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Adotta un titolo 1Adotta un titolo 2Titoli poco conosciuti, passati in sordina all'epoca dell'uscita o dimenticati col tempo... su AnimeClick.it abbiamo migliaia di schede anime e manga senza alcuna recensione, privando quindi i lettori di uno dei principali punti di forza delle stesse.
Per cui, ad ogni appuntamento di questa rubrica vi proporremo alcuni di questi titoli, con la preghiera di recensirli qualora li conosciate. Tutti gli utenti che recensiranno le opere proposte entro la scadenza assegnata riceveranno l'icona premio Scheda adottata. Per le regole da seguire nella stesura delle recensioni rimandiamo al blog apposito, che vi preghiamo di utilizzare anche per commenti, domande o tenere traccia dei premi (non commentate l'iniziativa in questa news).

I titoli al momento disponibili sono:

[LIVE] Calling You (Scadenza: 12/7/2015)

[SERIAL] 
Star Trek - La serie classica (Scadenza: 15/7/2015)

[MANGA] 
Samurai (Scadenza: 19/7/2015)

[ANIME] 
Rainy Cocoa (Scadenza: 22/7/2015)

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata alle recensioni su anime e manga, realizzate degli utenti di AnimeClick.it.

Oggi appuntamento libero, con gli anime Soredemo sekai wa utsukushii, Reideen (2007) e Psycho-Pass.


Ricordiamo che questa rubrica non vuole essere un modo per giudicare in maniera perentoria i titoli in esame, ma un semplice contesto in cui proporre delle analisi che forniscano, indipendentemente dal loro voto finale, spunti interessanti per la nascita di discussioni, si auspica, costruttive per l'utenza.


Per saperne di più continuate a leggere.


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Quando ormai avevo perso ogni speranza di potermi gustare un anime che riuscisse a prendermi e coinvolgermi completamente, senza se e senza ma, ecco spuntare come un fulmine a ciel sereno questo "Soredemo Sekai wa Utsukushii" (che tradotto in italiano vuol dire "Ciononostante, il mondo è bellissimo") a farmi riprovare quei brividi che da troppo tempo ormai non sentivo più. Probabilmente non raccoglierò il pieno sostegno di tutta l'utenza, ma a mio avviso questo anime è praticamente perfetto sotto tutti i punti di vista; se poi aggiungiamo le mie inclinazioni personali, si capisce come io possa avere una opinione così alta di questo titolo.

In seguito ad alcuni accordi militari, Nike, la quarta principessa del Ducato della pioggia, viene promessa in sposa al "re sole" Livius, sovrano del regno più potente fra quelli esistenti. Nonostante la riluttanza della ragazza, Nike parte verso la capitale del regno per ottemperare ai suoi obblighi; una volta lì scoprirà con grande disappunto che il re, colui che ha conquistato il mondo intero in brevissimo tempo, è solo un bambino. L'interesse del re per la ragazza nasce dal fatto che nel suo regno non piove mai, mentre le principesse del Ducato della pioggia hanno il potere di invocare le precipitazioni col loro canto. Quindi, almeno apparentemente, è la semplice curiosità a spingere il sovrano a imparentarsi con un regno piccolo e poco importante. Non per questo, però, l'intelligenza e le capacità del re vanno sottovalutate; nonostante sia ancora un bambino, caratterialmente dimostra molti più anni di quanti ne abbia effettivamente. La storia segue lo sviluppo della relazione tra i due che, col passar del tempo, finiranno per avvicinarsi irrimediabilmente l'uno all'altra.

Con una trama simile, la prima tentazione che ho avuto è stata quella di dedicarmi a qualcosa d'altro; fortunatamente per me, invece, ho voluto dare fiducia a questo titolo e ne sono stato ripagato con gli interessi.
In primis va elogiata la sceneggiatura, che riesce a conciliare in maniera pressochè perfetta momenti comici (che a volte raggiungono anche il demenziale), argomenti più seri e situazioni decisamente drammatiche. La bellezza della storia, poi, è qualcosa che lascia a bocca aperta, è una di quelle belle favole che difficilmente si dimenticano; arriverei addirittura ad affermare che questo anime non avrebbe assolutamente niente da invidiare alle pluripremiate fiabe della Disney. E poi vien quasi voglia di esporsi volontariamente alle intemperie quando Nike irrompe sulla scena cantando la bellissima "Tender Rain".
Per quanto riguarda i personaggi, devo ammettere che, inizialmente, non ho molto condiviso l'idea di un re sole bambino: non ne vedevo il motivo e, soprattutto, poteva diventare un grosso ostacolo allo svolgersi degli eventi; tuttavia, pur non avendo risolto completamente il mio dubbio, devo dire che la scelta non ha creato nessun problema alla trama, ma anzi, talvolta, ha finito per arricchirla di nuove tematiche. Nike, invece, è praticamente perfetta, la classica donna da sposare senza pensarci due volte. I personaggi secondari, non hanno lo stesso impatto dei protagonisti e, generalmente, occupano poco la scena. Ma va benissimo così.

