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8.0/10
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Faccio una premessa un po' lunghina, abbiate pazienza. Da circa cinque-sei anni non riesco ad appassionarmi quasi a nessun prodotto proveniente dal Sol Levante. Leggo manga da sedici anni e, ormai, trovare qualcosa che mi aggrada è un'impresa più unica che rara. Certo, complici sono vari fattori, fra cui: la nostalgia per gli anime/manga degli anni '90; non ho mai soldi e rispetto a sei-sette anni fa posso permettermi di comprare sempre meno roba e di conseguenza diminuisce anche il materiale che posso valutare; i prezzi dei fumetti sono triplicati, lo stile dei Giapponesi è sicuramente cambiato (tutto quel moe, fanservice gratuito, copie su copie, stereotipi su stereotipi nipponici, dialoghi assurdi, personaggi improbabili, storie infinite, preferiscono la commercializzazione alla qualità); infine, negli anime spesso i sub sono fatti da cani e in generale mi distraggono dal seguire la storia.
Insomma, con gli anni sono diventata un po' 'gnègnè'. Eppure non mi sento esigente. Da un anime richiedo poche cose: intrattenimento, una trama avvincente, non necessariamente complessa, che fili liscia, senza buchi né falle, senza brodi allungati all'infinito, una narrazione chiara e coincisa che non rischi di farmi addormentare fra una puntata e l'altra. E' chiedere tanto? A me sembra il minimo! Odio ritrovarmi a pensare durante la lettura/visione cose come: "Ma cosa fa? Ma perché? Ma come parla? Ma cosa è successo? Cosa mi sono persa? Ma cosa c'entra? Ma che noia!".

"BTOOOM!" intrattiene, e stranamente lo fa bene. Sfido chiunque, a prescindere che gli piaccia o meno la serie, ad annoiarsi guardandolo. Una puntata tira l'altra, la narrazione fila veloce, chiara, con un ritmo dinamico, così come le animazioni e i graditi colpi di scena. Certo, probabilmente è una storia senza pretese, senza particolari fronzoli, è introspettiva quanto basta, interessante quanto basta, né più né meno. Le tematiche sono sì delicate, ma effettivamente non particolarmente originali, tuttavia sono trattate in modo da tenerti incollato allo schermo. Onestamente preferisco la semplicità (o la banalità, se preferite) elaborata in maniera esemplare rispetto a quelle trame dove si tenta in ogni modo di fare qualcosa di innovativo esasperando temi ricercati in maniera improbabile, confusionaria, ostentando reazioni umane che non stanno né in cielo né in terra e rendendo il tutto ridicolo ed esagerato. Tutto questo solo per istigare alla lacrimuccia facile, come piace tanto ai Giapponesi ultimamente.

Per quanto riguarda Sakamoto, il protagonista, è un ragazzo di ventidue anni. Non studia, non lavora, passa le giornate a giocare a BTOOOM!, gioco in cui eccelle a livello nazionale. Si rifugia nella vita virtuale per scappare da quella reale, per non affrontare una situazione familiare che non è nemmeno così disastrosa, ma che non accetta (peggiorando così le cose). Sakamoto non vuole adattarsi alla società, non vuole crescere e diventare un adulto. Inoltre, un ventiduenne nullafacente sarebbe considerato un "problema" qui da noi, figurarsi in Giappone! "Banale, il solito otaku sfigato", direte voi. Be', ritengo che se si vuole avere un minimo di empatia, allora è inutile cercare di dare quel "qualcosa in più" ai personaggi rendendoli fin troppo sopra le righe, assurdi e impossibili da potercisi immedesimare. Non è neanche giusto cadere nello stereotipo, per carità, ma Sakamoto è un personaggio comune, un individuo che possiamo riconoscere nella nostra attuale società. Inoltre non mi sono mai ritrovata a pensare che le sue reazioni fossero forzate. Sakamoto si ritrova da solo in un'isola deserta con una borsa piena di bombe e un tizio che vuole farlo fuori a colpi di granate. È un ragazzo che non ha mai voluto affrontare la vita reale e all'improvviso è costretto a dover combattere innanzitutto contro uno che lo vuole uccidere senza un apparente motivo e in secondo luogo contro la propria etica e il fardello di aver dovuto spegnere una vita. E a un certo punto non si parla più di morale, ma della propria morale. Lui non vuole uccidere perché è sbagliato, perché sente che è sbagliato per se stesso. Riscopre così il valore della propria vita e di quella altrui, ormai dimenticato dietro a una console e al suo fittizio mondo perfetto. Allo stesso tempo vuole sopravvivere a quell'inferno.

