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9.0/10
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"Dorohedoro" è un seinen dark fantasy caratterizzato da un tratto sporchissimo che rende giustizia al significato del nome di questo manga: "Dal Fango al Fango".
L'universo narrativo di quest'opera è costituito da tre mondi: il mondo degli uomini, degradato, sporco e anarchico, oppresso da una pioggia nera e densa che cade sulla città di Hole, letteralmente un buco, la pioggia cola nelle sue fogne e nelle sue falde dando forma al fango tossico e corrosivo che dà titolo al manga. La pioggia scura deriva dal fumo che emettono gli stregoni acerbi quando usano i loro incantesimi sulle persone di Hole per fare pratica trasformandole in grottesche creature mutate. Il secondo mondo è quello degli stregoni, una terra luminosa e palesemente più ricca ma non per questo una terra facile, qui comanda la famiglia di En, un gruppo di stregoni d'élite capaci di emettere grandi quantità di fumo magico dai poteri portentosi, ma non tutti gli stregoni emettono fumo e non tutti i fumi sono utili. Questi stregoni meno fortunati possono però rivolgersi agli occhi crociati, un vasto gruppo di spacciatori in grado di procurarsi la polvere nera, una sostanza sintetica capace di incrementare le loro capacità magiche. Il terzo mondo è quello dei demoni, l'inferno. I demoni come degli dei capricciosi conducono per lo più la loro vita in modo egoistico, immortali e quasi onnipotenti vengono riveriti dagli stregoni nella speranza di fare un giorno parte di questa ristretta cerchia. Questa sorta di ascensore sociale è fondamentale in "Dorohedoro" ed è uno dei punti cardine dell'opera. I giovani di Hole invidiano gli stregoni e sognano di diventare come loro, gli stregoni poco dotati sono alla perenne ricerca della polvere nera che gli consente di sfoggiare poteri pari agli stregoni d'élite e la preoccupazione di questi ultimi e di servire ed ingraziarsi più demoni possibile nella speranza che un giorno gli venga concesso di diventare a loro volta demoni. I protagonisti di "Dorohedoro" sgomitano e si affrontano in questa insoddisfazione quasi perpetua in cui c'è sempre qualcuno che sta meglio.

La caratteristica migliore di "Dorohedoro" è la gestione dei personaggi, divertenti, bizzarri e sempre tridimensionali non si dividono in buoni e villain ma bensì in fazioni. Tendenzialmente i personaggi hanno sempre iterazioni molto umane con i loro compagni, mentre si trasformano in belve sanguinarie quando incontrano qualcuno diverso da loro. Persino i protagonisti che vivono nel mondo degli uomini, Kaiman e Nichaido non hanno remore di uccidere alcuno stregone anche se indifeso, poiché "diverso". Ai loro occhi ogni stregone è colpevole delle disgrazie di Hole. Da qui l'altro motore del manga: il rancore. Diversi personaggi hanno questioni in sospeso con qualcuno, e quasi tutti le affrontano in modo distruttivo, si potrebbe persino dire che il rancore stesso è il vero villain di questo manga. Al rancore è legata in molti modi la complicata situazione del protagonista Kaiman, ritrovato in un vicolo senza memoria, ha ora una testa da alligatore e l'immunità alla magia, segno che è stato sottoposto già a diversi incantesimi. Questo risulterà essere il rompicapo iniziale del manga, rompicapo complicato ma molto ben fatto come si scoprirà con il proseguo dei capitoli.

Il tratto dell'opera è, come si diceva, molto sporco e va a riempire di ombreggiature e dettagli ogni ambiente in modo da rendere lugubre persino la sontuosa villa di En, nel manga si insiste spesso in scene splatter e body horror ricordando in certi passi alcune tavole di Junji Ito e Miura. Le abilità nel disegno non sono però pari a questi due mostri sacri, come si evince dalle proporzioni umane non sempre azzeccate. Oltre alle proporzioni l'opera ha altri difetti specie nella parte finale in cui lo "scontro" tanto atteso viene continuamente allungato in un déjà-vu della saga di Majin Bu in "Dragonball Z", dove sfilano numerosi trucchi ed espedienti che fanno traballare il plot per potere battere un nemico che non vuole proprio saperne di cedere.

In definitiva è un manga molto buono in cui si combatte come in uno shounen, ma in cui le relazioni e i personaggi sono diametralmente opposti a quelli di uno shounen.