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.hack è, più che un manga o un anime, un vero e proprio fenomeno che si è esteso in quasi tutti i campi, dai manga agli anime, dai videogiochi ai semplici giochi bambineschi.
Tra le innumerevoli serie di manga a lui dedicate, vi è Legend of the Twilight.
Ho conosciuto questo manga quasi per caso, e avevo qualche pregiudizio per via della sua relativa brevità, ma poi, iniziandolo a leggere, mi sono reso conto che sbagliavo.
Ma, prima di iniziare a recensire questo manga, credo sia opportuno parlare della trama.
Shugo e Rena, due fratelli, il primo che cerca di darsi arie da grande, la seconda che presenta ancora caratteri infantili, entrano in possesso di due skin rarissime per i loro personaggi nel famoso MMORPG (un gioco di ruolo di massa online in parole povere) di The World, e iniziano subito a giocare, anche se Shugo è un po’ riluttante.
I due non sanno che stanno per vivere una grande avventura, piena di amicizie, avventure e colpi di scena, in cui faranno la loro comparsa diversi amici, come la cacciatrice di tesori Mireille e la misteriosa Aura, ma anche molti nemici, come la dura ed inflessibile Kamui, che ostacolerà i nostri eroi per quasi l’intera durata della vicenda.
Giudicare Legend of the Twilight brutto o infantile ad un primo sguardo è un errore abbastanza grave.
Continuando a sfogliare le pagine di questo manga, leggendo attentamente i dialoghi tra i personaggi e soppesando le loro parole con la medesima attenzione, ci si accorge che Legend of the Twilight non è affatto un’opera “da bambini”.
Anche se la trama, legata al mondo dei videogiochi; potrebbe far storcere il naso a qualcuno, si rivela una scelta azzeccata, in quanto, piuttosto che mettere il lettore di fronte ad un mondo improbabile, che però e considerato un mondo “reale”, dando così al lettore l’impressione che qualunque cosa succeda sia completamente estranea alla realtà, dà la certezza che qualunque cosa normalmente impossibile che succeda all’interno della vicenda, sia comunque una cosa che non accadrebbe mai nella realtà, riuscendo così a descrivere i suoi personaggi in un modo molto più “umano” di quanto in altre opere simili.
Ed infatti i protagonisti sono proprio dei ragazzi comuni, con i propri sogni e i propri pensieri, con i propri pregi ed i propri difetti, e lontani dai soliti eroi o anti-eroi stereotipati.
Insomma, i protagonisti sono gente di tutti i giorni, che all’improvviso si ritrovano a vivere avventure fantastiche, ma che il lettore, come i personaggi, sa di essere totalmente fittizia, ma ugualmente coinvolgente ed appassionante.
Tornando al discorso sui messaggi del manga, posso affermare che, se si è abbastanza attenti, si può valutare Legend of the Twilight come un opera che insegna molto, capace di far riflettere.
Ad esempio, durante lo svolgersi della trama, si parlerà molto delle cosiddette Vagrant AI e di altri bug (errori del gioco), discriminati e cacciati solo perché “diversi”; un buono spunto, che ci porta a riflettere, appunto, sulla situazione analoga nel mondo reale della discriminazione di immigrati o persone con malattie particolari, allontanate perche considerate “diverse”, magari solo a causa di uno stupido pregiudizio.
Senza contare, inoltre, il messaggio principale del manga, che verte sull’amicizia, questa forza così grande che ci porta a superare i nostri limiti, a rendere possibile l'impossibile.
Purtroppo, affianco ai pregi ci sono quasi sempre dei difetti, che purtroppo sono presenti anche in Legend of the Twilight.
Il più evidente, di sicuro, è una comunque presente infantilità di fondo: anche se ho detto fino ad ora che è un opera ricca di spunti interessanti, spesso, molto spesso purtroppo, il manga cade in alcune gag veramente insulse e bambinesche, che fanno sprofondare, purtroppo, il livello di qualità dell’opera ad un livello più basso.
Inoltre, le illustrazioni, per quanto indubbiamente curate, risultano spesso eccessivamente “zuccherose”, anche nei casi in cui dovrebbero mostrarsi più “cupe”, come nei casi di grotte o città in rovina.
Insomma, in conclusione, Legend of the Twilight si mostra come un ibrido tra infantilità e moralità, che è suo maggior pregio e difetto: infatti, questo permette all’opera di spaziare da lettori più giovani a lettori con qualche annetto in più sulle spalle, ma proprio a questi ultimi potrà sembrare molto infantile, specialmente a quelli incapaci di leggere oltre le righe.