logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
esseci

Episodi visti: 8/8+ --- Voto 6
"Pleased to meet you/Hope you guess my name/But what’s puzzling you/Is the nature of my game" (Tratto da "Sympathy for the devil" - Rolling Stones)

Non conosco il gioco della Capcom cui si ispira la serie "Devil May Cry" e pertanto mi limito a esprimere la mia modesta opinione su quanto ho potuto vedere in questa serie. Con mia sorpresa ho constatato che era già stata prodotta una serie di 12 episodi del 2007, che da quanto posso vedere dalle valutazioni espresse su AC non sembra aver raccolto valutazioni lusinghiere.

Non posso sostenere che questo nuovo adattamento uscito nel mese di aprile 2025 possa rappresentare una pietra miliare dell'animazione mondiale: se a livello tecnico è stato compiuto un buon lavoro, a livello di trama e sceneggiatura la storia narrata è un po' banale con un protagonista che non sembra tale (mi riferisco a Dante, il figlio del demone Sparda) e con gli altri personaggi piuttosto scontati e poco intriganti, ad eccezione di uno, Bianconiglio.

"Devil May Cry" rappresenta una realtà in cui il mondo reale abitato dagli umani può essere collegato ad un'altra parallela e denominata l'Inferno perché abitato da demoni e simil umani che subiscono ogni forma di supplizio o angheria dai demoni stessi come dei veri e propri schiavi, attraverso dei portali che possono essere aperti o chiusi per delle instabilità tra i 2 mondi.
Il demone Sparda, padre di Dante, per proteggere gli umani dai demoni, aveva creato un amuleto diviso in due parti in grado di separare o unire i due regni.
Come ho anticipato, chi abita nell'Inferno cerca di scappare nel mondo umano ma viene sistematicamente eliminato dai soldati della Darkcom, una sorta di corpo scelto comandati da una affascinante virago di nome Lady alle dirette dipendenze dal vicepresidente degli USA che, giusto per caratterizzare all'estremo il personaggio, è anche e soprattutto una sorta di fanatico religioso.
E' scontato che quando i due mondi vengono in contatto, umani e demoni sono impegnati nel distruggersi a vicenda senza alcuno scrupolo o compassione. Quindi i combattimenti sono molto spettacolari, coinvolgenti, senza esclusione di colpi e molto intensi dove a prevalere più che la strategia sono ovviamente la forza, i super poteri e l'abilità più che la strategia e l'intelligenza.
Quindi nulla di particolarmente intrigante, ad eccezione...

Le eccezioni che nobilitano almeno in parte la serie sono un paio. La prima è la condizione dei simil umani che vivono nell'inferno, che sembra voler veicolare il messaggio che il confine tra il bene e il male non è poi così netto come potrebbe apparire prima facie. Il corollario di questo aspetto è che coloro che sono annientati sic et simpliciter solo per la loro provenienza dall'Inferno in realtà sono vittime in entrambi i mondi e gli umani non si dimostrano come campioni di tolleranza e capacità di comprensione. Quindi chi si professa di essere dalla parte del giusto non è altro che un "demone" del mondo reale che uccide ciò che è diverso per fanatismo, superficialità e dogmatismo.

"Americani, tutto ciò che non rientra nella vostra limitata comprensione lo [...] eliminate senza esitare".

Il senso, se vogliamo così definirlo, della seconda eccezione sta tutta in questa frase del monologo pseudofilosofico di Bianconiglio nel 1 episodio.

L’antagonista nella serie è Bianconiglio, che ai miei occhi risulta essere in sostanza il miglior personaggio per la sua personalità sfaccettata e ambigua. E' una maschera ispirata al famoso personaggio di "Alice nel Paese delle meraviglie" di cui tuttavia non sembra ereditare alcun significato simbolico della celeberrima opera di Lewis Carrol, se non quello di dover operare nel più breve tempo possibile per aprire le porte tra i due mondi a causa della sua particolare condizione...

