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Ho conosciuto l'opera della sensei Higashimura grazie alle avventure delle principesse meduse.
Mi ci ero avvicinato con una certa esitazione, non essendo il mio genere preferito, ma alla fine sono stato conquistato dalla simpatica follia di Tsukimi e Kuranosuke e l'ho divorato in un attimo. Ho provato anche qualche one-shot della sensei, molto gradevole, finché non ho scoperto l'esistenza di questa autobiografia.

L'ho approcciata con cautela, felice di ritrovare uno stile scorrevole, per nulla noioso. Dal punto di vista del disegno nulla da dire, il tratto è quelo tipico di Higashimura, che alterna ritratti profondamente espressivi (i primi piani sono stupendi) a bozzetti frenetici molto comici.
La vicenda copre la vita della sensei dalla fine del liceo fino al primo trasferimento a Tokyo, dopo la morte del suo maestro, con una carriera di mangaka ormai avviata.
Quello che fa davvero la differenza con le altre opere della Higashimura è la profonda sincerità con cui si racconta.
E' la prima volta che vengo a conoscenza di così tanta parte della vita privata di un mangaka e il suo percorso di crescita non mi poteva lasciare indifferente.

Sono il padre di un'adolescente e vedere i vicoli ciechi in cui si Akiko si è cacciata, le occasioni perdute, gli eccessi che lei candidamente ci racconta mi ha fatto arrabbiare, emozionare, riflettere.
In nuce la storia di Higashimura è la storia di una ragazza che non sa davvero cosa vuole, sa soprattutto cosa non gli piace e più o meno cosa vorrebbe imparare a fare. In questa grande incertezza incontra il suo vero Maestro, un uomo totalmente votato all'Arte, in particolare alla pittura, che le perdonerà sempre tutto, ma non le permetterà mai di dimenticarsi del valore del gesto artistico, per quanto la stesa Akiko cerchi in tutti i modi di perdersi.
Da padre, durante la lettura, avrei voluto molte volte prendere da parte quella ragazzina e dirle tutto quello che si stava perdendo, cosa che peraltro l'autrice stessa fa più volte in numerosi intermezzi della storia. Il me stesso giovane, a sua tempo confuso e un po' vigliacco come lei si è ritrovato nel'imbarazzo di tante scelte assurde fatte, naturalmente col senno di poi.

Il finale è davvero intenso, con la sensei che infine riconosce il valore per la sua vita degli insegnamenti che il Maestro le ha lasciato, e il rimpianto, da adulta, per ciò che non può più essere.
In ultimo è una lettura molto intensa, che fa emozionare e riflettere, a cui consiglio a tutti di avvicinarsi, se si è almeno un po' in sintonia con lo spirito della Higashimura vi resterà senz'altro quaslcosa di valore.
Spicca nel finale la pubblicazione di alcune delle foto originali che testimoniano della sua vita in quel periodo, preziose già di per sè.

A mio personale giudizio, i numerosi premi vinti da quest'opera sono assolutamente meritati, datele una possibilità se potete.