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10.0/10
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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Edo, capitale del Giappone. Diversi decenni orsono una razza aliena denominata Amanto invade il paese, mettendo sotto assedio territori e popolazione la quale sin da subito forma una resistenza che, con a capo i più valorosi guerrieri samurai dell'epoca, scatena una sanguinosa guerra contro gli invasori, passata alla storia come Joui War. Gli anni passano ma il conflitto non accenna a finire, ed i samurai ribelli delle nuove generazioni, cresciuti con forti sentimenti di odio e di vendetta, rimpiazzano i guerrieri più anziani che ormai poco possono fare contro gli alieni e le loro risorse sempre più avanzate.
Molti sono i bambini che durante questa lunga battaglia rimangono orfani o che per vari motivi non possono più stare con le loro famiglie, perciò si vengono a formare diverse scuole-orfanotrofi. Uno di questi centri di accoglienza è gestito dal giovane Shouyou Yoshida, un personaggio chiave caratterizzato da tanti misteri ancora tutti da scoprire. Tra i suoi piccoli alunni, che oltre alle materie scolastiche studiano anche il bushido (il credo dei samurai) nonché le tecniche fondamentali di combattimento con la katana, tre di loro si distinguono dal resto dei compagni per potenzialità e peculiarità caratteriali. Si tratta di Shinsuke Takasugi, scontroso e introverso ma con una certa classe, molto rispettoso del suo maestro anche se il più delle volte si distrae facilmente durante le lezioni. In lui Shouyou-sensei vede un futuro uomo incline a cambiare il mondo che lo circonda, a qualsiasi prezzo e con qualsiasi mezzo. Poi c'è Kotarou Katsura, ingenuo e sognatore, probabilmente di origini nobili o comunque appartenente ad una famiglia di un certo rango, tradizionalista e con valori morali verso i quali è saldamente radicato tutto il suo modo di vivere. Tra tutti gli studenti è di certo quello più influenzato dal suo maestro, il quale in lui ammira il suo irrefrenabile idealismo. Infine abbiamo l'ultimo arrivato nella scuola, un bambino sul quale non si sa assolutamente nulla, che Shouyou-sensei ha tratto in salvo da un campo di battaglia raso al suolo dove il piccolo cercava del cibo frugando tra i cadaveri che lo circondavano. Nonostante la sua pigrizia e svogliatezza, il modo di fare spesso indisponente e la diffidenza nei confronti di chiunque lo circondi, il maestro capisce subito che, una volta cresciuto, quel ragazzino così difficile sarà colui che aiuterà e proteggerà tutti quelli che avranno la fortuna di conoscerlo. Il suo nome è Gintoki Sakata.

Ma ad un certo punto succede qualcosa a Shouyou-sensei e le vite, sino ad allora alquanto spensierate, dei giovani studenti non saranno più le stesse. Abbandonati a se stessi e senza più una guida, i ragazzi si ritrovano allo sbando e non appena raggiunti gli ultimi anni della loro adolescenza si uniscono alla battaglia contro gli Amanto. Ognuno di loro diviene una figura nota sia tra gli alleati che agli avversari: Takasugi è il leader della fazione più estremista e senza scrupoli della resistenza, il Kiheitai; Katsura forma anch'esso un gruppo con molti seguaci, ma decisamente più moderato; Gintoki è un lupo solitario che combatte come un mostro assetato di sangue e ben presto tutti lo conosceranno come Shiroyasha (Demone Bianco). Insieme sono i Joui 3, che presto però diventano Joui 4 visto che a loro si unisce anche un certo Tatsuma Sakamoto, un tipo decisamente sopra le righe. Però non passa molto tempo dal giorno in cui i Joui 4 hanno iniziato a combattere, e persino avere la meglio sugli alieni come non succedeva ormai da anni, che lo Shogunato dichiara la fine della guerra decretando la vittoria degli Amanto nei confronti dei samurai, che dal quel momento vengono banditi e considerati fuorilegge, soprattutto se continueranno a tenere le loro spade.
I Joui 4 prendono ognuno una strada diversa: Sakamoto avvia un business nello spazio; Katsura e Takasugi continuano a capeggiare i rispettivi gruppi rivoltosi e d'ora in poi vengono ufficialmente riconosciuti come terroristi. Ma mentre il primo si limita all'uso di qualche ordigno esplosivo non letale tra un'ambasciata aliena e l'altra, e suo malgrado si abitua al nuovo mondo che si è creato dopo l'arrivo degli Amanto, Il secondo ha come unico obbiettivo distruggere tutto e diventa l'antagonista principale; Gintoki, senza un soldo in tasca o un posto dove andare, inizia a vivere come un vagabondo cercando di non attirare l'attenzione delle autorità, visto che per via del suo recente passato da Shiroyasha è anche lui un ricercato, e rimediando cibo dove capita in particolare nei cimiteri (in Giappone è un'usanza diffusa portare alcune pietanze ai cari estinti) un po' come faceva da bambino prima che Shouyou-sensei lo salvasse. Ma la storia sembra destinata a ripetersi in quanto, proprio durante una sosta al cimitero locale di Kabuki-Chou, Gintoki viene nuovamente "adottato" da una persona che gli darà un tetto sopra la testa e una speranza per il futuro. Questa volta però si tratta di una vecchia bisbetica ma dal cuore d'oro, nonché una delle personalità più influenti del popoloso quartiere, Otose.

