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"C'erano una volta Hakumei e Mikochi..." Se quest'opera fosse un libro inizierebbe sicuramente con queste parole. Questo perchè fin dal primo fotogramma si viene trasportati in un mondo che ha il dolce e delicato profumo di una piacevolissima fiaba. "C'erano una volta Hakumei e Mikochi..." e siamo già tornati bambini.

Trama: Hakumei e Mikochi sono due piccolissime ragazze alte poco meno di dieci centimetri che vivono nella foresta, non lontano dalla città. Hanno una piccola casa costruita su un albero e vivono la loro vita in modo sereno e spensierato, confondendosi con quella che potrebbe sembrare addirittura una coppia di sposine.

Di una trama vera e propria, di uno scopo che spinga i personaggi verso una direzione piuttosto che un'altra, non vi è traccia alcuna; "Hakumei to Mikochi" è un purissimo slice of life, privo di una qualsiasi causante di empatia superficiale che ci faccia da motivazione per sobbalzare sulla sedia sgranando gli occhi dallo stupore o spremere le meningi in cerca di risposte a chissà quali drammi esistenziali. No, niente di tutto ciò; e la domanda sorge spontanea: è davvero indispensabile? Di nuovo: No. "Hakumei to Mikochi" non fa niente di niente per sforzarsi di splendere davanti agli occhi di chi guarda, non lo fa perchè non ne ha alcun bisogno.
"Hakumei to Mikochi" è quel tipo di anime che spesso e volentieri passa ingiustamente inosservato, quello che nella foto di gruppo si trova in ultima fila e, coperto dai compagni, lascia intravedere solo la testa. Paradossalmente i prodotti che, come "Hakumei to Mikochi", vengono etichettati come semplici o tranquilli, giustamente, risultano in realtà i più difficili da far piacere al pubblico, perfino quello di nicchia. Rendere avvincente un anime è un'impresa relativamente semplice quando si dispone di una trama intricata e suggestiva e situazioni poco verosimili in cui il destino del mondo è posto nelle mani del protagonista, indipendentemente da chi esso sia. La vera impresa è far sì che ciò accada in assenza di questi elementi "fondamentali", cioè sfruttando caratteristiche che il più delle volte passano in secondo piano. "Hakumei to Mikochi" fa degli elementi "di sfondo" la sua forza.
Partendo dalle due protagoniste. Hakumei, dal carattere vivace e vigoroso, e Mikochi, più pacata e timida, sono artefici di continui siparietti simpatici e divertenti e se si guarda con più attenzione nascondono anche qualche spunto di riflessione sulla vita di tutti i giorni. Il bello di queste due piccolette è la semplicità che caratterizza la loro vita "di coppia".
Un'originale ambientazione che mischia sapientemente cultura occidentale e folklore orientale è un altro elemento "di sfondo" che non passa inosservato. Questa particolarità infatti rende a suo modo avvincenti gli eventi che vivono i personaggi assieme alle protagoniste, permettendo di giocare quanto basta con la fantasia, senza mai uscire dagli schemi cercando di volare troppo in alto.

Letteralmente elemento di sfondo è invece la grafica. Molto "rotondeggiante" e delicata nella rappresentazione dei personaggi e vivace e suggestiva nei fondali ricorda fortemente lo stile di un libro illustrato. Semplice ma bella, che cattura lo sguardo e se ne compiace.
Ciò che però fa di "Hakumei to Mikochi" una piacevole visione sono, al netto delle protagoniste, i personaggi secondari. Nella maniera più semplice per descriverne i pregi, è sufficiente dire che sono tutti belli. Belli nel senso che sono naturali, che sono divertenti, che il fulcro delle singole narrazioni degli episodi sono loro, e noi, sempre semplicemente, ci divertiamo ad assistere alle loro improbabili vicende.

A volte basta veramente poco per far vivere (o rivivere) a chi guarda quelle sensazioni di genuina ingenuità e spensieratezza che contraddistinguono i bambini nella loro terza infanzia, nel periodo fanciullesco caratterizzato dalle prime responsabilità. "Hakumei to Mikochi" non è altro che questo: un anime che ci ricorda che i cartoni animati sono in primo luogo destinati all'occhio dei bambini. "Hakumei to Mikochi" è un'opera per bambini. Allora perchè guardarlo se non si è bambini? Perchè in fondo è bello tornare bambini.