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Lo spunto qui è molto particolare. Un ragazzo incontra per caso un bambino e i due stringono amicizia, nonostante la differenza d’età, perché hanno qualcosa in comune: Daichi - il bambino - può sentire le voci degli oggetti, degli animali e i pensieri delle persone che tocca; Kôji – il liceale – aveva le stesse capacità quando era piccolo. I due hanno però un vissuto molto diverso: mentre Daichi è supportato dai genitori, Kôji era stato isolato e maltrattato a causa del suo dono e si stupisce molto quando scopre che Daichi viene accettato.

I disegni e il tratto di Yôko Fujitani sono leggeri e dolci, indicati per questo tipo di storia che ha punti in comune con «Fuguruma Memories» di Kei Tôme e con l’anime «Kyōto Teramachi Sanjō no Holmes»: la tesi di fondo è che anche le cose abbiano un anima e che i bambini, che conservano intatta la purezza dell’immaginazione, la possano percepire.
In questo primo volume non ci sono eccessivi approfondimenti e tutto appare come un gioco, ma penso che andando avanti nella serie (di sei numeri) scopriremo qualcosa in più sul passato di Kôji, che mi ha ricordato molto Natsume di «Natsume degli spiriti», sia caratterialmente che fisicamente.
Ovviamente, visto il sottotitolo, non posso esimermi da una menzione di confronto con il manga (e il film) «A Silent Voice» ma, a parte l’omonimia, non ci sono tratti in comune, perché la storia è completamente diversa e anche i tratti di Yoshitoki Ôima sono molto più scuri e decisi e non hanno quell'elemento delicato e onirico che ritroviamo in «Hisohiso - Silent Voice».

Mi è piaciuta molto la veste grafica scelta da Flashbook. Non so se questo tipo di lettering e l’edizione con fumetti nascosti sotto la sovra-copertina siano usuali per la casa editrice, che generalmente pubblica yaoi e quindi non rientra tanto nelle mie corde.