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"You're Under Arrest!" (lett. "Sei in arresto!") è un anime tratto dall'omonimo manga di Kosuke Fujishima (famoso per la sua serie "Oh Mia Dea!"), pubblicato in patria tra il 1987 e il 1992 (e in Italia tra il 1997 e il 1998). La serie è composta da 4 OAV, seguiti da due serie televisive, per un totale di settantanove episodi. I diritti di questa serie per l'Italia sono stati acquistati dalla Rai diversi anni fa, ma sono stati mandati in onda solo gli OAV e gli episodi della prima serie (tra l'altro con un doppiaggio un tantino discutibile). Purtroppo, dopo questa prima (e da quello che mi ricordo parziale) messa in onda, avvenuta nel 1999, la serie è diventata assolutamente introvabile.

Una nota sugli episodi
La trasposizione animata di "You're Under Arrest!" è stata realizzata a più riprese e quindi merita un piccolo chiarimento. I primi episodi ad essere stati prodotti sono i 4 OAV, realizzati tra il 1994 e il 1995, che sono leggermente più lunghi degli altri (infatti durano trenta minuti ciascuno). In seguito è iniziata la produzione della serie televisiva, che conta quarantasette episodi più uno speciale. Durante la sua messa in onda, avvenuta tra il 1996 e il 1997, la TBS ha trasmesso prima i 4 OAV e poi la serie TV. Per questo motivo molto spesso si trovano delle fonti che riportano che la serie televisiva è composta da cinquantuno episodi invece che quarantasette. A questa è seguita un'altra serie televisiva, realizzata nel 2001 e composta da ventisei episodi, da titolo "You're Under Arrest! Second Season". Quindi, considerando gli OAV, le due serie TV e lo speciale, arriviamo ad avere una serie che conta la bellezza di settantanove episodi.
Inoltre di questo franchise è stato realizzato anche un film (1999), uno speciale intitolato "No Mercy!!" (2003), che vede i personaggi nelle vesti di poliziotti negli Stati Uniti, e infine un'altra serie TV di ventiquattro episodi intitolata "Full Throttle" (2007).

Benvenuti nel distretto di Bokuto
Tokyo, prefettura di Sumida. Natsumi Tsujimoto e Miyuki Kobayakawa sono due agenti della stradale del distretto di Bokuto. La storia ha inizio quando la spensierata Natsumi arriva al dipartimento e viene assegnata di pattuglia insieme alla seria Miyuki. Dopo i primi dissapori, dovuti ai loro caratteri diametralmente opposti, le due agenti diventano molto amiche, tanto da andare a vivere assieme, e formano la squadra più spericolata della polizia di Tokyo. Le due ragazze, a bordo della loro volante, danno la caccia a criminali e trasgressori del codice stradale, grazie anche all'aiuto dei loro colleghi.

Ed è con queste premesse che prende il via la trasposizione animata dell'omonimo manga scritto e disegnato da Kosuke Fujishima. La storia è ambientata più o meno negli anni novanta nel fittizio distretto di Bokuto, idealmente collocato nella prefettura di Sumida, a Tokyo, e segue le avventure degli agenti della polizia stradale del distretto e in particolare di Natsumi Tsujimoto e Miyuki Kobayakawa. La serie, che inizia con la spumeggiante "100mph no Yuuki" (cantata dalle doppiatrici di Miyuki e Natsumi), narra l'incontro tra le due protagoniste, li lavoro insieme, i casi che seguono, il rapporto con i colleghi di lavoro e il consolidarsi della loro amicizia, sia come compagne di pattuglia che nella vita privata. I primi quattro OAV possono essere considerati un prodotto a parte, sia per il fatto che sono quasi autoconclusivi (quindi potete anche guardarveli a parte) sia per una realizzazione tecnica nettamente superiore agli episodi successivi. Si tratta di un anime molto semplice, divertente e con una trama per nulla complessa. E' proprio in questa sua semplicità che risiede il suo fascino.

Nonostante il tono leggero, la serie mostra quello che è la vita quotidiana di un agente della stradale, il lavoro sulle strade, le scartoffie da sbrigare in ufficio e qualche piccola avventura a base di inseguimenti e auto truccate. Queste serie infatti riflette tutta la passione che Fujishima prova per i motori e l'automobilismo. Molti dei personaggi che appaiono nella serie hanno qualcosa a che vedere con i motori, l'automobilismo o il motociclismo. Tanto per fare qualche esempio, Miyuki è un meccanico molto capace e non è affatto strano vederla mettere mano ai motori dei vari veicoli (ha pesino truccato l'auto di pattuglia); Natsumi invece è una motociclista abilissima; la stessa cosa vale anche per il loro collega Nakajima, così come per il padre di lui e i loro amici. In tutta la serie si può assistere a una sfilata di moto e automobili, da modelli recenti fino ai mezzi d'epoca. La realizzazione tecnica di questi episodi è decisamente sopra la media per quel periodo. La qualità dei disegni è davvero elevata, con un ottimo character design, dei bei fondali e una grandissima ricchezza di dettagli. Cosa che si può notare maggiormente osservando i disegni dei mezzi e dei motori, che sono riprodotti in maniera davvero realistica.

