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"Oban Star-Racers" è un anime prodotto nel 2006 e trasmesso in Italia nel 2007 da Jetix. Rimastomi impresso da piccolina, ad anni di distanza mi è tornata la voglia di guardarlo ancora e dopo lunghe ricerche sono riuscita a trovare tutti i 26 episodi in inglese (fatto che, devo dire, non ha penalizzato la visione così tanto come all'inizio immaginavo).

Eva è una ragazza di 15 anni che vive in un collegio privato. Dopo l'incidente in una corsa di Star-Racers in cui la madre è morta anni prima, il padre ha praticamente abbandonato la bambina nella scuola, dimenticandosi di lei al punto da non chiamarla neppure il giorno del suo compleanno. Infuriata e determinata a farsi sentire, Eva scappa dal collegio con una moto da lei costruita per raggiungere le scuderie di Don Wei, il quale però non la riconosce a causa del tempo trascorso, e anzi la crede un aspirante meccanico. Eva decide a malincuore di non rivelare la sua vera identità e di farsi conoscere con il nome di Molly, dunque si unisce al team della Terra nella corsa di Star-Racers che vede coinvolta tutta la galassia.
Le premesse sono semplici, ma la narrazione ingrana subito la marcia giusta, non ci sono episodi fiacchi e i personaggi vengono impostati in modo che il carattere di ciascuno emerga in fretta.
La serie è divisibile in due grandi archi narrativi che hanno più o meno la stessa struttura: una parte iniziale piuttosto standard che sfocia poi in episodi conclusivi mozzafiato. E nonostante alcune puntante siano veramente uguali tra loro come impostazione, esse non risultano noiose o pesanti perché l'alternanza di corse e approfondimenti sui personaggi viene gestita veramente bene.
Due, a mio avviso, sono i più grandi pregi di questa serie. Il primo è che è presente una quantità davvero impressionante di ironia drammatica, ovvero si gioca moltissimo sul fatto che Molly/Eva sappia che Don Wei è suo padre, ma questi non conosca la vera identità della figlia. Questo porterà a tutta una serie di situazioni -gestite benissimo, e ancora complimenti allo sceneggiatore- in cui i vari personaggi più o meno consapevolmente lanceranno delle frecciatine sull'argomento "rapporto padre-figlia", cogliendo impreparato lo spettatore -che sa- e quindi coinvolgendolo di più. Il secondo grande pregio è che appare evidente che al momento della stesura della trama era ben chiaro dove si volesse arrivare, e questo si riflette sul fatto che non ci saranno forzature di alcun tipo. "Oban Star-Racers" è una serie che non sopporta di dare il contentino allo spettatore, motivo per cui nessuno dei personaggi potrà mai avere tutto ciò che desidera: non ci saranno vittorie senza sconfitte (anzi le seconde sono forse più numerose delle prime), non ci saranno conquiste senza sacrifici, non ci saranno gioie senza dispiaceri; e tutto questo contribuisce a rendere più vera l'ambientazione.
Il finale poi mi ha colta totalmente di sorpresa in quanto è la piena realizzazione di tutto ciò che la serie ha da insegnare: bisogna combattere per quel che si vuole ottenere, ma la felicità ha un prezzo, e non tutto va sempre secondo i nostri piani.

Per quel che riguarda i personaggi, quelli di "Oban Star-Racers" sono veramente ben caratterizzati e in un certo senso si equilibrano a vicenda. Alla testardaggine e alla contestazione di Molly (in piena crisi adolescenziale, come è giusto che sia, ma questo non la rende una frignona insopportabile, quindi complimenti) si contrappone -anche con degli scontri accesi- la severità di Don Wei e la personalità quasi fraterna di Rick.
È poi molto interessante il triangolo Molly-Jordan-Aikka, non tanto dal punto di vista amoroso (lato che viene anch'esso sviluppato molto bene) quanto piuttosto da quello della fiducia. Tra i tre si crea, per opera di Molly, un rapporto di fiducia che nonostante alcune azioni scorrette da ambo le parti durerà fino alla fine della serie, diventandone forse una delle chiavi di lettura principali.
Anche senza andare nello specifico (ogni personaggio richiederebbe mezza pagina di word solo per sé) si può comunque affermare che ognuno di essi ha il proprio carattere e i proprio obbiettivi, ma non per questo rimane statico nel corso della serie. I cambiamenti e le evoluzioni psicologiche ci sono, si prendono il loro tempo e non avvengono nel giro di mezzo minuto come spesso succede (il dialogo dell'episodio 21 ad esempio è qualcosa di fantastico) e anche nel caso di un personaggio quale Aikka che cambia spesso schieramento e alleanze, tutto è giustificato con un motivo più che valido.
Anche i concorrenti avversari/ nemici sono ben caratterizzati: tutti voglio ottenere il "Premio Finale", ma così come c'è chi sogna il dominio, c'è anche chi conserva il senso dell'onore o combatte per qualcuno che ama, e spesso proprio gli alieni che avremmo pensato più ripugnanti si riveleranno essere i più onesti.
L'unico appunto che ho da fare su questo argomento riguarda i due meccanici, Stan e Koji: non sono delle macchiette indistinte, è vero, ma alla fine fanno comunque parte del team della Terra e su di loro non ci viene detto praticamente nulla.

Per quanto riguarda la parte tecnica nulla da dire, eccetto poche e piccole cose.
Il difetto più rilevante è un character design sì originale ma in alcuni casi un po' infantile (per esempio il fatto che quasi nessuno abbia il naso). C'è però da dire che ogni alieno, ogni avversario è studiato in modo che la sua personalità sia legata alla nave che pilota e quindi al tipo di sfida che di volta in volta Molly e i suoi dovranno affrontare, e molti di loro finiranno per entrare senza difficoltà nelle simpatie dello spettatore.
Le animazioni sono eccezionali lungo tutto il corso della serie, ma in particolare durante le corse. In queste occasioni la regia, le animazioni e la colonna sonora si combinano per far sì che chi guarda sia totalmente trascinato a bordo dell'Arrow II insieme a Molly e Jordan, pronto a trattenere il fiato di fronte alle difficoltà e ai rischi che di volta in volta li allontaneranno dalla vittoria.
Le musiche sono molto belle, non eccezionali, ma belle; l'opening e l'ending originali sono fantastiche, un po' meno quelle americane.

Insomma mi ritengo pienamente soddisfatta e sono veramente felice di aver ripreso in mano questo anime, che fino a questo momento non ero mai riuscita a concludere a causa dei continui cambi di programmazione di Jetix.
Non gli do 10 perché i suoi piccolissimi difetti e punti poco chiari li ha anche lui (anche se penso che questi ultimi siano dovuti più al fatto che l'ho visionato in inglese), ma sono ben poca cosa rispetto a tutto il resto.
Non è un anime impegnativo, non ci sono grandi ragionamenti e strategie, ciononostante è capace di intrattenere e coinvolgere grazie ad una storia convincete e ben raccontata e a dei personaggi veramente eccezionali, al punto che negli ultimi episodi si arriverà addirittura a distaccarsi dal tema principale -quello delle corse- senza che ciò vada a disturbare la visione, tutt'altro.
È davvero un peccato che in pochissimi conoscano questo anime, perché serie come questa andrebbero valorizzate molto di più di così.