logo AnimeClick.it

8.0/10
-

Eccoci qui, dopo due anni e mezzo di regolare pubblicazione, che Battle Royale è giunto alla conclusione.
Comprai il primo numero quasi a caso, volevo comprare qualcosa per coprire la delusione di non aver trovato un altro manga che volevo prendere; la trama, nella sua crudezza/spietatezza, mi attirava, avevo proprio voglia di una lettura di quel genere, sperando che la violenza e le situazioni terribili non sarebbero state mero fanservice fine a se stesso ma che fossero permeate dai più svariati valori e contenuti, come ci si aspetta dai giapponesi... e sono contento di non essere stato smentito.
A parte il primo volume di presentazione della storia, quindi, verremo subito immersi nelle storie di ogni singolo personaggio, nei loro ideali, nella loro ragion d'essere che li porta ad agire in questo o in quel modo, nel bene o nel male.
Eppure la storia non ingrana e non coinvolge fin da subito, poiché nei primissimi numeri vengono presentati più o meno tutti i personaggi e difatti la sceneggiatura si fa un po' troppo lineare e schematica, ma ben presto (già dal 5° o dal 6° che ricordi) il buon Takami abbandona questi binari per donare più naturalezza e scorrevolezza alla storia, senza mai mancare di contenuto, anzi.

Il punto forte di Battle Royale è rappresentato senza dubbio dai personaggi: come già accennavo all'inizio, essi son tutti variegati per carattere e ideali che li portano a comportarsi in un certo modo. La caratterizzazione è ai massimi livelli, alcuni personaggi (quelli più secondari, o quasi "terziari") sono approfonditi quanto basta, discretamente quindi, mentre altri (tra cui molti principali) godono di una eccezionale profondità psicologica, che in certe introspezioni raggiunge vette di elevatissima raffinatezza ed oserei dire anche originalità (è vero, ci sono alcuni stereotipi, ma altre personalità raramente si sono viste prima).
Purtroppo c'è un malus che va ad abbassare la qualità dei personaggi, poiché ce n'è uno in particolare che dovrebbe essere quello meglio rappresentato ed invece è il peggiore. Sì, forse avete capito di chi sto parlando: il protagonista, Shuya Nanahara. Egli è quanto di meno credibile e più stereotipato ci possa essere in circolazione. È permeato dai soliti sentimenti buonisti caratteristici del protagonista di uno shonen standard senza però la grinta e il carisma di quest'ultimo. Per tutto il manga (vabbè dai, QUASI tutto, non voglio essere troppo cattivo) non fa altro che ripetere i soliti cliché, cliché non solo dello shonen medio, ma cliché anche suoi, che alla lunga lo sono diventati; e questo sempre senza riflettere con un po' di freddezza, come fa invece il buon Kawada... ah, che fine avrebbe fatto Shuya senza di lui! Prima dicevo che è il personaggio meno credibile di tutti, perché per quanto uno possa essere buonista, difronte a una persona che ha commesso davanti ai suoi stessi occhi numerose stragi e ucciso i suoi migliori amici non può continuare a tergiversare e sulla via dell'indecisione quando se lo ritrova davanti ed è il momento di premere il grilletto; a meno che questo non sia un caso proprio patologico, ma siccome il manga non lo specifica, io considero questo lato della personalità di Shuya come un difetto.
Poi tra i protagonisti in quanto a ridicolaggine neanche Noriko scherza, che si mette a versare lacrimoni anche dopo un "Ehi Noriko, aspettami qui che vado al cesso", ma lasciamo perdere che è meglio, d'altronde almeno lei dimostra di avere più stoffa di Shuya (capirete nel finale), quasi il colmo.

In Battle Royale, oltre ai personaggi, un altro ruolo importante ovviamente è ricoperto dagli scontri che tengono questi. E per "scontri" intendo nel senso letterale, perché in Battle Royale (già dal titolo) ci sono delle vere e proprie battaglie personali tra i personaggi, a suon di falci, bombe, revolver, fucili o perché no, anche automobili. Più si va avanti nella storia più queste sono dettagliate, realistiche ed incredibilmente coinvolgenti che ti incollano alla lettura fino all'ultimo respiro esalato dal perdente (sempre che ci sia), perché ogni risvolto è imprevedibile, è impossibile prevedere l'esito di uno scontro in questo manga, eccezion fatta forse per quel bastardello di Kiriyama. Ecco, questo è un punto su cui vorrei far luce, direi che rappresenta l'unico difetto nella sceneggiatura di Battle Royale: in un "gioco" dove si rischia di morire, prima di tutto ci si dovrebbe accertare della morte di chi si ha appena ucciso, soprattutto se questi è un pericoloso criminale scampato altre volte in passato a simili incidenti, no? E invece i ragazzi - quelli buoni ovviamente, data la natura del manga - fanno a gara a chi è più ridicolo. Quante volte Kiriyama sarebbe potuto morire definitivamente? E invece no, ogni volta ci sono i soliti polli che non si prendono nemmeno la briga di accertarsi se respira più, prima di farsi fregare alla spalle in mezzo a singhiozzi e dichiarazioni d'amore come ultime parole pronunciate.
Non ci siamo su questo punto dunque, non voglio credere che tutti quei ragazzi siano così stupidi da non badare a dettagli tanto importanti.
Cavalcando la cresta dell'onda ne approfitto per gettare fango su un ultimo aspetto: il finale.
Bello, ben realizzato e tutto quanto, peccato che un simile esito era prevedibile sin dai primi numeri.

Ora torniamo un attimo ad elencare i punti forti di questo manga. Sicuramente la parte grafica fa la sua parte, perché credo che questo chara design - anche se a volte un po' troppo caricaturale - si appresti perfettamente in questo tipo di storia, e abbia saputo rappresentare magnificamente le varie scene drammatiche e/o inquietanti. Inoltre sia le ambientazioni che i personaggi sono rifiniti sin nei dettagli, anzi anche troppo per quanto riguarda questi ultimi: ho sempre trovato non necessario calcare eccessivamente la mano su qualche chilo di intestino o cervella in più, in questo modo l'opera si è attirata il fastidio di molti e anche l'accusa - non del tutto infondata per questo motivo - di violenza gratuita e/o ingiustificata.

Concludendo, Battle Royale è un ottimo manga, che oltre a presentare molteplici e profondi contenuti sa attirare l'attenzione dello spettatore e coinvolgerlo piuttosto bene nelle vicende, anche se ogni tanto può presentare qualche caduta di stile.
Molti lo considerano come una critica alla società giapponese, ed è una visione piuttosto sensata, vista la concorrenza e anche la "freddezza" di molti individui del popolo del Sol levante.
Consigliato quasi esclusivamente ai maschi e comunque a un pubblico maturo.