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8.0/10
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Era un freddo pomeriggio di febbraio e io, annoiato dal clima domenicale e deciso a non toccare alcun libro scolastico per il giorno dopo, mi apprestai alla ricerca di un qualche nuovo anime da visionare; vi presento il mio incontro con "Death Parade". Mi preme dire in anticipo che io ho visto solamente quattro puntate di questo anime, poichè sul sito ove ho iniziato a guardarlo le altre non sono state ancora caricate. Cercherò quindi di dare un parere, seppur sommario, basato su una visione globale dell'opera più che delle singole puntate.
"Death Parade" è un anime del 2015 prodotto dalla Madhouse e distribuito (stranamente) in Italia dalla Dynit che lo trasmette sul sito VVVID; l'anime non è però doppiato in lingua dantesca bensì accompagnato dai buoni e vecchi sottotitoli.

L'anime si apre con una trama a metà tra il singolare ed il trito e ritrito: il Quindecim è un luogo situato a metà tra inferno e paradiso dove dei particolari giudici hanno il compito di assegnare le anime dei morti ad uno dei due regni. Questa divisione, come verrà spiegato già dalla seconda puntata, è puramente utilitaristica: infatti paradiso ed inferno sono semplicemente nomi con cui gli umani tendono ad interpretare l'eterna beatitudine o la dannazione perpetua; all'interno di quest'anime il paradiso sarà visto come la reincarnazione dell'anima mentre l'inferno come lo strapiombo in cui essa dovrà discendere per convivere con l'oscurità di cui si è macchiata. Il giudice di cui faremo conoscenza, Decim, ha quindi l'(in)grato compito di giudicare le anime che gli si presentano davanti; tutto ciò avverrà tramite speciali giochi scelti a caso tramite una roulette dai malcapitati. A seconda dell'esito del gioco, e sopratutto a seconda di come i partecipanti si comporteranno, Decim emanerà un verdetto. La base, come penso avrete capito, si apre a una miriade di situazioni aventi tutte la medesima linea conduttrice: la lotta per la sopravvivenza e l'interazione tra due o più personaggi.
Ah, dimenticavo; un importante fattore all'interno di "Death Parade" è dettato dal fatto che le anime non avranno immediatamente consapevolezza della morte, bensì, nella stragrande maggioranza dei casi si troveranno prive di ricordi di qualunque tipo; sarà durante i giochi che esse inizieranno a riacquistare consapevolezza e arriveranno tramite la cosiddetta "maieutica" (anche se particolarmente violenta e traumatica) alla verità sulla loro condizione.

"Death Parade" offre, a mio avviso, una significativa analisi dell'Io umano: è infatti scontato come possa una persona cambiare da bianco a nero in men che non si dica quando in palio vi è la cosa che in teoria dovrebbe essere la più preziosa: la vita. C'è chi lotterà incondizionatamente per salvarla, scordando quasi la propria umanità e rivelando come l'oscurità del proprio cuore sia gravosa, c'è chi per amore o per un vero sentimento tenderà a sacrificarsi per l'altro; la complessa struttura che "Death Parade" va a formare ricerca un tipo di analisi che possa delineare, seppur in maniera ovviamente sommaria ed incompleta, la complessità del comportamento umano e il suo quid: cosa sarà questo quid? Me lo chiedo io, se lo chiede Decim, giudice freddo e apparentemente distaccato, che nel suo risoluto lavoro tende a tralasciare l'aspetto più umano dell'uomo: il sentimento.
E' risaputo che quello del giudice è un mestiere complesso e molto faticoso, alle volte quasi impossibile per un essere umano: "Death Parade" descrivere tutto ciò in maniera interessante, ponendo come giudice una creatura non umana che però deve giudicare degli esseri così lontani da lui. La freddezza e la mancanza di sentimenti sembrano quasi un deficit per Decim che si ritrova così a dover contemplare sensazioni da lui mai provate: per quale motivo una persona dovrebbe rinunciare al paradiso seppur si sia comportata in maniera impeccabile con l'unico fine di salvare qualcuno che invece di peccati ne ha commessi eccome? Per Decim tutto ciò è estraneo e ignoto, qualcosa che un freddo giudice come lui non può capire; si chiede quindi se il suo giudizio sia davvero equo e corretto, se non manchi qualcosa. Sarà una nuova assistente arrivata al Quindecim, priva anch'essa di memoria e totalmente estranea al contesto, ad instaurare questo dubbio nella mente di Decim. Un'umana tenuta ad aiutare un essere che di umano ha solo l'aspetto, un clichè usato spesso in questo tipo di opere ma che "Death Parade" sfrutta in maniera magistrale: questo contrasto, reso più interessante dalla somiglianza caratteriale tra Decim e la suddetta ragazza, crea una situazione di agro-dolce tra la persona del giudice e quella della ragazza: i sentimenti, per uno così ignoti e per l'altro così scontati e veri, saranno un punto chiave per i giudizi che si susseguiranno all'interno del Quindecim.

Sfortunatamente, avendo visto solamente quattro puntat,e non posso dilungarmi molto nella descrizione degli altri personaggi, che ho visto a mala pena o addirittura non conosco proprio. Sicuramente la presenza di altri giudici(ipotizzo siano tali poichè nell'opening molti personaggi presentano una croce negli occhi come Decim) creerà un punto di vista più articolato sulla concezione d giudizio e di sentimento; se per Decim il metodo è quello che ho già discusso in precedenza, per gli altri giudici sarà diametralmente opposto o basato su criteri parzialmente o totalmente differenti.

Per quanto riguarda il comparto audiovisivo "Death Parade" si presenta curato e particolareggiato nei dettagli, sfoderando colori accessi e luminosi. L'opening mi è piaciuto molto in quanto presenta situazioni abbastanza buffe o comiche in contrasto con la tematica base dell'opera. La musica è simpatica ed allegra e si accompagna con piacere alla visione del suddetto opening. Le musiche di accompagnamento non le ho sentite particolarmente durante la visione in quanto abbastanza tenui e di sottofondo. L'ending è diametralmente opposto all'opening, presentando immagini più tristi ed una musica più grave. Anch'esso molto bello.

E' con quest'ultima considerazione che chiudo la mia recensione su "Death Parade"; ritengo che questo anime abbia parecchie potenzialità e molto da dare al suo pubblico, sperando che i produttori sfruttino saggiamente e con coscienza i punti di forza di questa opera. In conclusione consiglio a tutti voi la visione di questo abbastanza scognito anime e spero che possa farvi riflettere su un tema che forse non è mai abbastanza dibattuto, quello sull'importanza della vita.