Ma dove "Soredemo Sekai wa Utsukushii" raggiunge l'eccellenza è la colonna sonora. Come già accennato, il canto per l'evocazione della pioggia fa venire i brividi; ma è tutto il comparto sonoro ad essere eccellente. Alcuni brani li vedrei bene inseriti in un "Final Fantasy" (ma uno di quelli belli però); tra questi il canto della nonna per augurare buon viaggio alla nipote nell'ultimo episodio è un altro esempio di come l'aspetto musicale sia stato attentamente e brillantemente preparato.
L'apparato grafico non è proprio da dieci e lode; ma è facile chiudere un occhio quando la storia è così bella e non avrà nessuna influenza sulla mia valutazione finale.
Insomma, non ho nessuna critica, ma solo tanti, tanti elogi per questo "Soredemo Sekai wa Utsukushii", anime che dopo tantissimo tempo mi spinge ad assegnare a un anime la massima valutazione possibile.

Inutile aggiungere che è straconsigliatissimo a tutti, specialmente per chi, come me, è un inguaribile romantico: la sua visione sicuramente non vi lascerà insoddisfatti.




8.5/10
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Il 2007, un po' come il 2014, è stato un anno ricco di serie mecha: sono andati in onda "Dancouga Nova", "Tetsujin 28", "Kotetsushin Jeeg", "Bokurano", "Gundam 00", "Votoms Pailsen Files" e altri ancora. È un anno che tutti ricordano per "Code Geass" e per "Gurren Lagann". Nessuno però lo ricorda per "Reideen". Non lo ricordano perché "Reideen" è l'anti-Code Geass e l'anti Gurren Lagann per eccellenza. In "Reideen" il fanservice sessuale praticamente non esiste, non troverete nessuna maggiorata e nessuna loli. In "Reideen" non troverete assurdi colpi di scena, personaggi iper-intelligenti o ultra-spacconi, non vedrete mecha fichissimi e mancheranno le esagerazioni oltre il limite dell'assurdo. In "Reideen" nessuno muore e nessuno resuscita.

Si tratta di una serie dal ritmo lento, anzi lentissimo, con un protagonista tranquillo, bravo a scuola, non depresso, non spaccone, senza nessuna mania di grandezza, un ottimo figliolo orfano di padre che usa il suo robot per andare a fare gli auguri di compleanno alla madre. La trama è basata sul classicissimo mostro della settimana, che il nostro eroe sconfigge puntualmente grazie al gigante dorato Reideen. Il robot deve il nome e le armi al suo predecessore degli anni settanta, un classico molto amato in Giappone, il robot che ha inventato il colpo finale. La versione del 2007 omaggia il suo predecessore in molti dettagli che faranno contento il conoscitore. Io stesso ho visto soltanto i primi ventisei episodi di "Raideen 1975" perché non è ancora stato ancora subbato interamente in lingua a me intelligibile e quindi non ho riconosciuto tutti i colpi che compaiono nella serie del 2007, probabilmente perché in originale compaiono nelle puntate che non ho ancora visto. Non si tratta comunque di un remake, ma di un omaggio, cosi come era successo per "RahXephon". "Reideen 2007" non è all'altezza di "RahXephon" ma è comunque un'ottima serie che consiglio a tutti coloro i quali odiano il robotico chiassoso. "Raideen" è riposante. Nelle puntate succede molto poco, i personaggi sono molto modesti, il chara design è semplice e umile, eppure nella sua semplicità è una serie in grado di intrattenere e di appassionare. I personaggi mi sono piaciuti tutti, specialmente il protagonista, cosa per me rarissima. Unico difetto una fastidiosa CGI, ma pazienza, non sono certo uno che giudica una serie per l'apparenza grafica. E comunque, anche se i mecha risultano piuttosto falsi, in compenso i colpi finali e la trasformazioni in God Bird sono davvero spettacolari e non ci si stanca mai di rivederli ad ogni puntata. Inoltre i combattimenti al rallentatore, cosa mai vista prima, anche se inizialmente possono apparire fastidiosi, acquistano poi un senso e ci si abitua facilmente. Del resto si tratta di robot giganteschi e potentissimi, non possono muoversi come colibrì!