Ed è proprio da questo punto che inizia Gintama, ma nonostante le premesse non certo allegre e la solidissima storia di fondo, la serie punta principalmente sul lato comico, nonsense, demenziale e fancazzista della storia e del suo protagonista. La trama infatti ruota attorno ad un Gintoki veterano di guerra che, per poter pagare l'affitto, apre un'agenzia tuttofare che definire sgangherata equivale ad un generoso complimento. A lui si uniscono due ragazzini, il sedicenne terrestre Shinpachi Shimura, il cui scopo nella vita è racimolare abbastanza denaro per poter riaprire il dojo di famiglia, e la piccola Kagura, un'aliena appartenente alla potentissima razza Yato.

In una Edo cosmopolita e moderna dove terrestri e alieni convivono sopportandosi a vicenda, conosciamo moltissimi personaggi, uno più particolare dell'altro tra cui la Shinsengumi, una forza di polizia formata da ronin della periferia di Bushuu, specializzata nella lotta contro il terrorismo, e Katsura, l'ex compagno di battaglia di Gintoki che, nonostante sia ancora a capo del gruppo per l'espulsione degli alieni, è costantemente in compagnia del suo inseparabile complice Amanto di nome Elizabeth dalle sembianze di un'enorme papera.
Ma in Gintama non ci sono soltanto le risate che contraddistinguono la parte iniziale dell'anime; le scene d'azione, i flashback del passato, l'esplorazione psicologica dei personaggi, alcuni protagonisti fondamentali per la storia e molti altri aspetti decisamente più profondi di quanto uno spettatore casuale o disattento si possa aspettare da un anime come Gintama arrivano man mano che la serie va avanti e spesso nei momenti più inaspettati.
Non si può giudicare una serie così lunga basandosi sui primi 10/20 episodi, come percentuale non solo non è abbastanza, ma è assolutamente ridicola per poter esprimere un'opinione pressoché decente. Gintama non è soltanto Gintoki che legge Jump mentre si scaccola, Kagura che lo imita, Shinpachi che strilla, Zura che non è Zura ma Katsura, Otose che pretende i soldi dell'affitto nei momenti meno opportuni, Hijikata che sniffa maionese mentre Okita cerca di ucciderlo col bazooka e mille altri siparietti comici, anche se in effetti chi ha guardato le prime puntate non ha visto molto altro oltre a questo. Ma chiunque l'abbia seguito per intero (e sta continuando a seguirlo con le stagioni successive) può assicurare che Gintama è una serie straordinaria, capace di regalare momenti indimenticabili a 360 gradi. Quando è una commedia è disarmante nella sua immediatezza ma allo stesso tempo ricercatezza per quanto riguarda citazioni e parodie a dir poco esilaranti. Quando c'è azione si assiste a combattimenti mozzafiato. Non ci sono 45687203369720016659 battaglie, ma quelle che danno vita alla maggior parte delle saghe più serie sono magnifiche. E quando si va in modalità sgretolamento del quarto muro Gintama raggiunge vette irraggiungibili.