi ha ricordato un vecchio anime, Area 88 in cui il protagonista veniva costretto con l'inganno ad arruolarsi in una legione di mercenari cui era impossibile sottrarsi se non con la morte o terminando i tre anni previsti dal contratto. In realtà per altri versi però se ne distacca molto.

Qui siamo in un ipotetico futuro in cui la repubblica di San Magnolia è costantemente in guerra contro l'impero, una guerra combattuta, almeno secondo la versione ufficiale, con dei veicoli a guida autonoma e che quindi non causa vittime. Subito si scopre come in realtà la difesa sia affidata invece ad un'unità di soldati del distretto Eighty-six, gli Spearhead comandati sul campo da Shinei Nouzen (Shin) e in remoto dalla repubblica da un handler, il capitano Vladilena Milizé (Lena).

Ammetto che ho fatto molta fatica a contestualizzare l'ambientazione iniziale: viene spiegata poco e male, lascia tantissimi dubbi che ne compromettono la verosimiglianza. A che servono le mura gigantesche che circondano la repubblica? Come è possibile che le persone vengano deportate e nessuno si accorga di nulla e non ci siano oppositori alla repubblica? Come è possibile che Lena venga messa al comando degli Spearhead senza neanche una spiegazione base di cosa ci sia dall'altra parte? Perché gli Eighty-six deportati, umiliati, trattati come bestie e costretti a combattere, lo fanno senza esitazione donando la vita per i loro oppressori? E come può la repubblica sentirsi al sicuro affidando la propria difesa a dei veri e propri schiavi e preferendo tra l'altro farli morire e lasciare che la legione nemica avanzi, piuttosto che dar loro supporto dal punto di vista degli armamenti?  Esiste poi un motivo socio-politico per cui si sia venuta a creare questa forma di razzismo? Si parla di deportazione di 9 anni prima, ma quindi la gente conosce quello che è accaduto, come è possibile che nessuno sappia nulla?

Può darsi che tutto venga spiegato bene in seguito o che invece la novel approfondisca a dovere il worldbuilding, ma l'anime mette lo spettatore di fronte a fin troppe situazioni da accettare passivamente senza troppe spiegazioni.
Un altro aspetto critico poi sono proprio i combattimenti. Se le animazioni sono di primissimo ordine e la colonna sonora è fantastica con un Sawano in grandissima forma, l'azione è totalmente mancante di suspense o pathos, tanto che la minaccia costituita dalla legione è praticamente impercettibile allo spettatore e se un personaggio cade sul campo sembra più una casualità che non frutto della battaglia.

Con questo non voglio affermare che tutta la serie sia da buttare. Credo che ci siano problemi molto pesanti anche sull'approfondimento dei personaggi (parzialmente si recupera un po' negli ultimi due episodi quando finalmente si da spazio ai vari personaggi dello squadrone Spearhead), ma ci sono delle parti che davvero colpiscono nel segno. In particolare mi riferisco all'episodio 8, quello in cui Lena cerca di convincere la sua amica Anette ad aiutare gli Eightysix. Trovo che l'autore abbia estratto il suo coniglio dal cilindro proprio in questo episodio analizzando proprio le meccaniche che permettono di prosperare ai regimi razzisti, che nella storia hanno permesso il sorgere di Hitler, di fanatismi o dell'apartheid. Anette sa che è sbagliato, ma si giustifica, non può fare nulla e anzi il demone è chi l'accusa pur sapendo di essere nella sua stessa situazione di impotenza. Piuttosto che avere la forza di opporsi, mettere in gioco la propria vita, ribellarsi alle pressioni sociali (non a caso sembra molto impegnata anche a trovare possibili candidati per un matrimonio), preferisce girarsi dall'altra parte e giustificarsi che tanto non può fare nulla. Anzi è proprio di fronte alla possibilità di poter fare qualcosa che si destabilizza, che la sua corazza si sgretola e che comincia ad odiare e disprezzare l'amica che le sta mostrando il suo vero volto. Sicuramente un ottimo passaggio e uno dei personaggi migliori della serie.

Ci sarebbe sicuramente altro da approfondire, ma quello che in definitiva questo anime lascia è un po' un senso di trascuratezza e inconcludenza con, a sprazzi, dei guizzi davvero apprezzabili. Sono certo comunque che molti sapranno apprezzare la serie anche per una cronica mancanza nel panorama attuale di serie mecha ben curate.
 
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In un mondo ricco di odio, di diffidenza verso il diverso e di recrudescenze politiche che sembrano portarci indietro di svariati decenni, l’animazione ancora una volta ci regala piccoli e grandi ammonimenti che male di certo non fanno.
E’ quanto prova a fare una serie come “86”, trasposizione animata della light novel scritta da Asato Asato e illustrata da Shirabi, che ci trascina tra i campi di battaglia di una guerra distopica in un universo alternativo ma assolutamente realistico. La Repubblica di San Magnolia è in guerra da nove anni con l'Impero di Giad.

Sebbene inizialmente abbia subito perdite devastanti a causa delle Legioni autonome e meccanizzate dell'Impero, la Repubblica ha sviluppato da allora le proprie unità autonome, chiamate Juggernauts, che sono comandate a distanza da un Supervisore. A combattere questa guerra però sono solo gli “86”, ovvero la minoranza etnica della Repubblica.  Quest’ultima vede al comando politico e sociale gli Alba dai bianchi capelli, perché la discriminazione parte proprio da questo: dal colore dei capelli! Discriminazione assurda, come tutte le discriminazioni, capace di decidere chi deve morire e chi deve vivere al sicuro e tra gli agi. Ed è su questo che punta il dito la serie. Poco importano le ragioni della guerra stessa o il fatto che gli 86 accettano troppo “facilmente” di essere mandati al macello anche dopo aver scoperto gli inganni dei loro aguzzini. Questa serie  per estensione si prodiga  nel mostrare quanto sia facile invece cadere in un circolo infinito di odio fine a sé stesso e alla fine anche controproducente e rischioso.

Catena d’ odio che la protagonista Lena, comandante dello Squadrone Spearhead, cerca in tutti i modi di spezzare. Lei, al comando (sempre a distanza) di un manipolo di 86 esperti e proprio per questo “condannati” (si capirà poi il perché), ha ereditato il senso civico del padre ma la sua è una lotta contro i mulini a vento perché “ gli umani sono così, per il beneficio di pochi devono soffrire in molti. L’importante è stare nell’elite al potere”. Questo è il succo del primo cour di questo anime. Una parodia di mondo odierno che vive su disuguaglianze e ancora pieno di razzismo in ogni suo continente. Una storia quindi drammatica, che ha dei momenti di calma tra i soldati, momenti che ho visto poco apprezzati dal pubblico eppure importanti nell’economia della storia. Ci mostrano i personaggi cercare di farsi forza l’un l’altro, di lasciare l’onnipresente pensiero della morte e dell’orrore in un timido e impacciato tentativo di normalità, quella che sarebbe dovuta a chi è poco più grande di un bambino come loro.

Non mancano ovviamente le scene di battaglia, a volte molto belle e con una CGI funzionale al tipo di animazione proposta, rese suggestive da una OST  del solito Sawano. Io lo adoro e non faccio testo ma non si può dire non renda suggestiva una serie con il suo tocco musicale ormai inconfondibile. Splendide anche le due ED e la insert, davvero un plus in più alla serie.

Ora non resta che vedere la seconda parte e capire che strada intraprenderà questo titolo ma una cosa è sicura, altri momenti forti e drammatici aspetteranno la giovane Lena, e con lei gli spettatori che hanno apprezzato questa produzione animata targata A1.
 
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