La colonna sonora è più che all'altezza. Non bisogna farsi ingannare dalla opening, monopolizzata da una bella ragazza il cui ruolo si capirà soltanto nell'ultima puntata: "Reideen" non è un robotico sentimentale e ciò che si vede nella sigla è un'anticipazione di ciò che avverrà dopo la fine della serie. Soltanto nell'ottimo finale si scoprirà la verità su Reideen, robot mistico dotato di potere infinito, che entra di buon diritto nella ristretta compagnia dell'Ideon, del Gurren Lagann e di RahXephon. Data la lentezza del ritmo le ventisei puntate non sono sufficienti per dare spazio a tutti i personaggi e personalmente ne avrei gradite altre ventisei. Così non sapremo mai il segreto dietro la morte del padre del protagonista, e il personaggio di Roxell non viene approfondito a dovere: sembra quasi che la serie fosse pensata per avere più episodi e che sia stata interrotta prematuramente. È un peccato, perché si tratta di un'ottima serie, che pur con qualche pecca e pur non essendo di primo livello (non è da 9 né da 10) si fa guardare più che volentieri. La puntata finale è spettacolare e per un momento mi aveva invogliato ad approssimare il mio voto (8,5) per eccesso. Ce ne fossero di più di robotici cosi!




8.0/10
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"Psycho pass" è una serie d'animazione giapponese del 2012, composta da ventidue episodi di durata canonica e diretta da Naoyoshi Shiotani. In Italia, l'anime è stato pubblicato dalla Dynit.

Trama
Nel 2112, in un Giappone futuristico e isolazionista, sono già anni che, per prevenire i reati, è entrato in funzione il Sibyl System, il quale, tra le altre cose, monitora l'attitudine di ogni cittadino a commettere crimini (il Coefficiente di Criminalità, per l'appunto). Lo Psycho Pass serve proprio a misurare questa tendenza all'illegalità, diversa da persona a persona. Nel caso in cui venissero riscontrati un valore superiore alla norma e il rifiuto del soggetto a sottoporsi a terapie adeguate, entrerebbero in azioni gli Ispettori, appartenenti al dipartimento di Pubblica Sicurezza, sotto la cui supervisione operano gli Esecutori, uomini e donne il cui Coefficiente di Criminalità è maggiore di quanto considerato accettabile, ma che hanno deciso di collaborare con la polizia. Questi Esecutori, in virtù della propria affinità con la mentalità dei delinquenti, svolgono un ruolo rilevante nella cattura (e nell'eventuale eliminazione) di questi ultimi.
La vicenda vede come protagonista una squadra composta da due Ispettori, tra cui una novellina, e quattro Esecutori, alle prese con alcuni omicidi apparentemente privi di collegamento, ma che sembrano nascondere la regia occulta di un misterioso personaggio.

"Psycho Pass" è un anime per molti versi brutale: nel corso degli episodi si assiste a svariate forme di violenza fisica e psicologica. A rendere il tutto più sconvolgente è il realismo delle situazioni mostrate: non ci sono mostri, o creature sovrannaturali di sorta, o poteri eccezionali. Ogni efferato delitto è commesso da uomini e donne in carne e ossa, con lucida crudeltà o a causa di una follia perversa, ma sempre in modo assolutamente plausibile, non diverso da quanto si potrebbe leggere nelle nostre pagine di cronaca nera. La stessa modalità di eliminazione dei soggetti il cui Coefficiente di Criminalità ha superato la soglia di tolleranza è tutt'altro che indolore o pulita.
Durante la visione mi è capitato di sentirmi davvero a disagio e scosso dalle azioni degli antagonisti, insensate, spietate, a danno di gente innocente di qualsiasi sesso ed età. Spesso i colpevoli sono persone che il sistema ha rifiutato, in base alle valutazioni del loro Psycho Pass, e a cui ha negato la possibilità di realizzare qualcosa nella propria vita (ovviamente, sono ben lungi dal giustificare i loro crimini).
La società tratteggiata in questa serie è, infatti, quasi totalmente priva di libero arbitrio: il Sibyl System analizza l'animo umano, la personalità e le inclinazioni di ciascuno, traducendo il tutto in numeri, atti a incasellare gli individui in uno schema prestabilito, instradandoli in un percorso di vita in cui il soggetto stesso non ha alcuna voce in capitolo. Ognuno deve accontentarsi di ciò che viene offerto dal sistema, alle cui direttive è obbligatorio sottostare, in un modo che porta inevitabilmente alla soppressione della propria autentica personalità, soffocata dal volere della società civile.
Sondando la mente degli uomini, le macchine forniscono loro una condanna universale o una compiaciuta approvazione, rendendo un popolo intero schiavo della paura, più che per il prossimo, per quella parte di sé stessi che potrebbe deviare dalla retta via e trasformare chiunque in un criminale bollato come irrecuperabile e di cui la società si disfa come farebbe con rifiuti nocivi. Non sono rari nemmeno i fenomeni di ghettizzazione sociale e di discriminazione nei confronti di coloro che mostrano un intorbidimento, magari anche non grave, dello Psycho Pass.
In un tale sistema, ritenuto perfetto poiché libera i cittadini dal peso di scegliere, dal rischio di vivere un'esistenza per cui non sarebbero portati, e che rimuove rapidamente le possibili minacce interne, a costituire un pericolo mortale sono quegli individui che, in un modo o nell'altro, possono eludere la sorveglianza robotizzata. Il ricorso al personale umano, nel corso degli anni, è andato riducendosi, al punto che tutto viene affidato alle macchine e all'informatica, verso cui la popolazione nutre un'estrema fiducia, al punto da aver perso ogni tipo di forma di stress e di timore nei confronti del prossimo, convinta dell'affidabilità della metodologia di controllo del sistema.

