Nel numero 23/23 di Weekly Shonen Jump ha debuttato Do Retry, manga di Jun Kirarazaka (Bone Collection).

Vi ricordiamo che potete leggere questo nuovo manga tramite l'app gratuita Manga Plus cliccando QUI. Di seguito la trama e le nostre impressioni, ovviamente SPOILER.
 
Giappone, 1945. Nel pieno della seconda guerra mondiale il giovane Okami Aozora cerca di portarsi sulle spalle la propria famiglia. Il padre è un grande pugile mandato al fronte e lui sogna di essere forte e imbattibile proprio come lui, anche se sembra che sia la sua sorellina colei ad aver ereditato la forza del padre. La guerra si conclude e la situazione per la famiglia diventa sempre più difficile ma Okami non dimentica gli insegnamenti del padre e proprio come lui non si farà mettere KO da nessuno.
 
do retry shonen jump
Sono estremamente soddisfatto. Sì, le ambientazioni storiche giapponesi a me colpiscono sempre molto facilmente ma quando si parla di seconda guerra mondiale e di un Giappone distrutto dalla guerra non si tratta di fare soltanto qualcosa che possa farti apprezzare una rappresentazione storica ma bisogna anche far notare con delicatezza l'atrocità e la disperazione di un popolo, soprattutto se dei protagonisti sono bambini e, come ho lasciato intendere con la prima frase, sono soddisfatto del lavoro fatto.

Parliamo di un manga di Jump quindi chiaramente il focus è altro per forza di cose ma nella semplicità di una narrazione pensata anche per i più giovani a me le bombe, quelle frasi sulle tante vite innocenti spezzate, sono comunque entrate dentro. Kirarazaka ho avuto modo di conoscerlo per il suo manga precedente, un battle shonen fantasy senza nulla di particolare ma con una romance in mezzo che era anche divertente ma erano i disegni l'elemento peggiore (ma devo sottolineare che è possibile che l'autore non stesse reggendo i ritmi di Jump e che avesse avuto un crollo per compreso che la sua serie fosse un fallimento) mentre in Do Retry trovo tutto ciò che non avevo visto prima: carattere, forza e un forte senso di identità.

Il protagonista è il classico protagonista di Jump e di certo non si può dire altro ma il fatto stesso che parliamo di un orfano di guerra, che deve salvare la sorella dalla tubercolosi mi fa sentire un altro calore dentro, non è il "devo credere ai sogni perché devo credere ai sogni" ma qui c'è una motivazione reale dietro, un background che a me piace e mi sento davvero di tifare per lui. Sì, è un manga sul pugilato (pare? così pare, no?) e pugilato nel primo capitolo non si è visto per prima il che può essere negativo perché se poi gli scontri fanno schifo allora crolla tutto ma può essere positivo se in realtà è uno spokon che punta tantissimo sui personaggi, sulla storia e sì anche sugli scontri ma senza renderlo una sequela di scontri punto e basta. Mi piacciono tanto i pochi personaggi mostrati e tutto sommato noto che questi 2 anni di studio siano serviti davvero tantissimo all'autore.

Ok, è un solo capitolo e quindi tutto può crollare ma considerando quante poche serie nuove in questi anni mi siano piaciute adesso voglio tifare con tutto il cuore per una serie che mi sta facendo sentire davvero qualcosa. Speriamo.
 
 
La storia inizia in un periodo molto triste e difficile per chiunque: all’inizio della seconda guerra mondiale il padre di Aozora, campione di pugilato, si appresta a partire in battaglia. Il giovane vorrebbe seguire le orme del genitore ma la realtà di quegli anni gli rende difficile anche il sopravvivere senza le opportune accortezze e denaro. Bombardamenti continui, furti e soprusi, condizioni igieniche precarie con conseguente diffusione di malattie e medici egoisti capaci solo di approfittarsi della situazione. La storia è anche questo. Il padre non torna, non si hanno notizie di lui, serve denaro, serve una fonte di guadagno.

Aozora ha una predisposizione per il pugilato, buon sangue non mente, ma da sola questa qualità non gli permette neanche di andare avanti. Se solo avesse un colpo di fortuna, una raccomandazione o un qualcosa di simile, qualcosa forse la trova alla fine, di certo potremmo chiamarla speranza.

La parte migliore della storia è il periodo storico in cui è ambientato il tutto, tristemente abbastanza ben rappresentato in tutta la sua crudeltà e violenza. Il disegno è nella media, non eccelle, le scene d’azione sono poche per poterle valutare, ricordandone l’importanza in storie come questa. Se la parte sportiva venisse affiancata da quella storica potrebbe uscire qualcosa di interessante, se al contrario venisse accantonata si perderebbe parte del suo fascino. 

Auguro a Jun Kirarazaka, già autore del mediocre Bone Collection, di riuscire ad appassionarci nella sua nuova opera.
 

 
E così il dipartimento editoriale ci presenta una nuova serie sportiva, incentrata sul pugilato, ma con attorno il contesto storico della Seconda Guerra Mondiale. Devo ammettere che non è stato affatto male come primo capitolo. Nel suo essere molto classico, ciò che ha davvero tenuto vivo il mio interesse durante la lettura è la potenza di questo racconto.

Sin dalle prime pagine, l'autore, senza perdere tempo, non si risparmia ad evidenziare la miseria che ruota attorno ad Aozora, un ragazzino di 14 anni molto determinato in ciò che vuole fare, ma costretto a fare subito i conti con la tragica realtà di una guerra che non ha intenzione di risparmiare nessuno. Infatti, non molto tempo dopo si separerà dalla madre, poiché uccisa dai bombardamenti militari. Ormai orfano, è deciso a voler seguire le orme del padre, partito per la guerra ma mai più ritornato. Privo di qualsivoglia raziocinio dinanzi alla successione di avvenimenti che lo attanagliano, dovrà prendersi cura di sua sorella e garantire le necessarie spese mediche se vorrà rimediare alla sua tubercolosi. Ma proprio quando le cose non sembravano andare per il meglio, una misteriosa donna noterà lo spirito combattivo e la perseveranza del giovane, aiutandolo a coprire i costi necessari alle cure di Akari.

Rispetto al neo compagno di rivista Kill Blue, in Do Retry ci ho potuto vedere molto più carattere e determinazione nel raccontare la sua storia. Quanto meno è già più chiaro ciò che vuole essere trattato. Nonostante il tratto e il Character Design dei personaggi non siano troppo nelle mie corde, non mi dispiacciono affatto e la storia riesce in ogni caso a invogliarmi a proseguire. Non ci resta che attenderne i successivi sviluppi e scoprire se l'autore Jun Kirarazaka riuscirà a mantenere viva la potenza di questo racconto, quando finalmente ci addentreremo meglio nello sport di trattazione. Faccio il tifo per lui!