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8.0/10
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Mi sono accorto, una volta in più, di quanto sia sbagliato giudicare un anime senza averlo visto nella sua interezza. Le vicende che mi hanno collegato a Gosick si possono riassumere in tre passi:
- interessato dalla trama e dall'ambientazione, lo iniziai a vedere nel lontano inverno 2010;
- etichettato come copia in salsa storica del Detective Conan, lo snobbai dopo un 6-7 episodi;
- dopo 6 mesi mi prese la scimmia di concluderlo.
Ed eccomi a recensirlo. Siccome il voto è visibile in cima alla recensione, la mia conclusione è già evidente, ma andiamo con ordine.

Corre l'anno 1924. Kazuya Kujo è un giovane giapponese, terzo figlio di una famiglia di guardie imperiali come ama ripetere, che viene inviato dal suo paese a studiare nell'immaginario regno di Sauville, geograficamente situato tra Svizzera, Francia e Italia. Qui, in cima a un'enorme torre-biblioteca, incontra la fata dorata, una ragazzina simile a una bambola di ceramica e con l'evocativo nome di Victorique de Blois. La ragazzina si rivelerà essere più impertinente di Miss Marple e più sagace di Sherlock Holmes, risolvendo con aria annoiata ogni tipo di mistero e giallo che le viene sottoposto.

Nei primi episodi, e fino a circa metà anime, la trama procederà mostrando varie vicende in cui i due protagonisti sono coinvolti, spesso collegate a omicidi o a rapimenti, e tutto sembrerà più orientato nel mostrare la carineria e il carattere di Victorica (come viene chiamata dal giovane Kujo), a metà tra lo tsundere e il kuudere. Ma Gosick inizia veramente dopo la metà della serie. Gli eventi incalzeranno e la trama si dipanerà su scala mondiale. La giovane detective, che dapprima sembra immortale e onnisciente, verrà resa piccola dagli avvenimenti che arriveranno.

Ho trovato il character design piacevole, anche se certi personaggi sopra le righe (la stessa Victorica, vestita con anacronistici abiti vittoriani, o l'ispettore De Blois, con un vistosissimo trapano al posto dei capelli) cozzano con il realismo dei fondali e dei personaggi di contorno. Le musiche della colonna sonora sono davvero splendide, come raramente ne ho sentite, in grado di sottolineare e arricchire chirurgicamente le scene importanti.

Unici lati negativi sono un'accelerazione negli ultimi tre episodi - avvengono più cose lì che nel resto dell'anime - e la carenza di personaggi davvero caratterizzati. A eccezione dei protagonisti e di qualche altro coprotagonista, gli altri sono stereotipati o mere comparse, rendendo difficile affezionarsi a loro.
Gosick si è rivelata una vera sorpresa, una chicca che ho rischiato di perdermi per la presunzione di volere capire un anime in pochi episodi. Lo consiglio a tutti quelli alla ricerca di un'opera che mescoli sapientemente storia, mistero e sentimento.