A partire dal quinto episodio (l'inizio della serie televisiva) le cose cambiano un po'. I disegni che si vedono nella sigla sono sempre di alto livello, ma le animazioni vere e proprie sono decisamente più abbozzate, probabilmente a causa di un budget ridotto, e si avvicinano molto al design usato da Fujishima nel manga. Per quello che riguarda la trama, sono passati un bel po' di anni da quando ho letto il manga, ma, da quello che mi ricordo, segue abbastanza fedelmente le vicende raccontate nel fumetto. Vengono seguiti i vari casi di cui si occupano gli agenti del distretto di polizia di Bokuto, approfondendo anche i personaggi secondari, dalla pettegola Yoriko, alla (in apparenza) femminile Aoi, passando dal caposezione, fino al motociclista Nakajima e alla sua strampalata famiglia. Nonostante venga mantenuta la vena di realismo vista in precedenza, viene anche lasciato molto spazio al lato comico delle vicende, e i protagonisti finiscono per cacciarsi in situazioni assurde, a volte coadiuvate dall'intervento dello strampalato Strike Man.

Con l'inizio della seconda serie assistiamo una altro salto qualitativo. Realizzata quattro anni dopo la fine della prima serie TV, mostra dei disegni e delle animazioni decisamente più definite, con un character design che tende ad abbellire maggiormente i personaggi. Dal lato della trama è trascorso circa un anno e nel distretto di Bokuto entra in servizio una nuova agente, Saori, che, dopo aver conosciuto Miyuki e Natsumi (ha fatto da comparsa nella prima serie), ha deciso di entrare in polizia. Oltre alla ragazza vengono introdotti un paio di nuovi personaggi, il meccanico Honda, che lavora nell'officina del padre di Nakajima, e sua figlia Megumi, che si affezionerà molto a Miyuki. Il tono scanzonato del racconto viene ridotto un po', dando molto più spazio al lato personale delle vicende e approfondendo le relazioni tra i personaggi, con attenzione particolare alla vita sentimentale delle due protagoniste. Ovviamente non mancano ampi spazi dedicati al mondo dei motori con tanto di inseguimenti per le strade della capitale giapponese.

Fujishima e la sua passione per i motori
Questa è probabilmente la serie in cui Fujishima esprime tutto il suo amore per i motori. In tutto l'anime c'è una carrellata quasi ininterrotta di mezzi da fare la felicità di tutti gli appassionati. Le due protagoniste usano come auto di pattuglia una Honda Today, alla quale però Miyuki ha modificato il motore, portandolo da 554cc a 700cc, ha aggiunto un doppio albero a camme, un turbo e perfino un iniettore al nitro; mentre l'auto personale della ragazza è una Toyota Sports 800. Per contro Natsumi ha una vera e propria passione per le moto. La prima volta che la vediamo apparire sullo schermo è alla guida di una Honda Motocompo JR-2, che poi viene usata come veicolo di supporto per i giri di pattuglia e messa nel bagagliaio della Today, mentre come mezzo personale usa una Yamaha RZV 500 (corrispettivo giapponese dell'europea RD 500). In seguito viene truffata e compra anche un'automobile, una Subaru R-2, poi modificata da Miyuki e sfruttata come auto di pattuglia alternativa.

Come Natsumi anche Nakajima è un motociclista fino al midollo. Lo vediamo usare come moto di pattuglia una Suzuki GSX-R750 e negli OAV anche una Kawasaki KLE-500 modificata da Miyuki, mentre quando è fuori servizio usa una Yamaha V-Max. E non è mica finita. Fanno la loro comparsa mezzi di tutti i tipi. Vediamo il caposezione al volante di una Honda NSX e di una Honda Legend che usa come auto di polizia; una conoscente di Yoriko con una Porche 911 adattata ad auto di pattuglia; il padre di Nakajima, Daimaru, è sempre a bordo di una Ducati; la sua giovane moglie Sena è solita usare un pezzo d'epoca come la Lotus Super Seven; mentre quel pazzoide di Strike Man se ne va a zonzo in sella a una Harley-Davidson Softail. E queste sono solo i veicoli che spiccano maggiormente... tanto per fare un esempio, durante il matrimonio di Sena e Daimaru, tutti gli invitati arrivano con un mezzo proprio, mettendo in scena una processione di moto e automobili per tutti i gusti.

Un buon poliziesco
Tirando le somme, gli episodi sono più o meno autoconclusivi, anche se c'è un filo conduttore che li lega assieme in un'unica storia. Ammetto che settanta e passa episodi sono tanti, ma scorrono talmente bene che sono un piacevole passatempo. Tutte le avventure si svolgono in una Tokyo caotica ma soprattutto molto realistica. Nell'anime viene descritto molto bene il lavoro di poliziotto della stradale (che è molto diverso da quello dei nostri vigili urbani), la routine giornaliera e i problemi inerenti alla gestione del traffico in una grande città, ma anche i piccoli quartieri e le zone di periferia caratteristiche della metropoli giapponese. Le protagoniste vengono coinvolte in casi particolari, situazioni di emergenza e perfino in alcune indagini della sezione criminale. In pratica le storie sono varie, una diversa dall'altra, ma accomunate dal modo in cui vengono raccontate. Bisogna ammettere che in circolazione non ci sono molti anime polizieschi degni di questo nome, ma "Sei in arresto!" è senza dubbio uno dei principali esponenti di questo genere ed è un vero peccato che in Italia, dopo che sono stati acquistati i diritti, sia stato snobbato in modo così palese.