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Chainsaw Man è stata la cosa più vicina ad un’esplosione in questa annata anime, e forse anche per un periodo ancora più lungo. Una delle opere più chiacchierate degli ultimi anni, un manga che ha attratto odio a volte solo per il semplice motivo di esistere, altre volte magari per un fandom troppo rumoroso che distrae dalle reali qualità di un’opera che nel bene o nel male ha influenzato artisti e altre opere, in un modo inaspettato. L’anime è stato degno del manga?

Se parliamo del rumore, del modo in cui abbia fatto discutere più di qualsiasi altro anime questa stagione, i dubbi non ci sono ma c’è chi ritiene il lavoro di MAPPA (studio tra i più apprezzati ma anche per questo tra i più criticati) non degno di ciò che avrebbe dovuto essere Chainsaw Man. Personalmente mi ritengo più che soddisfatto, sarà perché questi primi volumi del manga non li avessi particolarmente amati ma a mio avviso a livello tecnico e di scrittura sono riuscito il più delle volte a sentire la follia tanto cara a Tatsuki Fujimoto… anche se, sì, forse su questo punto qualcosa in più si sarebbe potuta fare sotto certi aspetti. Denji in primis sembra essere più “figo” di quanto dovrebbe, quasi come le sue azioni fossero guidate da uno spirito che non so quanto gli appartenga, ripulendo quell’aria da completo idiota che non esce a dovere e in generale manca qualcosa che vada oltre l’ordinario, vezzi artistici che per dire in Bocchi the Rock! abbiamo visto di continuo… e quindi direi che avrebbe senso aspettarsi qualcosa di ancora superiore in una serie come Chainsaw Man.

A livello puramente narrativo, di personaggi, musicale, io posso solo dirmi estremamente soddisfatto. Come dicevo, per certi versi ho preferito questa fase nell’anime che nel manga, tutti coloro che non fanno di nome Denji risultano ottimamente presentati e narrati, Himeno è magnifica e meritava solo amore, Makima per me è esattamente come avrebbe dovuto essere, così come Power e Aki eccetera. Sono molto soddisfatto da questo primo cour, magari qualcosa in più poteva essere fatta… ma questo credo che si possa dire della stragrande maggioranza delle opere e in ogni caso qualcuno pronto a lamentarsi ci sarebbe stato lo stesso. Non sarà stato l’anime dell’anno ma rimane un buonissimo anime, fatto molto bene e che ha comunque regalato ottimi spunti… consci che la parte davvero emozionante inizierà proprio dal prossimo cour.

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Ancora una volta parlo da anime-only, quindi non ho la più pallida idea di come si presenti narrativamente il manga, se non una vaga impressione della grafica di Fujimoto data dall'aver sfogliato qualche volumetto in fumetteria.

Personalmente non ho trovato un vero e proprio drive narrativo che mi coinvolgesse: mi ritrovo a seguire la storia di questi pazzi demoni che ammazzano altri pazzi demoni per un corpo misterioso ancora più folle. Non ho personaggi che mi ispirano particolarmente simpatia e i protagonisti allupati sono per me un incentivo a non proseguire. Ma non ho il potere del drop, in primis, e in secundis... nonostante la trama di per sè non sia nelle mie corde, l'anime è una meraviglia per gli occhi. Possiamo fare meme sullo studio MAPPA a iosa, però Chainsaw Man riesce visivamente a far trasparire un turbinio di emozioni con un semplice silenzio o spostamento di camera. Le animazioni sono stupende e i tempi narrativi molto azzeccati per ciò che l'anime sta cercando di perseguire.

I toni sono talvolta lenti e rilassati, sempre però con un orecchio teso al minimo scricchiolio, altre volte un turbinio di elementi ed eventi, e labirinti di personaggi, poteri e ambientazioni. Per non parlare delle ending diversificate per ogni puntata: è vero che non creano la fidelizzazione sonora, però è anche vero che in questo modo permettono di raggiungere in maniera più immediata lo stato d'animo desiderato alla fine della puntata senza rischiare smorzi o distensioni non volute.

Direi che potrebbe piacere anche se, come me, non si ama questo genere di storie.
E poi le citazioni cinematografiche che permeano ogni puntata lasciano trasparire un grande amore per il cinema anche dal vero.
 
