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7.5/10
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"The Big O" è un anime in due stagioni a metà fra il mecha ed il cyberpunk. In uno scenario post apocalittico si erge un'unica grande città coperta da varie cupole: Paradigm City. Nessuno sa cosa sia successo al mondo poiché 40 anni prima uomini ed androidi che abitavano la città hanno perso la memoria e anche ogni dato è stato cancellato, da allora ognuno vive nella posizione in cui si è trovato quel giorno. Tuttavia sembra che l'amnesia generale abbia delle rarissime eccezioni, ciò fa delle memorie del passato la merce più ambita in assoluto, merce con cui il nostro protagonista, il negoziatore Roger Smith avrà a che fare mentre cerca di svelare i misteri di Paradigm City.

Negli anni '90 la Sunrise specializzata in anime mecha, ha collaborato con la Warner Bros alla realizzazione del famoso cartone di Batman, da lì è maturata l'idea di realizzare una serie mecha ad ambientazione anglosassone con grosse influenze provenienti dal cartoon. Questo fa di "The Big O" un anime stilisticamente molto originale con un'ambientazione cittadina ispirata alla New York degli anni '30-40 ed un chara design spigoloso: molti personaggi risultano influenzati da quelli del precedente cartoon e palesi sono le similitudini fra Bruce Wayne e Roger Smith, così come sono palesi le somiglianze di alcuni villain della serie con il Jocker, L'enigmista e altri nemici dell'uomo pipistrello.

Le similitudini finiscono però qui, "The Big O" non è un anime supereroistico ma bensì un anime mecha con una forte impronta cyberpunk data dal principale sceneggiatore della serie: J. Konaka.
La coprotagonista androide infatti giocherà un ruolo importante nella trama e i temi trattati sono i soliti cari allo sceneggiatore e al genere ma con una venatura giallista: lo spettatore verrà invogliato a risolvere il mistero dell'amnesia a Paradigm City, ma il compito non sarà per nulla facile vista la presenza di svariate false piste e strutture a scatole cinesi, il simbolismo tipico di Konaka si farà strada negli ottimi episodi finali in cui è d'obbligo guardare ed ascoltare tutto molto attentamente.

Dal lato mecha si nota subito la differenza con i tradizionali robottoni giapponesi, Big O non è un samurai in scala 60:1 con katane solari ed alabarde spaziali ma un robot anni '50 armato di laser e di due giganteschi pugni dal funzionamento simile ad una pressa idraulica. Anche buona parte dei nemici di Big O condividono lo stile retro e persino il robot volante si librerà in volo solo grazie ad enormi turbine simili a quelle di un B52. In ogni episodio è sempre presente uno scontro fra Robot ma purtroppo spesso queste battaglie sono superflue e chiaramente a senso unico, una sorta di fan-service per gli amanti del mecha.

Essendo l'anime del '99 è presente la classica struttura dell'epoca che sviluppa l'intreccio per lo più con trame verticali e che lascia durante lo scorrere degli episodi sparuti indizi e dettagli riguardo alla trama orizzontale. Nello specifico la prima stagione se la prende molto comoda, fin troppo, tanto da aver visto in un primo momento il proprio seguito annullato. Fortunatamente nel 2004 è arrivata la continuazione ed anche la trama verticale molto più avvincente di quelle orizzontali ha potuto ingranare.

La regia è molto altalenante mostrando a volte episodi tecnicamente piatti e con tempi morti, e a volte vivaci e con inquadrature davvero belle, le animazioni sono invece ad un livello medio per la fine degli anni '90 ma con dei notevoli difetti riguardo le scene d'azione che non si svolgono a bordo di un mecha, aspetto tecnico che purtroppo non è stato questa volta preso ad esempio da Batman. Se le atmosfere fra il cyberpunk ed il noir sono il fiore all'occhiello dell'anime, la parte tecnica è invece probabilmente la parte più debole dell'opera. Da notare infine che la seconda stagione è andata in onda negli USA per cui la serie è reperibile quasi esclusivamente in inglese, fortunatamente il doppiaggio americano qui è meno pessimo del solito.