Quella che segue è la traduzione - suddivisa in due parti - di un dialogo tra Nicole Coolidge Rousmaniere (attualmente, direttrice per la ricerca al Sainsbury Institute for the Studies of Japanese Art and Culture), Taku Oishi (direttore del Yokote Masuda Manga Museum) e Masashi Okamoto (a capo della sezione di Shueisha dedicata ai contenuti digitali). Registrato il 12 febbraio 2021, in corrispondenza con l'avvio del progetto Shueisha Manga-Art Heritage, segue come temi principali i manga, l'arte, e le implicazioni connesse a digitalizzazione e archiviazione.
 
One Piece tavole a colori

La trasmissione dei disegni originali dei manga ai posteri.

Okamoto: Vorrei iniziare dal tema dell'archiviazione. Ho visitato il Yokote Masuda Manga Museum, e ho potuto osservare il laboratorio di archiviazione. Dopo aver preso nota di quanto visto lì, alla Shueisha stiamo adesso pensando a come conservare le tavole originali di One Piece. Difatti, oltre all'archivio digitale, vogliamo essere certi che le tavole originali siano opportunamente preservate così da poterle trasmettere alle prossime generazioni. Per prima cosa, penso che sia necessario implementare un sistema, ed è su questo che stiamo discutendo.

Tuttavia, c'è una grande differenza fra questo genere di lavoro di archiviazione e ciò che facciamo ogni giorno; le tavole originali sono disegnate a grande velocità, e quindi preparate per la composizione (typesetting) e la stampa. Pur prendendoci sempre cura degli originali, la velocità del nostro lavoro e quella in cui le tavole sono attentamente conservate al Yokote Masuda Manga Museum è differente. Senza un'intelligente ripartizione del lavoro, per noi non è possibile far tutto da soli, perciò voglio trovare il mondo per connettere questi due sistemi.

Ma in realtà, a quanto ho sentito, certi ruoli non sono perfettamente definiti, e si svolgono così una serie di mansioni, non è vero? Ad esempio mi risulta che Oishi abbia spalato la neve via dal tetto del museo.

Oishi: È vero!

Okamoto: Presumo vi sia una vera e propria suddivisione dei compiti al British Museum, no?

Rousmaniere: Confermo, ma finiamo comunque per fare un sacco di cose!

Il British Museum è un luogo enorme, con una moltitudine di oggetti al suo interno, e vi lavorano circa mille persone. Credo che le mansioni siano pressappoco le stesse per il Yokote Masuda Manga Museum... per esempio, quando ci sono dei visitatori, noi li accompagniamo e rispondiamo alle loro domande, e abbiamo anche molti altri compiti.

Oishi: Grazie!

Tra di essi, il più importante è prendersi cura delle opere d'arte, e il secondo di rispondere alle esigenze dei visitatori del museo. I nostri ruoli non sono perfettamente definiti, ma credo che ciò sia importante. Svolgendo una serie di differenti lavori, sono in grado di comprendere l'importanza dell'opera d'arte di cui mi occupo, e come essa dovrebbe essere esposta. È questo il motivo per cui penso che il Yokote Masuda Manga Museum sia così incredibile.

Okamoto: Di recente, mostre sui manga sono state ospitate con una certa frequenza, in Giappone, in luoghi quali il National Art Center e il Mori Art Museum di Tokyo. Tra queste sedi, il Masuda Manga Museum è un'istituzione unica, quando si tratta di conservare e preservare archivi. Sento che è arrivato il momento per noi di volgere l'attenzione alla conservazione delle tavole originali.

 
Yokote Masuda Manga Museum

Mantenere traccia delle tecniche di produzione dei manga, oltre che degli originali.

