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Una strega immortale, un eroe che vuol dipingersi crudele e cattivo, un cavaliere che cerca di mondare le proprie colpe sono i protagonisti di Code Geass.
Amici che diventano nemici giurati, nemici che si piegano alle ragioni del cuore, parenti più serpenti che mai gli ingredienti di contorno.
Esperimenti inumani, creature soprannaturali, sangue, combattimenti e fanservice ciò che amalgama il tutto.

Sono passati ormai 7 anni da quel 10 agosto 2010, giorno in cui il potente e bellicoso Impero di Britannia ha sconfitto definitivamente i giapponesi trasformando il loro paese in un territorio imperiale a cui non è riconosciuto nemmeno il diritto di avere un identità, per cui è stato rinominato Area 11 e i suoi abitanti "elevens". Fra gli insediamenti cittadini c'è una prestigiosa scuola per i britanni, la Ashford Academy, frequentata da Lelouch Lamperouge e dalla sorellina invalida, Nunnally, orfani e con un passato misterioso e da nascondere.
Lelouch cova un intenso odio e una sete di rivincita e vendetta nei confronti dell'imperatore Charles di Britannia, sentimenti che cerca di sfogare nel battere a scacchi facoltosi esponenti della società britanna presente nel paese orientale; questo fino a quando non si trova coinvolto in una battaglia fra i Knightmares dell'armata britanna e le forze ribelli che hanno il loro covo nel ghetto di Shinjuku. Testimone dell'omicidio ai danni di una strana ragazza in camicia di forza, ricevuto un misterioso e pericoloso potere in cambio di un patto con costei, Lelouch si metterà a capo dei ribelli per condurli verso la distruzione dell'impero di Britannia vestendo i panni dell'eroe mascherato Zero.
Ma Lelouch non è il solo a vivere due identità differenti, a muovere i pezzi della scacchiera nell'ombra, a poter manipolare la gente, e a non farsi alcuno scrupolo nel sacrificare le pedine necessarie a raggiungere lo scopo.

Canto fuori dal coro: sicuramente Code Geass è una serie che ha dei buoni spunti e si guarda con piacere, ma tutto lo scalpore che ha suscitato e definirlo il capolavoro del genere mecha degli ultimi anni lo trovo esagerato. Non posso fare a meno di considerarla un <i>pout pourri</i> di altre serie più vecchie appartenenti allo stesso genere, a partire da alcune che mi sono molto care, come Escaflowne.
I motivi sono:
1. il Lancelot è identico, esteticamente, all'Escaflowne;
2. i "boccoloni" del supercattivo che non scende direttamente in campo; prima di Charles li avevano Dornkirk (Escaflowne) e Rasputin (Master Mosquiton);
3. il protagonista apparentemente buono e con uno spiccato senso della giustizia, che dovrebbe giustificarne gli atteggiamenti da giustiziere folle, ha il suo precedente in Falken, sempre di Escaflowne, in cui c'è anche il forte legame con il fratello;
4. il forte legame fraterno, appunto, è un elemento che si ritrova anche in Aquarion, altro anime "robotico"/salvezza-del-mondo in cui si dava ampio spazio al fanservice, ma mai come ai livelli di Code Geass (anche se devo dire che di scene "di troppo" ce ne sono giusto solo 2-3)!;
5. la nota di pazzia che porta a risate isteriche era una caratteristica peculiare del povero Dilandau, sempre di Escaflowne);
6. i cavalieri speciali di Cornelia fanno tanto "Dragon Slayers" (il reparto speciale di Zaibach alle dirette dipendenze di Dilandau), così come Guilford e Jeremiah ricordano tanto le gemelle Eriya & Naria;
7. la presenza di siti geografici particolari, che in determinate condizioni portano all'apertura di portali permettenti l'accesso ad altre dimensioni spazio-temporali, era pure una caratteristica già introdotta in Master Mosquiton.

La trama non è originale, quindi i protagonisti, a volte, rasentano il ridicolo e hanno una caratterizzazione psicologica superficiale. Essi risultano molto meno interessanti di altri personaggi secondari quali Cornelia, o Shirley e Milly, che hanno avuto poco spazio ma si sono difese bene quanto a caratterizzazione.

Riguardo all'edizione italiana, di cui ho però visto solo pochi episodi, direi che è ottima la scelta di lasciare invariate le sigle originali; qualche nota dolente va invece al doppiaggio. Fin dall'inizio la voce narrante - che poi è quella di C.C. - suona tutt'altro che misteriosa e avvolgente, in grado di trasportare lo spettatore all'interno delle vicende raccontate.
Per quanto Lelouch risulti un po' troppo adulto, nell'insieme è accettabile; buono Suzaku, non sono molto convinta di Jeremiah, mentre trovo inadatta Milly, che non suonava affatto allegra, energetica ed esuberante come nell'originale, perdendo quindi caratteristiche specifiche del personaggio. Stesso discorso per l'eccentrico Lloyd, che risulta, almeno all'inizio, un personaggio comune, semplice, banale, mentre la sua peculiarità nella versione originale era sottolineata anche dal modo di esprimersi e dalle tonalità acute e dall'andamento un po' cantilenante della sua parlata.

Una curiosità: molti, confusi da informazioni parziali o date male, credono che il character design di questa serie sia curato dalle CLAMP: sbagliato.
Le famosissime mangaka di Osaka hanno realizzato solo il concept, ovvero il progetto del character design, non c'entrano in nient'altro. Di certo però le illustrazioni promozionali disegnate da loro sono fra le più belle che riguardano quest'opera.