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8.0/10
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Se la presenza di una o più prorompenti fanciulle più o meno vestite è cosa tutt'altro che rara in un anime/manga, lo stesso non si può dire per le rispettive controparti maschili, solitamente molto più imbacuccate e coperte.
A quanto pare, sovvertire tale tradizione (?) pare basti a dare adito a critiche feroci, infondate e frutto di pregiudizi, soprattutto da parte di una certa fetta di pubblico pene-munita.

E' un po' quanto successo con "Free!", serie in dodici episodi della Kyoto Animation, con protagonisti non uno ma addirittura cinque personaggi maschili aitanti e mezzi nudi.
Ora, tralasciando il fatto che la cosa è ampiamente giustificata dallo sport praticato dai ragazzi, il nuoto, che il Medioevo è finito, pensate, da più di cinque secoli (!), sarebbe anche il momento di abbandonare i propri preconcetti e non giudicare ciò che non si conosce, soprattutto se il qualcosa in questione ha emozioni o altro da comunicare.

"Free!", infatti, non è solo un pretesto, per un certo tipo di pubblico, di rifarsi gli occhi ma, in primis, la storia di una riconciliazione, una serie che, nel suo piccolo, mette in scena un'amicizia forte, a tratti anche toccante, divertente, perché no, pure plausibile, tra un gruppo di adolescenti qualunque.

Haruka, Makoto, Rin, Nagisa e Rei, i protagonisti legati da una passione comune, quella del nuoto, tra gag, introspezione e un pizzico di dramma, saranno in grado di farsi tramite di tutto questo e, non senza qualche intoppo, di far affezionare loro gli spettatori.

Con tutte le loro stranezze e stramberie, i cinque, infatti, riescono a smarcarsi piuttosto velocemente dagli stereotipi grafico-narrativi in cui sono inquadrati inizialmente e a crescere, chi più chi meno, in maniera davvero apprezzabile nel corso degli episodi, coinvolgendo ed emozionando, ma senza mai scadere nel melenso.

Tutta la serie, anzi, scorre piacevolmente e senza mai annoiare fino alla fine, complici anche gli spassosi comprimari e l'energia e adrenalina trasmesse dal ben calibrato elemento sportivo che fa da sfondo alla vicenda.
Certo, i difetti non mancano: la sensazione iniziale di deja-vu, la personalità isterica e cocciuta di Rin, non facile da tollerare, e in ultimo la brevità della serie stessa, che purtroppo non permette di sfruttare al massimo il potenziale del suo cast.
Visti i pregi menzionati in precedenza e considerando anche l'ottimo comparto tecnico, queste pecche, tra l'altro tutte risolte nel sequel "Eternal Summer", non vanno a inficiare più di tanto il risultato finale, che è appagante, nel complesso.

In conclusione, un'opera che consiglio vivamente, sicuramente non indimenticabile, ma senza dubbio a prova di pregiudizi!