Okamoto: Giorni addietro, ho parlato con Tomoko Yamada (Meiji University) su quante opere fossero già andate perdute prima ancora che se ne realizzasse l'importanza e la necessità di preservarle. Circa dieci anni fa, mentre lavoravo alle fotocomposizioni (phototypesetting) per manga, controllavo e rifacevo ogni giorno un gran numero di progetti di stampa (blueprints), per correzioni, e poi li buttavo. Avendoli gettati via, anche se li cercassi adesso, non li si troverebbe. Possiamo guardarci indietro e parlare di come fossero questi progetti, ma non li abbiamo più fisicamente a disposizione per poterli esaminare.

Una delle missioni del British Museum è conservare certi oggetti nelle sue collezioni, giusto?

Rousmaniere: Il British Museum ha aperto nel 1753, e vi sono stati raccolti manufatti archeologici e di vario genere sin dalla metà del XIX secolo. Sono stati acquisiti oggetti giapponesi a partire dagli anni '60 dell '800, e adesso ve ne sono circa 35.000 nelle loro collezioni, circa metà dei quali in due dimensioni. Molti lavori relativi ai manga sono tenuti nella British Library, e il museo continuerà ad acquisire altre opere, moderne o più antiche, a seconda degli interessi dei vari curatori, dei dipartimenti e del museo stesso. Nel mio caso, ad esempio, sono specializzata in ceramiche, ma ho un particolare interesse per le bombe a mano.

Okamoto: Bombe a mano? Sono in ceramica?

Rousmaniere: Sì, quelle realizzate in Giappone alla fine della Seconda guerra mondiale sono in ceramica. Le loro tecniche di produzione sono totalmente differenti a seconda del luogo: ad Arita, erano realizzate in porcellana, con degli stampi; a Kyoto, invece, in gres, fatte a mano. Tuttavia, non ne sono rimaste molte, poiché sono state distrutte. Dobbiamo preservarle adesso perché sono testimonianze importanti, e così considero queste bombe a mano come simili ai progetti di stampa di cui parlavi. Possono essere visti in molte differenti maniere, ma manufatti importanti per la cultura e per i tempi devono essere opportunamente raccolti.

Okamoto: Trovo meraviglioso che i curatori abbiano l'autorità e il budget per poterlo fare.

Rousmaniere: Non è che il British Museum abbia tutti questi fondi! Per esempio, relativamente alle bombe a mano, quelle in ceramica sono pervenute tramite donazioni. Il che mi ricorda che una volta ho messo una di quelle realizzate ad Arita nel mio bagaglio a mano e ho volato così per tornare in Inghilterra! Non ci ho riflettuto più di tanto; non poteva esplodere, ma un oggetto di quella forma di sicuro non è ammesso su un aereo! Quando si tratta di denaro, il sostegno, il mecenatismo, è importante. Per questo genere di manufatti, devi contattare molte persone.

Okamoto: Capisco. Ciò di cui parli è affascinante perché riguarda un territorio ampio. E i manga sono simili in questo alle ceramiche, più che alle cosiddette belle arti; sono ambedue fortemente connessi all'industria e al commercio, e così penso che sarebbe interessante preservare non solo l'opera originale, ma anche il processo produttivo. Credo sia per noi una buona idea collaborare con musei pubblici e istituzioni accademiche, dal momento che gli editori sono coinvolti nel processo produttivo.

Ma ho parlato con qualcuno che lavora nel settore di stampa, giorni fa, e questa persona mi ha detto: "Quando sei impegnato e sopraffatto dal lavoro, non hai il tempo per lasciare testimonianze". Anni fa, quando Weekly Shonen Jump era la rivista a maggior tiratura, stampavamo più di sei milioni di copie, e le rotative erano costantemente in funzione. In queste circostanze, non c'è il tempo per fermarsi e tenere tracce e materiali in maniera organizzata. Nella produzione manga odierna, vi sono ancora alcuni passaggi analogici nella fase tipografica, e mi piacerebbe poterli preservare.

 
Rotativa

Anche storyboard e sketch hanno grande valore.

Rousmaniere: Posso domandare una cosa? Le illustrazioni originali sono ovviamente importanti, ma quando essere vengono create, gli artisti realizzano anche sketch e design, giusto? Ad esempio, potrebbero esserci sketch segnati con cerchi, triangoli e croci. Artisti e redattori di solito li gettano via, no?