Bianconiglio sembra piuttosto una entità nichilista, destabilizzatrice dei due mondi al solo fine di svelare che in fondo non c'è alcuna differenza tra i mondi in tema di bene e male. Bianconiglio traduce la sua esistenza in un atto di distruzione del tutto. Una sorta di anarcoide che sembra voler impersonare l'Übermensch di Nietzschiana memoria che si diletta a far saltare gli equilibri tra i due mondi per dimostrare che il mondo reale (dal quale proviene...) non è meglio dell'Inferno...

Resta invece oscurato ed in ombra il cacciatore di demoni Dante, di cui non viene per nulla valorizzata la sua natura ibrida di demone/umano e tutto ciò che ne poteva conseguire in tema di approfondimenti e chara develpoment. Dante sembra un cliché: è overpowered, goliardico, spavaldo, infantile, forzatamente eccessivo nelle sue reazioni stupide, quasi inconsapevole del suo enorme potenziale.

Ma anche Lady, al pari dei soldati che guida e del suo diretto superiore, William Baines (il vicepresidente degli USA), sembrano una parodia del particolare momento storico che gli USA e in generale il mondo attuale sta vivendo: la polarizzazione estrema, generata anche dalla disinformazione, al pari degli eccessi generati dall'intolleranza che sconfinano nella xenofobia e nelle guerre di principio. Devo riconoscere che in questo senso Adi Shankar non è stato particolarmente benevolo verso la nazione cui lui stesso appartiene e tutto sommato attribuisce alla serie delle sfumature filosofico politiche che non mi sarei aspettato da una serie come "Devil May Cry".

Ultima nota che in un certo senso nobilita la serie sono le canzoni: la opening dei Limp Bizkit ma anche American Idiot dei Green Day e poi Crazy Town e Evanescence, sembrano riportare lo spettatore indietro di 20 anni quando il gioco e tutto il brand di Devil May Cry era ai suoi massimi livelli.

Altra opera di "operazione nostalgia" della famosa piattaforma di streaming mondiale, che con alterne fortune (vedi Terminator Zero e Lady Oscar sulla quale a mio avviso è meglio calare un velo pietoso) continua a riproporre opere del passato: sembra ormai comprovata la carenza di creatività.


 0
Ozu76

Episodi visti: 8/8+ --- Voto 7,5
Devil May Cry è una nuovissima serie reboot di quella del 2007, tratta sempre dall'omonimo videogame Capcom e prodotta da Netflix.
Se n'è parlato molto in fase di presentazione, consigliatissima ovunque per le tante sequenze d'azione.
In confronto alla serie del 2007 è veramente un altro mondo qualitativamente parlando, le atmosfere sono meno dark ed inquietanti ma almeno la storia ha un senso compiuto ed una trama ben congegnata.
Non fraintendetemi, questa serie non è bella in quanto capolavoro, ma lo è in quanto facilmente fruibile e piuttosto piacevole da seguire.
Prima stagione di soli 8 episodi ma di corposi 30 minuti circa a puntata, molto veloce e per nulla introspettiva, ma molto godibile per chi ama gli anime d'azione.
Un pò di CGI ma quantunque a me non piaccia, nella serie non è invasiva o fastidiosa.
Il Dante di questa serie è un pò più giovane simpatico del suo precedente, meno taciturno e più piacione e lo sono anche gli altri personaggi importanti, costruiti piuttosto bene.
Dante è il solito Devil Hunter mezzodemone, ma in questa serie è quasi totalmente all'oscuro del suo passato, l'altra particolarità è proprio nei demoni che sin da subito iniziamo a conoscere non come entità sovrannaturali e malefiche con tanto di misticismo, ma piuttosto come una razza autoctona di un mondo parallelo completamente allo sfacelo (che gli uomini presumono sia l'inferno) collegato alla terra da un passato comune, ma separato in passato dal padre di Dante, un potentissimo demone che si è schierato per salvare il genere umano.
I cosiddetti Demoni sono fatti da Guerrieri che vorrebbero approdare sulla terra per conquistarla e dalla popolazione che vorrebbe semplicemente emigrare per sopravvivere a condizioni impossibili ed ad un regime totalitario e crudele.
Il genere umano ignora il tutto ad eccezzione di pochi politici americani organizzati in una speciale task force di eliminazione coatta.
La storia prende una piega particolare in quanto pone l'ambiguità delle parti ponendo l'accento su chi sono realmente i mostri tra le due parti in causa.
Il tutto diventa una parafrasi della realtà parlando di profughi, immigrazione, terrorismo e propaganda politica.
Ma nessuna preoccupazione, al netto di tutto questo c'è tanta azione e combattimenti vari e cruenti ed anche qualche colpo di scena.
Non voglio raccontare altro per evitare inutili spoiler, la serie è veloce e non manca un episodio trattato in maniera insolitamente poetica e struggente.
Davvero una bella serie facilmemte godibile e consigliatissima da vedere.
Non è conclusiva ed il finale lascia aperta la possibilità che l'opera continui.


