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Un vero tuffo indietro ai primissimi anni Duemila! "Cardcaptor Sakura - Clear Card" è la prosecuzione ideale della serie classica e aggiunge qualche nuovo tassello alla trama. Finalmente la relazione tra Sakura e Syaolan si sblocca con il fatidico scambio di orsetti, mentre non ci sono particolari sviluppi sul fronte Touya e Yukito. Naturalmente si presume che chi guarda questa serie conosca già gli eventi passati ma, ad ogni buon conto, c’è un prologo a rinfrescare la memoria.

Appaiono anche alcuni personaggi nuovi. La storia stavolta non ruota intorno al mago Clow Reed ma alle carte create dalla mente e dal potere di Sakura. C’è poi Akiho, una nuova compagna di scuola di Sakura e Tomoyo (che ora sono alle medie).
La ragazzina è vittima di vari svenimenti/sonni durante i quali entra nel mondo di Alice, ma è una Alice alternativa a quella di Carroll che si trova nel Paese degli Orologi e non nel Wonderland. Comunque sia il legame tra "Cardcaptor Sakura", "Tsubasa Chronicle" e la fiaba vittoriana sono finalmente resi espliciti. Avevo sempre avuto questa intuizione, da quando il coniglio Mokona apparve sulla scena, e anche il susseguirsi di mondi come tante scene diverse è palesemente ripreso dal racconto inglese, almeno nella struttura. Ho apprezzato moltissimo il richiamo diretto alle Avventure di Alice perché è un libro che personalmente amo molto e che si può prestare a molteplici chiavi di lettura. Quella che si può applicare in questo caso non è tanto legata ad Alice - bambina quanto lei inserita nello scorrere del Tempo. Se dovessi fare un parallelo, parlerei perciò per prima cosa della cipolla da taschino del Bianconiglio e del Tè dei Matti; quindi della torre dell’orologio nel manga “Alice in Heartland” di QuinRose e Soumei Hoshino per finire in una più ardita citazione di “Alice attraverso lo specchio” della Disney (regia di James Bobin NON di Tim Burton!) dove compare Mr. Time.
Il mistero di Akiho prende forma a poco a poco, quando ci viene presentato il maggiordomo Kaito che in realtà è… (non voglio fare spoiler!)

Il character design del personaggio è proprio bello: non si può fare a meno di innamorarsi di simili occhioni viola, ma devo ammettere che c’è anche tanto dello “stereotipo manga” del maggiordomo à la "Black Butler".
Anche qui c’è un coniglio (ricordiamoci della tradizione dei conigli lunari, sfruttata da "Sailor Moon") ma non è carino e coccoloso come Mokona, sembra anzi che abbia qualcosa di cattivo: subdolo se non proprio malvagio.
Ancora una volta i costumi di Sakura, disegnati e cuciti dalla sua amica Tomoyo sono bellissimi, degni di mille cosplay!
Il disegno è quello tondeggiante e morbido (lo stile che più mi piace nelle CLAMP), ma alcuni episodi sono puri filler e sono quindi un po’ noiosi: ad esempio ci sono diverse puntate stagionali superflue. Mi è piaciuto molto un particolare episodio che rievoca la figura di Nadeshiko – la defunta madre di Sakura e Touya – mentre il padre resta sempre un po’ sullo sfondo (ho notato che negli anime del genere majoukko, quasi sempre la famiglia fa da tappezzeria).

Una nota dolente che caratterizza quasi ogni lavoro delle CLAMP: la storia non si conclude con questa stagione, anzi i nodi della trama vengono appena svelati. Riusciremo mai a vedere una conclusione?