Okamoto: Ti riferisci a storyboard e sketch.

Rousmaniere: Al British Museum, abbiamo anche sketch e disegni di Leonardo da Vinci. Non sono opere compiute, ma sono davvero importanti. Non credo che in Giappone questo genere di lavori venga conservato, vero?

Okamoto: Stavo parlando proprio di ciò con persone che lavorano in redazione. Sfortunatamente, nel campo dei manga, e forse anche in quello degli anime, ancora manca consapevolezza dell'importanza di questi sketch. Ho letto una volta che quando John Lasseter della Pixar visitò lo Studio Ghibli, raccolse da un cestino della spazzatura uno storyboard che lo staff aveva gettato via, e se lo portò!

Rousmaniere: Hokusai dipingeva leoni ogni giorno. Tim Clarke del British Museum, esperto di Hokusai, mi ha detto che lui realizzava giornalmente questi dipinti, e poi li gettava. Apparentemente, però, c'erano persone che andavano a raccoglierli, e così molti di essi si sono conservati. Gli artisti spesso buttano i loro sketch, perciò il nostro ruolo è quello di preservarli.

Okamoto: Concordo. Sembra esserci una divisione netta tra quegli artisti che porgono grande attenzione alle loro illustrazioni originali, e quelli che invece affermano di non provare alcun interesse dopo averle disegnate. L'importanza dell'archiviare dette illustrazioni diventa chiara solo dopo molto tempo, perciò decidere cosa farne è questione molto importante. Credo che chi lavora al Manga Original Art Archive Center abbia più familiarità con questo tema. Cosa ne pensi?

 
Esposizione al Yokote Masuda Manga Museum

Oishi: Ho avuto l'opportunità di ascoltare l'opinione di vari artisti. Alcuni vedono i manga come qualcosa da leggere e metter via, e altri ancora sostengono che non si dovrebbero investire soldi pubblici per preservare i loro manoscritti. Ognuno di noi ha i propri valori e modi di percepire la cultura, ma noi vogliamo assumere il ruolo di trasmettere questi materiali alle future generazioni. Vogliamo avvicinarci a questi artisti con la speranza di aiutarli pur rispettando le loro idee.

Inoltre, gli archivisti europei e statunitensi, specializzati nel conservare i materiali usati come base per creare altri lavori, adoperano metodi più avanzati. Noi ci concentriamo sul preservare il manoscritto finito, ma per l'opera di Takao Yaguchi (Sanpei) conserviamo anche tutti i materiali da lui adoperati nel processo creativo. Una persona che sta effettuando ricerche su questo argomento mi ha contattato. Non possiamo far tutto da soli, così abbiamo chiesto a questa persona di venire nel nostro magazzino e di aiutarci a catalogare e organizzare i lavori.

Okamoto: Sia le tavole originali sia i volumi pubblicati si rovinano molto facilmente.

Per esempio, nel caso delle tavole a colori, quelle disegnate con inchiostro dye-based cambiano nelle tonalità in breve tempo, ma il problema non si risolve semplicemente cambiando tipo d'inchiostro. Alcune forme espressive sono nate proprio con la diffusione degli inchiostri dye-based.

D'altro canto, è difficile anche sostenere la lunga vita dei libri pubblicati. Le immagini a colori, nei manga, sono in genere stampate in CMYK più rosa fluorescente; quest'ultimo è necessario per ottenere la tonalità d'incarnato tipica dei manga, ma sbiadisce molto rapidamente.

Poiché sia le illustrazioni originali sia i volumi editi si deteriorano molto rapidamente, dobbiamo pensare a come preservarli in un buono stato per le generazioni future; questo è il motivo che ha portato agli archivi digitali e al progetto da noi avviato, Manga-Art Heritage. Crediamo sia importante fare il tutto per bene.


Fonte consultata:
Sito ufficiale Manga-Art Heritage