 1
Rukia K.

Episodi visti: 8/8+ --- Voto 7
Devil May Cry 2025 è ispirato all’omonima serie di videogiochi della Capcom. Vista la base di partenza molto solida, c’erano tutte le carte in regola per produrre una serie memorabile, ma sfortunatamente il suo potenziale non è stato minimamente sfruttato. Mai come in questo caso mi sento di dire che il carisma del protagonista e il comparto tecnico siano stati i due fattori che hanno di fatto trainato una serie dotata di una trama e personaggi secondari che erano una vera e propria zavorra. Questo rappresenta il motivo per cui ho trovato davvero difficile dare un voto a questa serie, poiché oggettivamente non sarebbe corretto promuovere una serie che pecca proprio in uno degli elementi più importanti.

Da persona che non è mai entrata in contatto con i videogiochi originali, se non per qualche famosissimo meme di internet, non posso fare un paragone dettagliato, quindi eviterò di analizzare elementi specifici che conosco solo per sentito dire.
Come menzionato dagli autori stessi, la trama non è fedele all’originale, anzi, si tratta di una versione completamente reinventata rispetto all’originale. In questo caso, infatti, la storia è incentrata su Dante, un giovane cacciatore di demoni che a sua insaputa possiede un ciondolo che alimenta una barriera atta a separare il mondo dei demoni, da quello degli esseri umani. La barriera, però, non è perfetta. Talvolta può capitare che si aprano dei piccoli squarci sufficientemente grandi da permettere il passaggio di alcuni demoni minori, rendendo così necessaria la presenza di cacciatori di demoni per eliminarli. Dopo questa sostanziale pace durata per millenni, un demone soprannominato Bianconiglio è riuscito a raggiungere il mondo umano per impossessarsi di questa potentissimo ciondolo che impedisce ai demoni di oltrepassare il muro. Allo stesso tempo, anche una squadra di cacciatori di demoni professionisti si è messa sulle tracce di Dante al fine di precedere il Bianconiglio e mettere al sicuro il temuto oggetto, dando inizio ad una caccia all’uomo su larga scala.

La trama di partenza è indubbiamente interessante, tuttavia, nel giro di pochi episodi i piccoli problemi che facevano storcere il naso diventano davvero difficili da ignorare. Una trama che inizialmente sembrava solo in parte focalizzata sulla religione e che poteva essere sopportata per via dell’ovvio tema su cui si basa, si è poi rivelata una fiera di americanate basate su politica, religione, buonismo o più in generale, politicamente corretto. Personaggi con caratteri che sembrano usciti da un cartone animato di Adriano Celentano (perchè diciamo le cose come stanno, il loro bell’aspetto è ciò che inconsciamente li rende sopportabili), la continua glorificazione degli Stati Uniti che onestamente non avevo visto nemmeno nei film più patriottici, la compassione provata per i demoni in una delle pochissime serie rimaste che avrebbe dovuto rappresentarli unicamente come creature puramente sanguinarie. Per non parlare di alcune grosse forzature di trama, come per esempio alcuni personaggi che hanno ripetutamente tradito i compagni quasi ad ogni episodio senza però essere mai allontanati dal loro delicatissimo ruolo da cui dipende il destino del mondo intero.