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Adattare l'opera forse al momento più famosa di Tatsuki Fujimoto non è facile. Siamo di fronte a uno dei mangaka più geniali ma anche più anarchici degli ultimi tempi. Un artista che mette al centro del suo processo creativo con grande spontaneità tutte le sue eclettiche influenze creando il più delle volte, non solo dal punto di vista tecnico ma anche nella scruttura delle sue storie, un unicum difficilmente replicbile. I suoi lettori lo hanno capito molto bene e periò sarà sempre una sfida realizzare l'adattamento animato di una sua opera. Sfida che Ryu Nakayama ha deciso di accettare. Siamo di fronte a un ragazzo (classe 1990) alla sua prima vera grande prova alla regia, scelta a prima vista gfolle da parte di studio MAPPA, ma che secondo me è stata vincente. Nakayama è gran fan delle opere di Fujimoto, sa benissimo le difficoltà da affrontare e anche cosa pensano i fan. Data la padronanza tecnica delle sue animazioni (avendo realizzato i disegni chiave di tantissime importanti opere del recentissimo passato), la sua riconosciuta affinità con  con altri giovani promesse del mondo degli anime, oltre alla volontà di rompere gli schemi e impegnarsi in una visione che esca fuori dal seminato, egli in realtà risultava forse proprio uno dei prospetti migliori da mettere al timone della serie più attesa dell'anno.

E non c'è che dire, quest'opera ha spiazzato ma anche divertito fin da subito. Grazie all'aiuto di artisti del calibro di Keisuke Kobayashi, che i siti di sakuga ci descrivono come l'animatore più completo della televisione giapponese al momento, e Takuya Niinuma, noto per garantire a qualsiasi disegno un volume realistico attraverso le sue ombreggiature notiamo immediatamente il taglio che il team creativo vuole a questa serie: Chainsaw Man filtrato attraverso una lente di realismo cinematografico.
Se c'è una cosa che il regista ha ripetuto più e più volte nelle interviste, perché è qualcosa che ha ripetuto più e più volte al suo staff, è che non mirava a una visione eccessivamente anime del materiale. Essendo un fan di lunga data dell'autore, trova tutt'oggi le sue opere inseparabili dai film che le hanno ispirate, il che gli ha fatto desiderare di impegnarsi in una ricreazione fotorealistica al cinema live-action a un livello che nessun altro anime aveva mai fatto prima. capire questo, indipendetemente che si sia d'accordo o meno, è la chiave per cogliere essenzialmente ogni scelta che hanno fatto.

Questa filosofia si estende anche  e soprattuitto alle sequenze d'azione, che hanno ritmi e riprese da pellicola d'azione hollywoodiana. Scelta che, per andare incontro a tempistiche, costi, e fluidità dei movimenti richiesti non può prescindere ad oggi dalla CGI. Cosa che sappiamo benissimo non essere accettata oggi da buona parte del fandom. CGI che in realtà c'è e non c'è, perchè molte volte è legata alle scene disegnate in tradizionale.

Ora, sul fatto che  che questa scelta abbia reso meno "sporca" e troppo "pulita" l'opera di Fujimoto è fuor di dubbio, sicuramente si è venuto incontro anche al ragfionamento che la visione dell'opera fosse destinata ad un publico più vasto e sicuramente la mia visione da anime only può essere un fattore di giudizio limitante. Detto questo, ce ne fossero di opere "imperfette" così! La serie ha fatto quello che doveva, prendendosi il suo posto accanto alle grandi opere animate mainstream degli ultimissimi anni, quelle più chiacchierate e anche, lo sappiamo più criticate. Le scelte musicali potevano essere certo più ricercate, ma la ost al contempo essenziale ma anche capace di farti entrare nel mood della storia fa il suo lavoro. Le canzoni e la parte animata delle sigle meritano una menzione a parte, riuscendo a carpire lo spirito dell'opera in maniera ottimale. Certo la scelta di fare una ending a puntata fa appassionare poco alla canzone, ma che sfilza di interpreti e interpretazioni ci ha dato?

Chainsaw Man dà quello che promette: divertimento. Un'opera che mi ha intrattenuto non  poco e che forse finisce sul più bello, quando stavamo finalmente entrando nelle sue logiche  di trama, capaci di stravolgere la nostra stessa concezione di personaggi (e delle loro morti). Si discuterà poi sul personaggio principale, che non è nè il classico shonen boy del voglio crescere come persona e con me far crescere il gruppo, nè lo sfigato dai grandi poteri ma anche dalle grandi paranoie. Denji è quello che vediamo, una persona cresciuta tra mille sfighe e difficolta, con l'unica compagnia di una piccola motosega canina. Come poteva uscire se da questo se non  diventando  un menefreghista il cui unico interesse è avcere un piatto caldo davanti e una tetta da palpare? Conosco diverse persone che sono così anche nella realtà avendo vissuto meno sfighe del nostro povero uomo sega!

Quindi in conclusione, una visione davvero ottima a mio avviso, che sicuramente ha diversi difetti, ma che al mio occhio da "normalone" non inficiamno la visione che, ripeto, ha un unico vero grande problema: finisce troppo presto! 
 
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