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7.0/10
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<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>

Pafrait Tic è un manga a cui assegno 7, anche se il vero voto sarebbe 7,5. Inizio col dire che i disegni all'inizio non mi avevano colpito molto, ma poi, andando sempre più avanti, andavano migliorando. Sono ben proporzionati e senza troppi particolari, Nagamu Nanaji non usa poi troppi retini, come fanno altre mangaka.

Parliamo dei personaggi.
Fuko Kameyama, la protagonista, ha la capacità di piangere anche nelle situazioni in cui è più felice. Prima dell'arrivo dei due cugini, diventati poi suoi amici, era sempre allegra e giocava con i bambini che abitavano nel suo palazzo. È molto incoerente: prima ama Daiya, gli corre dietro perché spensierato, sempre allegro e sorridente, ma soprattutto è un gran figo. Due volumi dopo, però, si viene a sapere che lui non può provare sentimenti come "Amore". Allora lei ripiega su Ichi, dando vita a un continuo tira e molla ed a un patetico triangolo amoroso. Peccato che però nemmeno Ichi inizialmente non sembra poterla corrispondere. Allora lei, poverina, si ri-fionda su quella povera anima tormentata che è Daiya. Un continuo susseguirsi di coppie che muoiono non appena nascono.

Daiya Shinpo è il "Figo-di-turno.". La protagonista se ne innamora quasi subito. Sorride sempre, ma non comprende sentimenti come l'Amore, pur essendo un donnaiolo incallito. Al contrario della protagonista, sorride sempre ed è sempre positivo.
Ichi Shinpo è il "Bello&Dannato.". Cosa dire di lui? Il ragazzo che tutte (Chi?) sognano. È biondo, ha uno sguardo misterioso, è intelligente. Peccato che in realtà sia noioso come la morte.

La lettura è scorrevole ed è semplice da leggere. Lo consiglio a chi ha voglia di perdere tempo con uno shoujo comune.