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"Welcome to the N.H.K." è un anime tratto dall'omonima novel, trasmesso anche da noi su Rai 4. Narra la storia di Tatsuhiro Satou, un hikikomori di 22 anni, ormai convinto che ogni cosa gli accada sia frutto di una cospirazione del malvagio ente NHK (Nihon Hikikomori Kyokai).
Per fare fronte ai loschi piani della compagnia, il protagonista cercherà un modo per poter smettere di essere un hikikomori. E qui incontrerà Misaki, giovane ragazza che sembra avere scelto proprio Satou per il suo progetto, consistente proprio nell'aiutare chi come lui non riesce a uscire di casa senza sentirsi a disagio, ad affrontare la realtà di tutti i giorni.

Questa trama, che già di per sé è originale e interessante, si sviluppa costantemente, toccando tematiche diverse, ma ugualmente forti. Il tutto viene però condito con umorismo, senza mai lasciarsi alla totale tragicità, spesso abusata negli anime.
Né l'umorismo né la trama sono però la miglior caratteristica del titolo.
Sinceramente non so cosa fra tutto si possa preferire. I personaggi, in particolar modo quelli principali, sono caratterizzati molto bene. Si capisce quindi ciò che li spinge a comportarsi in un dato modo, anche se magari solo alla fine dell'anime. Il bello dei personaggi, specie Satou e Yamazaki, è che rappresentano la realtà. I due sono degli otaku, appassionati di eroge e un po' pervertiti, esattamente come la maggior parte delle persone appartenenti a quella categoria. Guardandoli, a volte, ci si sente schifati, cosa che ogni tanto sentono loro stessi. Sono reali, quasi vivi.

Dal punto di vista grafico, niente da dire. Il chara design è ottimo, personalmente lo preferisco sia alla versione novel sia a quella manga.
Il comparto musicale spicca particolarmente, le musiche di sfondo non cozzano quasi mai con le scene e l'opening e le ending sono bellissime, in particolar modo la prima ending, assolutamente strepitosa.
In conclusione, "Welcome to the N.H.K." è un'ottima visione per chi cerca un anime dalle tematiche forti, trattate non con leggerezza, ma con umorismo, senza quindi indebolirne il messaggio.
Lo consiglio anche a chi vorrebbe farsi una cultura su come vengono visti gli otaku in Giappone.