Detto ciò, veniamo ad uno dei punti forti di questa serie: Dante. Un personaggio davvero carismatico, tamarro, che ha praticamente conquistato YouTube. Divertente, forte, simpatico, un protagonista che è davvero difficile non adorare. Non esagero quando dico che è lui la locomotiva della serie.
Involontariamente al suo fianco, invece, abbiamo Lady, la co-protagonista che dà la caccia al nostro eroe seguendo ciecamente gli ordini del vice-presidente, la quale però ha un carattere estremamente stereotipato o per lo meno così è stata resa nella versione doppiata in inglese, poichè hanno deciso di farle pronunciare bestemmie ed imprecazioni quasi ad ogni singola frase, credendo che questi fossero gli elementi necessari per renderla una persona tosta quanto il protagonista. Si tratta di un comportamento così estremizzato che in un paio di episodi la si può sentire imprecare almeno una decina di volte nel giro di una manciata di minuti.
Nella fazione opposta invece abbiamo il Bianconiglio, un altro personaggio davvero ben riuscito che incarna bene il ruolo di antagonista. Una mente calcolatrice che non distoglie lo sguardo dal suo obiettivo, senza incorrere in forzature o uscite demenziali.
Questi tre sono di fatto gli unici personaggi degni di nota, poiché la quasi totalità del cast è purtroppo altamente stereotipata o dimenticabile.

Dal punto di vista tecnico siamo di fronte ad un’altra eccellenza di questa serie, la quale sa intrattenere con delle ottime animazioni caratterizzate da quella qualità costante che distingue le opere americane da gran parte di quelle giapponesi. Gli scontri sono resi divinamente, valorizzano i protagonisti e trasmettono egregiamente l’epicità della battaglia. Il tutto è accompagnato da musiche che ben si amalgamano con ciò che viene mostrato, alcune delle quali strizzano l’occhio ai nostalgici cresciuti nei primi anni 2000’. Menzione d’onore alla canzone Rollin’ dei Limp Bizkit, la quale è stata usata come opening della serie, a mio parere azzeccatissima e attorno al quale è stato costruito un video che rappresenta divinamente la tamarraggine del protagonista. In generale, ho visto molta passione in tutto quello che non era strettamente legato alla trama, sia dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista prettamente pubblicitario. Infatti, l’impressione che ho avuto guardando il trailer è che si trattasse più di un AMV creato da un vero appassionato per appassionati, motivo per cui sono convinta che determinate scelte registiche estremizzate fossero in realtà delle imposizioni provenienti da chi ha commissionato l’opera.

In sostanza, Devil May Cry si presenta tecnicamente molto bene, ma purtroppo pecca nella trama. Sicuramente si tratta di una serie più facile da apprezzare per chi non si è mai interfacciato con i videogiochi originali, ma per quanto mi rigurarda, non posso non esprimere comunque una profonda amarezza per ciò il capolavoro che sarebbe potuto essere questa serie.


 1
Suir3n

Episodi visti: 8/8+ --- Voto 9
Devil May Cry è stato davvero una bella sorpresa. Da fan dei giochi mi ci sono buttato subito, e anche se non è una trasposizione super fedele, ci sono un sacco di riferimenti e easter egg che chi conosce bene la saga apprezzerà tantissimo.

A livello visivo è fatto piuttosto bene: le animazioni sono curate e ci sono scene che spaccano, anche se va detto che la CGI ogni tanto stona un po’. Nulla di tragico, ma può dare fastidio, Detto ciò, considerando quanto ha funzionato questa prima stagione, mi aspetto che nella seconda migliorino ancora di più sotto questo aspetto.

Le musiche sono il pezzo forte:Ci sono brani dei Limp Bizkit, degli Evanescence e pure delle cover delle OST originali dei giochi… semplicemente incredibile. Riescono davvero a dare il tono giusto alle scene.

