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10.0/10
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Non è facile recensire un manga come Blame; esso è il tipico prodotto che divide i lettori in chi lo ama e in chi lo odia. Io personalmente ho ben apprezzato questo manga, ma comprendo coloro a cui non piace, o chi non ci capisce nulla. Ma procediamo con ordine: Blame è il primo manga di Tsutomu Nihei, un tempo assistente di Tsutomu Takahashi, che narra le vicissitudini di Killy e la sua ricerca dei geni per i terminali di rete, indispensabili per contrastare il continuo degrado di questo mondo.
La trama è come potete vedere lineare e semplice, tuttavia è assai difficile comprenderla o seguire gli eventi causa la pochezza di dialoghi; per comprendere la trama lo spettatore deve necessariamente osservare, non guardare, attentamente le immagini e interpretarle, e ciò richiede una buona attenzione da parte del lettore, rendendola una lettura impegnativa si, ma allo stesso tempo anche stimolante grazie anche a imprevedibili colpi di scena che accelerano il ritmo degli eventi dopo metà manga e parecchie scene d'azione decisamente ben rese e comprensibili, ovviamente per chi ha la pazienza di continuare a leggerlo.
La pochezza di dialoghi è sicuramente uno degli elementi tipici del manga, l'altro è certamente l'ambientazione che il mangaka ha creato: il mondo di Blame è costellato da paesaggi e strutture futuristiche decadenti e fatiscenti, un mondo dall'atmosfera oscura, claustrofobica e molto pericoloso per chi ci vive. Tale ambientazione futuristica/cyberpunk è rappresentata da un disegno sporco, dalle forti tonalità oscure ma minuzioso e ricco di dettagli nelle ambientazioni e negli edifici. Il sentimento che nasce nel vedere le pagine del manga è un misto tra l'orrore e la meraviglia nel vedere ambienti così maestosi ed imponenti ma allo stesso tempo fatiscenti.
La caratterizzazione dei personaggi principali è basata sui loro comportamenti e dalle loro espressioni facciali vista 'l'abbondanza di dialoghi' e, benchè non brillino come personalità, sono comunque attinenti al contesto in cui si trovano rendendoli credibili, mentre gli altri innumerevoli personaggi hanno solo il ruolo di comparsa, con il compito però di mostrare al lettore la cruda realtà ivi presente.
Concludo affermando che Blame è un''opera 'estetica' in cui lo stile del disegno è tutto con una trama quasi lineare, che non raggiunge minimamente la complessità di altri titoli del genere quali Ghost in the Shell, ma criptica e interpretativa data la scarsezza di dialoghi, caratteristiche che descrivono perfettamente il finale, in cui il lettore deve affidarsi unicamente al disegno bello e particolare, che ha la capacità non solo di spiegare, ma anche di stupire, riuscendo a far immedesimare il lettore in questo mondo così opprimente ma allo stesso tempo affascinante.