Io non l'ho interpretato come "il protagonista sfigato che diventa figo". L'unico aspetto figo è il fatto che, una volta resosi conto di trovarsi in una versione reale di BTOOoM!, egli riesca ad applicare nella realtà le strategie del gioco per portarle a suo vantaggio.
Per il resto Sakamoto cambia, sì, ma è un cambiamento più fine, dovuto alla circostanza estrema in cui si trova e alle persone che lo circondano. Ritrova se stesso, il contatto con le persone, trova una nuova motivazione di vita, fiducia, si rende conto del tempo perso e degli errori fatti nel passato con le persone che lo circondavano. Non diventa un figo, è solo un ragazzo che prima non si voleva bene, ma che con grande volontà d'animo, l'aiuto dei suoi nuovi compagni e una riscoperta voglia di vivere, riesce a lasciarsi alle spalle i fantasmi del passato che gli hanno condizionato la vita e lo hanno reso quello che era. Insomma, si ritrova in circostanze che lo costringono finalmente a crescere.

Per quanto riguarda Himiko, la protagonista femminile, non è che proprio la ami, eh! A primo impatto quello che ci viene in mente è che sia stata piazzata lì giusto per mostrarci le mutande e qualche capezzolo. Be', sì, in parte è anche vero. Tuttavia, incredibilmente non è un personaggio inutile e ha una storia molto interessante - un po' come tutti gli altri protagonisti che, non per niente, sono stati scelti a partecipare al gioco per un motivo preciso.
Nonostante le immagini ingannevoli, il fanservice non è affatto eccessivo, pesante o fuori luogo. Be', sì, salvo per un paio di occasioni davvero ridicole, ma nel complesso non intacca la visione dell'anime, secondo me.
I combattimenti inoltre sono belli, veloci, ma non messi lì a casaccio. Riescono a rendere perfettamente la tensione del momento. Lo svolgimento offre un sacco di spunti che incuriosiscono lo spettatore e che lo spingono a proseguire, compreso il finale che ti fa venire una voglia matta di scoprire quello che succederà.

"BTOOOM!" non è perfetto, magnifico né meraviglioso, tuttavia, come ho già detto sopra, intrattiene in modo egregio, fresco. Non sarà mai un capolavoro, ma si lascia guardare così dannatamente bene. Non spicca sicuramente per originalità, né per tematica né per personaggi, ma non è importante, nel complesso. L'unica grande pecca, per me, è che è davvero troppo, troppo simile a "Battle Royale". BR è insormontabile, siamo tutti d'accordo, credo. Insomma, BR ci bastava e avanzava, e forse non avremmo voluto che questo manga (o romanzo, se preferite) divenisse lo spunto per un ormai discreto numero di altre serie, alcune meglio riuscite, altre peggio ("Mirai Nikki"... coff, coff). Alcune situazioni e alcuni personaggi mi ricordano infinitamente BR e, boh, mi spiace che nel 2012 per creare un anime decente si debba andare a scopiazzare da una cosa creata quindici anni fa.
Per il resto non ho nulla di cui lamentarmi. "BTOOOM!" mi ha fatto ricordare quei bellissimi anime che guardavo il martedì sera su MTV: mai stupidi, mai banali, ma allo stesso tempo semplici, coinvolgenti, divertenti, piacevoli, a volte con temi forti e che ti facevano venire una voglia matta di vedere cosa sarebbe successo negli episodi a seguire, ma anche quelli di Italia1, che magari non eccellevano per contenuti, ma sapevano emozionarti e incuriosirti almeno un po'. Chiamatela "nostalgia canaglia", ma "BTOOOM!" mi ha riportato a quei tempi felici. Probabilmente si meriterebbe un voto più basso, oggettivamente parlando, ma siccome per me trovare un anime che mi offra del sano e puro intrattenimento fine a se stesso senza sfociare nel nonsense è diventato una rarità, gli do un bel otto. Ha tutto quello che un anime nella media dovrebbe avere, secondo me. Purtroppo di questi tempi non è più così scontato. Inoltre anche a livello tecnico l'anime è molto buono (forse il chara design pecca un tantino).
Spero esca presto la seconda serie.