Durante il seminario “Strategie di Business estero degli Anime Kadokawa: il caso Isekai e prospettive future”, tenutosi durante il TIFFCOM, ufficiale esecutivo Takeshi Kikuchi ed il manager generale Seiji Kiyohara hanno condiviso alcuni retroscena sullo stato attuale dell’azienda e su come intendono espandere le loro licenze oltre oceano. 

Per comprendere meglio il discorso, è tuttavia necessario aprire una piccola parentesi su Kadokawa. La sua avventura inizia nel 1976, quando da semplice editore di libri si è trasformato in uno studio d’animazione vero e proprio, grazie al film “Inugamike no Ichizoku”. 45 anni dopo l’azienda vanta il più grande catalogo multimediale di tutto il Giappone e questo è un risultato ottenuto dall’intelligente sfruttamento delle proprie licenze. Infatti, con l’ausilio di più forme di contenuti multimediali (manga, gadget, cd) e la redistribuzione delle opere originali a pochi mesi dall’uscita effettiva, Kadokawa riesce non solo ad allungare il ciclo vitale di un’opera ma anche a far avvicinare i fan di un determinato titolo a tutti i prodotti ad esso collegati. Un esempio iconico può essere Re:Zero, brand che tra la 1° e la 2° stagione non è stato abbandonato a sé stesso e ha ricevuto serie OAV, spinoff animati e chi più ne ha più ne metta.
 
Re Zero

Il vantaggio principale di Kadokawa è infatti la possibilità di poter gestire a proprio piacimento qualsiasi cosa, dalla pianificazione alla promozione o all’uscita effettiva del titolo, senza dimenticare lo streaming, la musica e così via. Tuttavia, tutto questo ragionamento vale esclusivamente al Giappone, dato che all’estero questo tipo di formula non ha avuto molto successo. Per questo motivo il colosso giapponese ha dedicato gli ultimi 2-3 anni allo studio di una soluzione per perfezionare le strategie di marketing in occidente. Secondo Kiyohara le light novel isekai rappresentano una delle principali fonti di guadagno dell’ultimo decennio e costituiscono per l’azienda un potenziale trampolino di lancio per migliorare le attività all’estero. Fortunatamente, l’azienda è in possesso di alcuni fra i titoli importanti appartenenti a questo genere (tra questi ricordiamo Re:Zero, Konosuba, Tanya e Shield Hero) e, essendo già stata in grado di rilasciare i suoi prodotti animati simultaneamente in tutto il mondo, vogliono provare a fare lo stesso anche con altri tipi di media, sottolineando l’importanza di lavorare con partner stranieri che promuovono i loro opere, che malgrado il successo ricevuto durante la pandemia resta ancora a detta dei dipendenti un potenziale non del tutto sfruttato.

Kadokawa in passato ha venduto sempre le licenze al miglior offerente, ma adesso le cose sono cambiate e piuttosto che dare la priorità ad un margine della garanzia minima di guadagno preferiscono puntare su qualcuno che possa promuovere i loro titoli nel miglior modo possibile. Questo è il caso di “So I’m a Spider, So What?”, serie originale Crunchyroll che secondo le loro previsioni avrebbe potuto riscuotere più successo all’estero. Come previsto, i numeri sono stati stupefacenti: non solo durante la messa in onda la serie è stata nella Top 5 delle più seguite sulla piattaforma, ma in 6 mesi ha performato in modo eccellente, portano un guadagno 6 volte maggiore del margine di garanzia.
 
So I'm a Spider, so what

Secondo Kiyohara, il marketing della serie ha avuto successo poiché sono riusciti a trovare un modo per soddisfare tutte le richieste dei licenziatari esteri: release simultanea col Giappone, sfruttamento totale delle risorse visive con la possibilità di utilizzarle liberamente e tempi di consegna rapidi per i materiali e per le approvazioni, unite ad una buona comunicazione con il personale di produzione. Discorso analogo per Combatant Will Be Dispatched, serie che ha coinvolto anche altre realtà del calibro di Funimation, GeeX +, Yen Press e Book Walker.

Per Kadokawa facilitare la concessione di queste libertà ha costituito un cambiamento epocale nelle collaborazioni internazionali. In questo modo non solo hanno potuto conoscere e sperimentare nuove tecniche di marketing, ma anche interagire con il pubblico straniero. Nonostante il cambio di normative in Cina ed il COVID-19, Kiyohara intende ampliare ulteriormente le comunicazioni con l’estero, portando ancora più contenuti e confidando nel fatto che riusciranno a completare ben 40 serie anime entro la fine dell’anno fiscale, sostenendo che “L’estero prima di tutto” non sia più solo uno slogan ma qualcosa a cui stanno veramente lavorando.


Fonte Consultata:
Anime News Network