I personaggi? Dante è sempre Dante: ironico, tamarro al punto giusto, e con quel carisma che si è portato dietro dai giochi che lo rendono sempre bello da vedere.
Lady è stata riscritta in modo diverso, ma sinceramente non mi è dispiaciuta.
E il villain principale è fatto davvero bene: ha una storia dietro che lo rende interessante e non il solito cattivo piatto.

Alla fine gli do un bel 9. Non un 10 solo per via delle animazioni che, in certi momenti, calano un po’ e sì, in un anime è una cosa che pesa. Ma per tutto il resto – atmosfera, colonna sonora, personaggi – secondo me è promosso a pieni voti.

Stra consigliato.


 1
IlSupremo

Episodi visti: 8/8+ --- Voto 8,5
Devil May Cry – La serie Netflix è un inno metal all’adrenalina e al mito di Dante

Con Devil May Cry, Adi Shankar e lo Studio Mir firmano un adattamento che suona come una chitarra distorta nel cuore dell’inferno, risvegliando lo spirito ribelle, ironico e stiloso di uno dei franchise videoludici più iconici di sempre. Una serie che non si limita a trasporre il materiale originale, ma lo reinterpreta con coraggio, rispetto e una visione autoriale ben precisa.

A metà tra reboot e celebrazione, Devil May Cry condensa in otto episodi tutto ciò che i fan amano: azione furiosa, demoni dal design memorabile, humor tagliente e una colonna sonora metal che da sola varrebbe la visione. Ma la vera magia è come questi elementi vengono incastonati in una narrazione nuova, capace di espandere l’universo di Dante senza tradirne l’identità.

Il nostro cacciatore di demoni preferito è giovane, impulsivo e ancora inconsapevole del suo destino. Ma è proprio in questa versione ancora grezza che il personaggio ritrova un fascino rinnovato, accompagnato da comprimari che lo completano e, a tratti, lo mettono persino in ombra. Mary Arkham (meglio conosciuta come Lady) emerge come vera co-protagonista, mentre il villain del Bianconiglio sorprende con un arco narrativo struggente e mai banale.

La serie si prende il tempo per esplorare temi come la xenofobia, il fanatismo religioso e l’identità personale, intrecciandoli a una mitologia che affonda le radici nei giochi originali ma si spinge oltre, trasformando la trama in qualcosa di più ampio e audace. Questo approccio, a tratti poetico, trova la sua massima espressione in un episodio visivamente sperimentale che ha già conquistato il cuore di molti fan.

Che siate cresciuti con una PlayStation 2 tra le mani o siate neofiti dell’universo Devil May Cry, troverete nella serie Netflix una porta d’accesso coinvolgente. Il ritmo è serrato, il sangue scorre a fiumi e ogni combattimento è un mix esplosivo di coreografie spettacolari e battute taglienti. Lo Studio Mir, nonostante qualche incertezza nei passaggi tra 2D e CGI, confeziona uno show visivamente ricco e dinamico.

A suggellare il tutto, una colonna sonora potentissima: dai Limp Bizkit ai Papa Roach, passando per l’inedito "Afterlife" degli Evanescence e la rielaborazione di "Devils Never Cry", ogni brano è scelto con cura per evocare la nostalgia dei primi anni 2000, ma anche per immergere lo spettatore in un’atmosfera unica, tra gotico urbano e punk infernale.

Devil May Cry non è perfetto, ma è un esordio che lascia il segno. Dimostra che si può adattare un videogioco senza perdere l’anima originale, anzi arricchendola con nuovi spunti, nuovi personaggi e una visione narrativa coerente e affascinante. È una lettera d’amore ai fan della saga, ma anche un invito a scoprire l’universo di Dante con occhi nuovi.

E ora che la porta tra i mondi è stata socchiusa, mi auguro solo che non si richiuda: Devil May Cry merita assolutamente una seconda stagione.

Voto: 8.5/10