In questo mondo ipertecnologico, dominato dalla solitudine e che di umano, ormai, ha ben poco, si muovono i protagonisti che, a mio parere, rappresentano uno dei punti deboli di questo anime. Nell'Unità 1 della Sezione Anticrimine della Pubblica Sicurezza, si annidano alcune delle caratterizzazioni più stereotipate del genere poliziesco/thriller: abbiamo l'agente con maggiore anzianità di servizio ligio al dovere e che cerca sempre di seguire il regolamento alla lettera; il veterano anziano esperto, disponibile e comprensivo, ma con un pizzico di malizia; il giovinastro più vivace e imprudente; la recluta promettente e talentuosa ma inesperta, piena di buoni propositi; l'esperta di informatica perennemente con la sigaretta in bocca e piuttosto spigliata; la donna silenziosa e dall'aria efficiente; il classico uomo d'azione, agente decaduto e un tormentato.
A tutti questi personaggi viene dedicato un spazio considerevole, con flashback e riflessioni importanti, eppure non sembrano mai riuscire a superare un livello di generale piattezza, dovuta al ricoprire ruoli piuttosto banali e che mancano di mordente. Tuttavia, ciò non vuol dire che non si rendano partecipi di momenti di grande intensità emotiva.
In particolare, l'Ispettore Akane Tsunemori e l'Esecutore Shinya Kōgami, i protagonisti principali, impallidiscono di fronte al vero antagonista, un anarchico, geniale manipolatore, nonché dotato di un eccezionale carisma, a cui, inoltre, viene dato uno spazio di molto superiore a quello di qualsiasi altro personaggio, primario o secondario che sia.

Il character design è curato e originale. E' riscontrabile una maniacale attenzione per il dettaglio, per quel che riguarda le ambientazioni (ci sono alcuni scorci e skyline della metropoli davvero magnifici), con edifici spettacolari e futuristici, le armi e le avanzatissime attrezzature informatiche di cui l'universo di "Psycho Pass" è colmo.
C'è un massiccio ricorso alla CG che, nonostante tutto, non stona in modo particolarmente aggressivo o invadente con l'animazione tradizionale.
Le animazioni sono fluide, ma a volte i movimenti più semplici dei personaggi sembrano un po' rigidi e innaturali. I combattimenti sono abbastanza coinvolgenti e ben girati.
La colonna sonora è di buon livello, sempre adeguata ad ogni circostanza. Ottime la prima opening e la prima ending, che mi sono piaciute generalmente più delle seconde.

Complessivamente, "Psycho Pass" è una serie cruda, graficamente eccellente e che offre moltissimi spunti di riflessione, affrontando spesso tematiche estremamente complesse, sulle quali non è possibile esprimere un giudizio assoluto, ma solo innumerevoli punti di vista. Notevoli anche le frequenti citazioni di autori, filosofi, scrittori (anche di opere di fantascienza a cui questo anime si ispira in maniera evidente) che conferiscono alla serie un'aura colta, soprattutto perché non sono usate a sproposito, ma sempre pertinenti al contesto in cui vengono pronunciate.
Per quanto riguarda un finale vagamente inconcludente, confido nella seconda stagione per risolvere alcune questioni lasciate in sospeso.